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6 luglio 2019

Recensione: 'IT' - Stephen King


Buongiornissimo caffè amici!

Oggi parliamo di un libro che - come vi ho anticipato - appartiene ad un genere mai ospitato prima d’ora su questo blog e nella mia libreria.

Sto parlando del genere horror, probabilmente quello che preferisco meno, perché sono una fifona inguaribile, dunque mi sono sempre tenuta alla larga dai libri horror e soprattutto dai film (ho  avuto incubi assurdi quelle poche volte che ne ho guardato uno).

Ovviamente se si deve partire con un nuovo genere, si parte da un autore affermato e probabilmente da una delle sue opere universalmente riconosciuta come un capolavoro. Nel mio caso, trattandosi di horror, non potevo non partire dal King of kings, Stephen King, e da una delle sue opere maestre insieme a The Shining: sto parlando obv di IT.

Dato che prossimamente uscirà IT: Vol. 2 al cinema, quale migliore occasione? Dunque eccoci qui per la prima recensione horror del blog!

Trama



A Derry, una piccola cittadina del Maine, l'autunno si è annunciato con una pioggia torrenziale che sembra non finire mai. Per un bambino come George Denbrough, ben coperto dal suo impermeabile giallo, il più grande divertimento è seguire la barchetta di carta che gli ha costruito il fratello maggiore Bill. Ma le strade sono sdrucciolevoli e George rischia di perdere il suo giocattolo, che infatti si infila in un canale di scolo lungo il marciapiede e sparisce nelle viscere della terra. Cercare di recuperarlo è l'ultimo gesto di George: una creatura spaventosa travestita da clown gli strappa un braccio uccidendolo. A combattere It, il mostro misterioso che prende la forma delle nostre peggiori paure, rimangono Bill e il gruppo di amici con i quali ha fondato il Club dei Perdenti, sette ragazzini capaci di immaginare un mondo senza mostri. Ma It è un nemico implacabile e per sconfiggerlo i ragazzi devono affrontare prove durissime e rischiare la loro stessa vita. E se l'estate successiva, che li ritrova giovani adulti, sembra quella della sconfitta di It, i Perdenti sanno di dover fare una promessa: qualunque cosa succeda, torneranno a Derry per combattere ancora.


Recensione:
E’ molto difficile recensire un libro COSI’ famoso e COSI’ amato in tutto il mondo. Prima di tutto per le aspettative di chi lo ama e lo annovera tra i propri libri del cuore e poi perché non è esattamente un libro nuovo e porta con sé tutta una serie di pareri ben affermati molto difficili da contrastare.
Quindi andateci piano con me ahahah.

La mia esperienza con IT - ve la racconterò molto brevemente, non temete - inizia svariati anni fa, quando ero più piccola e più impressionabile. Una mia compagna di classe mi aveva sfidato a leggere IT insieme a lei, contemporaneamente, e io ovviamente avevo accettato. Piccola e ingenua, convinta di potercela fare senza nessun problema, ho iniziato questo gigantesco volume appena tornata a casa, sfruttando l’alquanto consunta copia di mio padre.

10 pagine. Ho resistito 10 pagine.

Sono arrivata a una descrizione che mi ha perseguitato per giorni e giorni: il braccio mozzato del povero George (tutti sapete la storia, su!) e l’esatto momento in cui Pennywise glielo strappa. Quella descrizione mi ha tolto il sonno. Non è nemmeno così terribile, lo so, e non conosco il motivo per cui l’effetto sulla mia povera psiche fu così devastante, ma tant’è.

Quest’anno, un decennio dopo sostanzialmente, ho ripreso in mano quel libro e boy, ho fatto bene! 

IT non è solo una storia dell’orrore: è una storia di amicizia, di difesa del bene contro il male, del superamento delle proprie paure insieme, con gli amici di una vita. E’ però anche una storia di difficoltà, di dolore, di traumi passati e di sconvolgente orrore, oltre ogni immaginazione.

Ci sono delle scene cringe e awkward a dir poco, voglio subito mettere le mani avanti, ma ne parleremo dopo!

Prima di tutto le cose positive.

Nel caso non sapeste che storia è IT (strano, dove vivete?), è semplicemente la storia di un gruppo di amici, i Perdenti, che vivono in questa piccola cittadina chiamata Derry, perseguitata da un’oscura presenza chiamata IT. Questa presenza è responsabile dell’uccisione di decine di bambini e agisce regolarmente in un’escalation di omicidi che termina in una strage, per poi interrompersi bruscamente e riprendere 28 anni dopo. I nostri eroi hanno sconfitto IT una volta, quando erano bambini, ma ora che sono cresciuti, sembra che un altro ciclo stia per ricominciare e che IT sia tutt’altro che scomparso. E’ dunque tempo per un’ultima riunione dei Perdenti, ormai adulti e affermati. Sarà però troppo tardi? Avranno perso quello che li aveva resi in grado di sconfiggere il mostro da bambini? Leggere per credere!


Non serve che faccia i complimenti a Stephen King per lo stile, perché è uno scrittore affermato a livello mondiale e di certo non serve che io vi dica quanto scrive bene (anche se a volte è troppo prolisso per i miei gusti, ma sono preferenze assolutamente personali). La storia è ovviamente una meraviglia dal punto di vista narrativo: funziona, fila perfettamente e si intreccia con talmente tanti temi contemporanei (violenza domestica, omosessualità, razzismo, perdita dei propri cari, difficili rapporti madre/figlio, bullismo…) che per elencarli tutti ci vorrebbe un post a parte. 
A King il merito di aver costruito un universo enorme in un luogo piccolo come la cittadina di Derry e sempre a lui tanti applausi per aver scritto una storia universale che parla a tutte le generazioni (perchè tutti siamo stati bambini, una volta, e molti di noi, magari, erano anche dei “perdenti”) dell’affrontare la paura e trovare il coraggio per superarla.

Una cosa che ho apprezzato moltissimo è lo sviluppo che viene fatto dell’idea di “male”. Cosa intendo? Semplice: abbiamo IT, che naturalmente è il male assoluto, una creatura orribile che compie degli omicidi per nutrirsi delle sue vittime. Abbiamo però poi una serie di personaggi che si muovono intorno ai nostri eroi e che - chi più chi meno - hanno delle affinità con IT per la loro crudeltà e malvagità. Abbiamo i personaggi violenti, gli assassini, i pazzi psicopatici, i bulli che si tramutano in carnefici, i mariti che diventano oppressori. Tutti loro esprimono una diversa idea di “male” e ci fanno intuire che la malvagità è spesso molto più stratificata e nascosta in posti introvabili di quanto non possiamo aspettarci. Il “male” può essere ovunque e sta a noi difenderci da esso. C’è il male di IT, paranormale e quindi in realtà inesistente nel nostro mondo, e poi c’è il male fatto da esseri umani ad altri esseri umani, assolutamente reale. Forse - dunque - il vero mostro non è IT, ma siamo noi stessi con i danni che facciamo ai nostri simili? A voi il giudizio finale.
Abbiamo poi tutta una serie di personaggi borderline che non sono né buoni né cattivi, ma semplicemente indifferenti a quello che succede e dunque forse si rivelano i peggiori di tutti.

Riguardo alle cose negative, molto brevemente, se avete letto il libro sapete che c’è una scena iper-criticata da tutti, che è alquanto cringe ed è stata rimossa dal film proprio per questo. Mi sto ovviamente riferendo alla scena di sesso di gruppo alla fine del romanzo. E’ una scena di cui non si può non parlare, perché condivido il parere della maggioranza: anche no lol.  Non so cosa avesse in mente King, ma non è riuscita ahah.

Un messaggio per tutti coloro che hanno letto questo libro: STAN ç.ç . La sua morte dopo aver finito il libro uccide ancora di più di quanto non facesse all’inizio o a metà del libro. Era uno dei miei personaggi preferiti e il suo personale incontro con IT (yep, quella maledetta cisterna) è tra le scene più terrificanti del libro.

Un messaggio per tutti coloro che NON hanno letto questo libro: è un’esperienza da fare. E’ una bellissima storia di amicizia, di conflitto contro ciò che spaventa e di superamento delle difficoltà insieme (non senza sacrifici, boy). C’è molto di più dell’horror: c’è gioia, dolore, odio, disgusto, rabbia, sollievo, risate. Un libro lunghissimo che vi farà affezionare ai personaggi in maniera incredibile, soprattutto perché in un modo o nell’altro, tutti noi abbiamo qualcosa di uno (o più) Perdenti. Una volta conosciuti, fidatevi che non vorrete più lasciarli!

Non penso serva un verdetto per un classico (si, per me è un classico della letteratura horror contemporanea). Vi consiglio vivamente di leggerlo e sono molto contenta di averlo fatto e di aver superato la mia avversione per gli horror (c’è da dire che i libri sono molto più gentili dei film ahah). Non penso dimenticherò mai la descrizione di quel braccio spezzato, ma, ehi, ora so anche il resto della storia!

Quindi questo è tutto. Avete letto questo libro? Cosa ne pensate?

Un abbraccio,
Rainy

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