Recensione: 'Casa di Foglie' - Mark Z. Danielewski

Buongiornissimo!
Oggi sono felicissima di presentarvi un libro pazzesco, non solo nella sua sostanza, ma anche nella sua storia. Infatti questo libro è un caso editoriale molto meno famoso di quanto dovrebbe ed è già di per sè un libro mooolto originale. Curiosi? Andiamo a cominciare allora!

Menzione d'onore a Matteo Fumagalli per avermelo fatto scoprire ^^.

Trama

Quando la prima edizione di "Casa di foglie" iniziò a circolare negli Stati Uniti, affiorando a poco a poco su Internet, nessuno avrebbe potuto immaginare il seguito di appassionati che avrebbe raccolto. All'inizio tra i più giovani - musicisti, tatuatori, programmatori, ecologisti, drogati di adrenalina -, poi presso un pubblico sempre più ampio. Finché Stephen King, in una conversazione pubblicata sul «New York Times Magazine», non indicò "Casa di foglie" come il Moby Dick del genere horror. Un horror letterario che si tramuta in un attacco al concetto stesso di «narrazione». Qualcun altro l'ha definita una storia d'amore scritta da un semiologo, un mosaico narrativo in bilico tra la suspense e un onirico viaggio nel subconscio. O ancora: una bizzarra invenzione à la Pynchon, pervasa dall'ossessione linguistica di Nabokov e mutevole come un borgesiano labirinto dell'irrealtà. Impossibile inquadrare in una formula l'inquietante debutto di Mark Z. Danielewski, o anche solo provare a ricostruirne la trama, punteggiata di citazioni, digressioni erudite, immagini e appendici. La storia ruota intorno a un misterioso manoscritto rinvenuto in un baule dopo la morte del suo estensore, l'anziano Zampanò, e consiste nell'esplorazione di un film di culto girato nella casa stregata di Ash Tree Lane in cui viveva la famiglia del regista, Will Navidson, premio Pulitzer per la fotografia, che finirà per svelare un abisso senza fine, spalancato su una tenebra senziente e ferina, capace di inghiottire chiunque osi disturbarla.

Recensione:

Se dovessi descrivere questo libro usando una parola sola (e sapete che lo faccio spessissimo), questa sarebbe wtf.
Wtf perchè questo libro è assurdo. Avete presente Illuminae? Ecco, questa è la versione adulta della serie celeberrima di Kristoff e Kaufman. 

Per prima cosa, però, due doverose premesse. Innanzitutto, questo libro appartiene a un genere difficilmente classificabile. E' di per sè un horror, ma non fatevi ingannare perché non è un horror qualsiasi, ma un horror ergodico. Cosa vuol dire? Un libro 'ergodico' è un libro che richiede al lettore uno sforzo particolare per proseguire nella lettura. Richiede impegno, fatica e costanza, perché non solo la storia è difficile da comprendere, ma proprio riuscire a leggerla è tutt'altro che facile. Ecco dunque che ci si trova a dover leggere ruotando il libro, capovolgendolo, usando uno specchio...
Proprio così è Casa di foglie. E' infatti un libro che narra la propria storia in maniera molto difficile, piena di note che si rincorrono, che rimandano ad altre note e ad altri elementi, immagini, pagine piene di scritte in ogni verso e altre dove invece c'è una sola parola. Che dire, originale e sicuramente impegnativo da leggere, appunto.

Seconda premessa, questo libro ha anche un'interessante storia editoriale che indubbiamente molti di voi conoscono già. Era uscito nel 2000 per la Mondadori nella collana Strade Blu (dopo essere divenuto famosissimo in America, inizialmente auto pubblicato dall'autore online, a pezzi, e poi promosso da Stephen King come horror prodigioso), ma per la difficile opera di traduzione e per l'innegabile particolarità dell'opera, beh, è andato presto fuori catalogo. Poche copie, dunque, che sono aumentate di valore molto velocemente (e oggi si trovano o per fortuna nei mercatini dell'usato, o a svariate centinaia di euro su eBay). Il silenzio editoriale è seguito per anni e anni, fino al 2019 quando la casa editrice indipendente 66tha2nd ha deciso di riprendere in mano l'opera e ne ha pubblicato una nuova edizione rivisitata.
Dopo quasi vent'anni, dunque, possiamo finalmente leggere e parlare di Casa di Foglie!

Fine delle premesse, possiamo iniziare a parlare del libro in sè!
Non nego che sono stata attirata prevalentemente dalla fama di quest'opera e dalla sua particolarità, non granché dalla trama. Precisiamo che è un libro a più voci: il giovane narratore trova a casa del vicino Zampanò, misterioso vecchietto morto in circostanze poco chiare, una scatola con il resoconto commentato della Versione di Navidson, documentario girato dal fotografo vincitore del premio Pulitzer Navidson sulla propria casa ad Ash Tree Lane. Cosa ha di particolare questa casa? Un giorno vi compare una porta che non c'è mai stata e che si apre nell'oscurità più totale, conducendo a degli spazi impossibili che non possono razionalmente esistere, completamene bui, che si deformano da soli e che forse non sono del tutto disabitati...

Ma alla fin fine, è un libro che vale la pena leggere? E' un libro pazzesco con una storia incredibile? Beh, si e no. E' sicuramente un libro notevole per l'esperienza di lettura che prevede e la storia è carina, ma sinceramente pensavo meglio. La parte di Navidson, narrata direttamente dagli appunti di Zampanò, è molto più interessante ed inquietante, perché tratta di questa misteriosa presenza in Ash Tree Lane e al contempo del dramma familiare dei Navidson. Il narratore giovane alla lunga mi ha stancato, perché è ripetitivo e monotono e del resto poco affidabile, come si intuisce man mano che la storia procede. 
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Ma chissene della trama, no? Sappiamo tutti che siamo qui per la struttura del libro (anche perchè trama particolare, certo, ma non così notevole come invece il formato del libro in sè).

La particolarità è, come ho detto, che ci sono parti molto diverse tra loro, alcune fittissime di testo scritto in ogni direzione possibile (leggete questo libro se avete tempo da perdere e un tavolo su cui appoggiarvi, insomma) e altre dove invece c'è solo una manciata di parole. Appendici, Referti, foto... Insomma, un libro in cui si trova davvero tutto!

Come ho detto poi ci sono un sacco di note a piè di pagina che si rincorrono e si sovrappongono, ma per la maggior parte sono una noia perché inutili. In altri casi contengono dei riferimenti a persone/opere/cose completamente inventate e in tal caso sono anche interessanti da leggere (a volte). Per altro, ci sono numerosi forum specializzati nell'analizzare le note e i significati nascosti disseminati lungo il libro (nulla è lasciato a caso, quindi ogni titolo, ogni nome, ogni persona citata - reale e non reale - è lì per un motivo). Se avete tempo da perdere, beh, andateci a fare un giro!

In generale, poteva andare meglio. Un finale aperto che ci sta, dà proprio l'impressione di avere di fronte un dossier consegnato alla polizia o a uno specialista.
Ammetto che probabilmente avrei dovuto leggere tutto con più attenzione, ma è stata comunque un'esperienza molto interessante.

Verdetto:

Premiamo la particolarità e l'originalità. Eccezionale!

Prossimo passo? IlMistero.doc!

A presto, amici!
Rainy