Buongiorno, amici!
Oggi, dopo che ne hanno parlato tutti tutti, ma proprio tutti tranne me, anche io recensisco ‘il nuovo Hunger Games’, evviva!
Meglio tardi che mai, ne?
Trama
È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games. A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l’unica, esile, possibilità di riportarlo all’antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria. Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi. I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D’ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l’arena avrà luogo un duello all’ultimo sangue, ma fuori dall’arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.
Recensione:
Hunger Games, Hunger Games.. Il mio rapporto con HG è un po’ particolare, devo ammetterlo, perché non sono una grandissima fan della serie. Mi è piaciuta e ai tempi l’ho divorata, ma prima di tutto è narrata in prima persona al presente e questo già non la rende una delle mie favorite e in secondo luogo, be’, semplicemente ho preferito altre serie YA.
Che dire, questo nuovo libro era ovviamente da leggere, ma non mi aspettavo chissà che. E infatti ahah.
Seguiamo un protagonista che è esattamente l’opposto di Katniss: è un maschio, è ricco, si chiama Coriolanus Snow (si, esatto, Snow... Ma che nome è Coriolanus lol? Bah) e viene da Capitol City. Siamo al tempo dei decimi Hunger Games, ben prima della serie originale, con il ricordo della ribellione dei Distretti e della guerra ancora particolarmente vivido negli abitanti di Capitol.
L’idea geniale degli Strateghi è abbinare ogni tributo selezionato durante la Mietitura a uno degli studenti della classe di Coriolanus, i ‘mentori’, incaricati di portare il proprio tributo alla vittoria facendogli guadagnare la stima del pubblico e aiuti di vario genere nell’arena (cibo, acqua, armi..), come noi ben sappiamo. Chi riuscirà a fare il lavoro migliore vincerà un premio.
Al nostro protagonista Coriolanus tocca il tributo femmina del Distretto 12 (ovviamente), Lucy Gray, un’artista che si è fermata con la propria compagnia di teatranti nel Distretto 12 ed è stata estratta alla Mietitura. La nostra Lucy Gray sembra una piccola ragazzina indifesa, ma ha diversi assi nella manica…
Tra lei e Coriolanus si instaura subito una grande amicizia e collaborazione, nonostante le condizioni di vita diametralmente opposte dei due. La prima parte del libro è quindi dedicata alla preparazione ai Giochi e vola via tra interviste televisive e il continuo ignorare le condizioni inumane che i Tributi devono affrontare. Iniziano poi gli Hunger Games veri e propri e tra brutali uccisioni, sotterfugi ed espedienti degli Strateghi per rendere il tutto più ‘eccitante’ essi si concludono nel modo più insperato possibile. Ahimè però accade l’inenarrabile e i Lucy e Corio sono costretti a separarsi.
La seconda parte è sull’incontro di Corio incontro con i ribelli del Distretto 12 che si stanno riorganizzando. Corio e Lucy trovano il modo di rivedersi e di portare avanti la loro amicizia che ormai è diventata qualcosa di più. Le difficoltà di questa nuova vita però sono sempre in agguato e il finale è inevitabilmente drammatico, oltre che un po’ telefonato.
Trama a parte - anche perché è chiaro da pagina 1 chi sia Corio e dove la Collins voglia andare a parare con questa storia - com’è questo libro?
Sicuramente racconta com’era la vita sessanta anni prima della vicenda di Katniss & Co e quindi offre numerosi spunti interessanti, quali la nascita delle scommesse, la creazione degli Ibridi e dell’apparato televisivo intorno agli Hunger Games. Molto intrigante da questo punto di vista e per i vari riferimenti alla saga (si parla dell’erba ‘katniss’, una certa canzone rispunta spesso, personaggi che conosciamo già spuntano qui e lì..). Altrettanto interessante vedere gli Hunger Games agli inizi, quindi con molta più crudezza e meno 'spettacolo' di quello che abbiamo visto nella serie originale. Non fraintendetemi, si iniziamo comunque a vedere le avvisaglie di quel grande show che questi Giochi mortali diventeranno con il tempo.
Non è però un libro fondamentale e al di là di questi spunti sicuramente interessanti, ma non imprescindibili non aggiunge granché. Si, certo, spiega il passato di un certo personaggio importante nella saga principale e tenta di dare una giustificazione ai suoi comportamenti, ma secondo me non ci riesce completamente (SPOILER: mi stai dicendo che Snow torna a credere nello status quo e a voler mantenere il potere di Capitol sopprimendo nella violenza tutte le rivolte perché il suo amore adolescenziale l’ha abbandonato una volta capito che è un assassino e che ha tradito un suo caro amico condannandolo a morte? Boh, direi che era pienamente giustificata..).
Sicuramente aggiunge dei dettagli interessanti sulla nascita della rivolta, sul perché la canzone dell’Albero degli Impiccati è diventata un simbolo e se devo dirla tutta mi ha fatto venire voglia di rileggere la saga, cosa da non sottovalutare, ma non credo che lo ricomprerei. Per altro sono centinaia e centinaia di pagine per una storia che potrebbe stare in 200 scarse. Offre una retrospezione anche piacevole per i fan della saga e arricchisce questo universo (soprattutto nella seconda parte), ma non è un libro del tutto riuscito, per me.
Salverei solamente la prima metà, perché mi è piaciuto molto come la Collins riesca ancora una volta a evidenziare la disparità tra gli abitanti di Capitol e i Tributi e come questi ultimi vengano considerati animali e trattati di conseguenza ‘giustamente’. Nessun abitante di Capitol tranne uno mette infatti in dubbio che questi ragazzini che all’epoca della guerra avevano 8/10 anni si meritino tutto quello che viene inflitto loro, non da ultimo il doversi uccidere a vicenda in un’arena per il solo divertimento degli abitanti di Capitol. E’ ancora più presente nella saga originale, vero, ma ho apprezzato come il seme della discriminazione sia già ben presente e radicato sessanta anni prima!
Ci sono piccoli tentativi di opporsi a questo regime, di ribellarsi alle ingiustizie che i tributi subiscono anche da parte degli abitanti di Capitol (be', di UN abitante di Capitol che in realtà non è esattamente di Capitol), ma sono destinati a cadere nell'oblio e a lasciare il posto all'indifferenza che ben conosciamo.
'Gli Snow si posano in cima'
Piccola nota finale: i personaggi sono ben sviluppati, soprattutto Corio e un suo caro amico proveniente dal distretto 2 e poi trasferitosi a Capitol, Seianus. Al contrario Lucy Gray è proprio il personaggio che mi ha più lasciato l’amaro in bocca. E’ enigmatica, poco trasparente, fin troppo poco chiara nelle sue intenzioni, soprattutto alla fine. E’ sicuramente molto intelligente e piena di sorprese, ma la sua furbizia e le sue molte doti nascoste avrebbero potuto essere gestite meglio, a mio parere. Le potenzialità c’erano, ma il focus del libro è altrove.
Verdetto:
Bello, quasi Accettabile, ma non lo ricomprerei.
E voi? L’avete letto e amato o letto e meh?
Rainy
Ciao! Come hai letto nella mia recensione a me il libro non è dispiaciuto, anche se, lo ammetto, sono stata un pó deviata dal sentimento che nutro verso la trilogia canon.
RispondiEliminaInfatti io non ho comprato il libro e penso che non lo farò in futuro. Sono felice di averlo letto grazie alla CE, ma non sento la necessità di possederlo.
Capisco perfettamente!
EliminaBella la tua recensione. A me il libro è piaciuto. Capisco il tuo punto di vista.
RispondiEliminaCiao!
RispondiEliminaPer me il grande merito del libro è di aver dato modo di conoscere meglio Snow. Come hai detto tu dopo aver letto il romanzo si spiegano molte cose: dalla canzone al simbolo della ghiandaia, ma perfino il fatto che Katniss venga dal dodici assume tutta un'altra rilevanza e in qualche modo rende più comprensibile l'odio di Snow, che non nasce dal caso, ma da un insieme di segreti nascosti nel suo passato. :)