Amici, sedetevi, perchè questo sarà un lungo viaggio.
Allora, ci siamo lasciati con Thunderhead, un libro che di interessante aveva giusto Greyson e che anziché colmare i buchi di trama creati da Falce, li lasciava intatti o addirittura li allargava. Falce, invece, era un buon inizio, ma claudicante e questa zoppia è stata interamente trasportata al secondo ed è culminata ne Il Rintocco, di cui parliamo oggi. Ringrazio Nia per aver organizzato l'evento e la CE per la copia in anteprima!
Trama:
Da tre anni Citra e Rowan sono scomparsi: da quando cioè la falce Goddard ha assunto il potere e il Thunderhead si è chiuso in un silenzio che solo Greyson Tolliver riesce a infrangere. La città-isola di Endura, il “cuore pulsante” della Compagnia delle falci, è perduta, affondata per sempre nelle acque dell’oceano, e con lei le Grandi falci. Davvero sembra che ormai nulla possa impedire il dominio assoluto di Goddard, nominato Suprema Roncola della MidMerica. E, mentre gli echi della Grande Risonanza scuotono ancora il cuore della Terra, la domanda è una sola: c’è ancora qualcuno in grado di fermare il tiranno? Gli unici a saperlo sono la Tonalità, il Rintocco e il Tuono.
Recensione:
Ma è proprio di (in)coerenza che vorrei parlare oggi, perchè è quella che manca completamente ne Il Rintocco e di conseguenza nell’intera serie. In che senso?
I Personaggi
Dimenticate Citra, Rowan e Greyson perchè quelli che troviamo nel Rintocco non sono più loro. Greyson in particolare è quello che subisce l’involuzione peggiore, passando da ragazzo insicuro e realistico a santone incorruttibile, moralmente integerrimo, sempre una spanna sopra gli altri e persino sopra il Thunderhead. Menzione di disonore anche per Faraday che non ha più nulla dell’intraprendenza di un tempo ed è ridotto ad una macchietta di sé stesso.
Il problema che Shusterman si porta dietro dall’alba dei tempi, e cioè categorizzare eccessivamente i personaggi dividendoli in ‘buoni che più buoni non si può, sempre, in ogni situazione’ e ‘cattivi, cattivissimi senza nessun motivo se non il desiderio di potere a caso’, viene portato all’estremo in questo libro. I personaggi sono così chiaramente divisi e omologati a una di queste due categorie che fanno quasi ridere per la loro prevedibilità e anche quando Shusterman tenta di introdurre delle sfaccettature in uno di loro, questo tentativo è raffazzonato e stona con tutto quello che si è detto in precedenza (vedi Madame Rand). In una parola? Incoerenza.
Il Senso
Più andavo avanti con la lettura più, francamente, mi chiedevo che senso avesse quello che stavo leggendo. Troppe sono le volte dove i protagonisti si comportano in maniera assolutamente illogica (per ben due volte ad Anastasia vengono nascoste delle informazioni perchè “Sì, ho avuto notizie. Però non posso rivelarle nulla, dovesse anche supplicarmi.”; pagina 258), troppe sono le volte dove i personaggi fanno deduzioni che definire creative sarebbe generoso e decisamente troppe sono le volte dove Shusterman si affida a espedienti troppo comodi per cavarsi d’impiccio da situazioni difficili. Siamo a questi livelli?