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24 luglio 2020

Review Party: Il Portale degli Obelischi (La Quinta Stagione #2) - N. K. Jemisin



Buondì, amici!


Oggi, ringraziando di nuovo la splendida Beatrice per aver organizzato e la CE per la copia omaggio, ci avventuriamo nella seconda parte dell’evento dedicato a N. K. Jemisin. Siamo infatti qui per parlare de Il Portale degli Obelischi, secondo capitolo della trilogia de La Terra Spezzata.

Se non sapete nulla della serie, vi consiglio di recuperare la mia recensione del primo capitolo qui e il blog tour sulla serie svoltosi qualche giorno fa qui.


Trama


La Stagione della fine si fa sempre più buia, mentre la civiltà sprofonda in una notte senza termine. Essun ha trovato un luogo dove rifugiarsi, ma soprattutto ha trovato Alabaster, sorprendentemente ancora vivo; ha inoltre scoperto che è stato lui, ormai in procinto di trasformarsi in pietra, a provocare la frattura nel continente e a scatenare una Stagione che forse non terminerà mai. E ora Alabaster ha una richiesta da farle: deve usare il suo potere per chiamare un obelisco. Agendo così, però, segnerà per sempre il destino del continente Immoto. Nel frattempo, molto lontano, anche Nassun, la figlia perduta di Essun, è forse approdata in un luogo dove sentirsi a casa, dove coltivare la sua straordinaria dote di orogenia, per diventare sempre più potente. Ma anche Nassun dovrà compiere scelte decisive, in grado di mutare il futuro del mondo intero.



La serie è composta da..
01. La Terra Spezzata (recensione)
02. Il Portale degli Obelischi
03. Il Cielo di Pietra (inedito in Italia, ma prossimamente ;) )



Recensione:


Voglio iniziare questa recensione premettendo che questo libro è molto diverso dal primo. Il primo era tutto ambientazione-spiegazioni-personaggi-orrore e serviva al lettore per capire come funzionasse il mondo.


Se avete bisogno di un piccolo promemoria, be’, basta dire che tutto in questo universo fa schifo. Il pianeta è sconquassato da Stagioni, eventi catastrofici che lo rendono invivibile per periodi di lunghezza variabile, e l’umanità non può fare altro che barcamenarsi al meglio che può per sopravvivere. Un ulteriore dettaglio rilevante è che la specie umana non è - appunto - l’unica specie che abita il pianeta, ma, anzi, ci sono altre creature più o meno amichevoli che lottano a loro volta per sopravvivere. Di nuovo, vi rimando alla recensione del capitolo precedente.


// Seguono spoiler del primo libro, handle with care lol //


La terra spezzata era interamente dedicato ad Essun. L’abbiamo conosciuta da bambina, l’abbiamo vista crescere e scoprire di essere diversa, di essere una rogga. L’abbiamo poi seguita da giovane adulta e abbiamo assistito alla formazione del legame con Alabaster, il suo mentore, e sviluppare la propria orogenia diventando sempre più potente. L’abbiamo infine conosciuta al momento più terribile della sua vita, quando si è ritrovata a doversi trasferire e ricominciare tutto da capo sapendo che l’uomo che ama ha assassinato il suo stesso figlio ed è fuggito con la propria figlia, Nassun, voltando le spalle alla povera Essun.

Il primo libro termina con l’arrivo di Essun in una comunità sotterra apparentemente molto ben organizzata e il ricongiungimento con Alabaster ed è proprio da qui che ricomincia il secondo libro.


La differenza sostanziale tra i due libri è che non c’è più tempo per le spiegazioni o per le descrizioni. Il lettore ormai è pienamente immerso nella storia, conosce il mondo, dunque può seguire con molta più facilità i personaggi nella loro lotta quotidiana alla sopravvivenza. 

Preparatevi dunque ad un libro pieno di avvenimenti che quasi non lasciano un attimo di respiro. I colpi di scena si susseguono, mentre sempre più dettagli vengono rivelati al lettore.


Ciò che ho apprezzato maggiormente è che l’autrice, dopo aver speso molte pagine nel primo libro per introdurre l’universo, ora finalmente si occupa di cose serie e soddisfa la curiosità dei lettori. La Jemisin infatti introduce magistralmente molti nuovi elementi che spiegano l’origine delle Stagioni, perchè questo mondo sia così inospitale e terribile e mescolando magia, mitologia e scienza costruisce una trama convincente che svela qual è il grande ‘problema’ che Essun dovrà risolvere, la classica quest dell’eroe.


E’ sicuramente un libro migliore del primo, seppur con più punti morti, perchè si intravede davvero il disegno che l’autrice ha per questa storia. Non dico che il primo libro sia inutile, assolutamente no, anche perchè penso che riducendo il numero di informazioni che vengono date al lettore, tutto sarebbe più confuso (è però vero - e ribadisco - che la storia di per sé non è chiarissima, quantomeno nel primo capitolo).

26 maggio 2020

Recensione: 'La Quinta Stagione. La Terra Spezzata' - N. K. Jemisin

Buondì, carissimi!
Oggi come promesso nelle mie storie su Insta (@raggywords), vi propongo la recensione dell'ultima meraviglia che ho letto.
Ve l'avevo detto che le recensioni normali sarebbero tornate no? Be', eccole!

Dunque dunque senza ulteriore indugio, andiamo, anche perchè la recensione di oggi sarà un tantino diversa dalle altre..

Trama

La Quinta Stagione. La terra spezzata – Libro 1
È iniziata la stagione della fine. Con un’enorme frattura che percorre l’Immoto, l’unico continente del pianeta, da parte a parte, una faglia che sputa tanta cenere da oscurare il cielo per anni. O secoli. Comincia con la morte, con un figlio assassinato e una figlia scomparsa. Comincia con il tradimento e con ferite a lungo sopite che tornano a pulsare.

L’Immoto è da sempre abituato alle catastrofi, alle terribili Quinte Stagioni che ne sconquassano periodicamente le viscere provocando sismi e sconvolgimenti climatici. Quelle Stagioni che gli orogeni sono in grado di prevedere, controllare, provocare. Per questo sono temuti e odiati più della lunga e fredda notte; per questo vengono perseguitati, nascosti, uccisi; o, se sono fortunati, sono presi fin da piccoli e messi sotto la tutela di un Custode, nel Fulcro, e costretti a usare il loro potere per il bene del mondo.

È in questa terra spezzata che si trovano a vivere Damaya, Essun e Syenite, tre orogene legate da un unico destino.













Recensione:

jameelaillustration:“Some fan art of Syenite from The Fifth Season ...
@jameelaillustration
Amici, aiuto.

Questo libro mi ha scombussolato, mi ha scioccato, mi ha disgustato, mi ha traumatizzato, mi ha fatto ridere, mi ha fatto arrabbiare. Tutto insieme, a volte contemporaneamente.

Si parla dell’Immoto, una terra continuamente sconquassata dalle catastrofi naturali perché per sua natura è particolarmente soggetta agli spostamenti tettonici e dunque ai terremoti, alla formazione di nuovi vulcani e fenomeni simili. La terra trema spesso, nell’Immoto, non sta appunto ‘mai ferma’. Gli umani e non che la abitano sono abituati a questi suoi repentini movimenti, a dover ricostruire una nuova vita da un’altra parte perché la propria vecchia casa è stata spazzata via dall’ennesimo terremoto. Le condizioni di vita sono sempre molto difficili e i periodi di crisi subito dopo un’eruzione, un terremoto o una tragedia del genere, quando il cielo viene coperto di cenere, il sole scompare o intere città vengono rase al suolo dai movimenti della terra, vengono chiamate Quinte Stagioni.

Il senso è esattamente quello che la parola suggerisce: ci sono quattro stagioni normali e poi c’è un periodo di sofferenza e di morte chiamato Quinta Stagione.

L’Immoto è sempre stato così e chi lo abita è abituato a veder scomparire intere civiltà, intere città o veder riemergere dalla Terra rovine di civiltà perdute. Ogni luogo è pericoloso e non esiste una posizione ottimale, perché tutto l’Immoto è inospitale. Nonostante ciò, il sentimento che domina largamente fra le creature che popolano questo mondo è la rassegnazione. Non si può fare nulla per modificare la natura particolarmente pericolosa dell’Immoto, l’unica cosa ragionevole da fare è cercare di limitare i danni e sopravvivere il più possibile.

Non tutte le creature che abitano l’Immoto, però, sono umani. Una notevole minoranza, discriminata e isolata, è composta dagli Orogeni, creature umane in tutto e per tutto, ma in grado di controllare i movimenti della Terra, seppur in minima parte, e i materiali che produce, come i metalli. La loro magia, l’Orogenia, viene usata per contrastare le catastrofi naturali e viene addestrata in luoghi particolari dove vengono portati tutti i bambini che dimostrano un talento per l’uso di questa magia. Gli Orogeni, dunque, volgono un ruolo fondamentale nell’Immoto, ma come ricompensa ottengono solo diffidenza e timore perché sono creature diverse, pericolose, sconosciute.

Seguiamo la storia di tre donne, una bambina, una giovane Orogena che viene affidata ad un mentore, e ad una donna che cerca di ritrovare la propria figlia. Ben presto si scopre che le loro storie sono più intrecciate di quello che sembrano, ma non è l’obiettivo della mia recensione di oggi. Potrei parlavi delle altre creature magiche che popolano questo libro, di come gli Orogeni non siano gli unici con una particolare sintonia con la Terra, e nemmeno i più potenti. Nemmeno questo, però, è l’obiettivo di questa recensione.