28 febbraio 2022

Review Party: 'La Morte È Solo L'Inizio' - Gloria Goderecci, Isaak Friedl



Buongiorno, 

oggi, amici, parliamo di una graphic novel speciale che mi è stata omaggiata dalla Tunuè sotto intercessione di Franci e Vale, che ringrazio molto.


E’ una graphic novel particolare che ha spiazzato molt* lettor*. Perchè? Andiamo a scoprirlo!


Trama



Un patto scellerato che travolge le vite e trascina negli abissi più profondi... o è solo l'inizio?


Un patto scellerato che travolge le vite e trascina negli abissi più profondi. Demoni, orge, donne sexy, armi da fuoco, scheletri, moto da cross e tanto altro ancora fanno da sfondo ad unviaggio ben più difficile. Un viaggio che va, in continuazione, dalla morte alla ricerca della vita. I protagonisti, così diversi tra loro, ci trascinano in una storia senza scrupoli...












Recensione


Questa graphic novel parte dal presupposto molto solito che ci sia un aldilà e che una determinata categoria di persone a cui è data la possibilità di avere una seconda vita e dotata di poteri straordinari. Per questa graphic novel è il caso delle persone nate ad una specifica ora uno specifico giorno. La storia quindi segue il protagonista appartenente a questa categoria speciale e le sue avventure nell’aldilà (e non), che si complicheranno incredibilmente quando scoprirà di essere il bersaglio dii qualcuno che vuole liberarsi di o schiavizzare tutte le persone come lui.



Il motivo per cui questa graphic novel ha suscitato tante perplessità è che è molto grafica, nel senso che non lesina sulle scene esplicite di qualsiasi tipo
(violenza fisica e sessuale, rapporti sessuali, sbudellanti…) e molto spesso alcune scene di questo tipo sono inserite nella storia un po’ gratuitamente. Non sono necessarie ai fini della trama, o meglio non sarebbe necessario renderle così esplicite per far passare il messaggio che vogliono veicolare, ma forse l’intento degli autori era proprio aggiungere una componente ‘choc’ alle tavole. Se avete mai letto SAGA, sapete benissimo cosa voglia dire girare la pagina e trovarsi improvvisamente di fronte ad una scena di nudo integrale, di violenza esplicita o di un’amputazione di un arto non censurata e ne La Morte E’ Solo L’Inizio è così. Se avete tollerato SAGA senza problemi, non avete nulla da temere. Se invece SAGA vi ha turbato, evitate come la peste questa graphic.


La cosa che realmente fa storcere il naso è che queste scene - un po’ come accade a volte con SAGA, basti pensare alla prima scena in assoluto dove vediamo il caro Robot IV - sono inserite nella trama in maniera disomogenea, senza una vera e propria giustificazione. Per capirci, sappiamo tutti cosa comporti una scena di violenza sessuale, ma vederla rappresentata graficamente per il puro gusto di turbare e stupire negativamente i lettori può effettivamente non piacere a tutt*. Fate quindi le opportune valutazioni in base alla vostra sensibilità. Come TW inserisco violenza sessuale, violenza generica, nudo, atti sessuali espliciti, sangue.


23 febbraio 2022

Review Party: 'Arianna' - Jennifer Saint



Buongiorno a tutti!

Oggi parliamo di un libro che vuole cavalcare l’onda del retelling del mito greco visto che trattare di temi antichi è ormai diventata una moda sdoganata da Madeline Miller. Il retelling di cui si occupa principalmente questa autrice, Jennifer Saint, è Arianna.

Ringrazio la CE per la copia in anteprima e Valeria per aver organizzato!


Trama



Arianna e la sorella Fedra, principesse di Creta e figlie del temuto re Minosse, crescono ascoltando riecheggiare il rumore degli zoccoli del fratello, il Minotauro, nel labirinto costruito sotto il palazzo. Ogni anno, quattordici giovani ateniesi vengono sacrificati per placare la fame del mostro. Quando il principe Teseo giunge a Creta per immolarsi alla creatura, Arianna si perde nei suoi occhi verdi e se ne innamora follemente. Ma aiutarlo a scappare dal labirinto significherebbe tradire la famiglia e il regno, e la ragazza conosce fin troppo bene le implicazioni di un gesto simile. Assillata dai dubbi ma determinata a farsi valere, Arianna prenderà una decisione che ribalterà tanto la sua sorte quanto il destino di Fedra. Entrambe dovranno affrontare le conseguenze di una scelta coraggiosa e sovversiva, che le spingerà a mettere in discussione il proprio ruolo in quanto figlie, mogli e madri in un mondo in cui le donne non sono altro che pedine su una scacchiera dominata dagli uomini e dagli dèi. Con uno stile vibrante e ipnotico, Jennifer Saint reinventa con originalità la famosa storia del Minotauro, della fuga di Teseo, dell’incontro con Dioniso e degli amori tormentati di Fedra e Arianna, dando vita a un’eroina indimenticabile e sfaccettata che saprà commuovere e incantare i lettori e le donne di oggi.




Recensione

La vera domanda che mi faccio io dopo aver finito questo libro è: ma Arianna è un retelling? La risposta a questa domanda non è così scontata come sembra, perché la Saint sembra aver deciso di fare un pot-pourri di tutti i miti che in qualche modo avevano a che fare con Arianna e di disporli in fila indiana in una storia unica. La storia segue naturalmente le vicende di Arianna a Creta, quindi Minotauro, Teseo e affini, fino all’abbandono a Nasso e all’arrivo di Dioniso e alla storia d’amore tra i due. Parallelamente, segue le vicende della sorella di Arianna, Fedra, rimasta a Creta dopo la partenza di Arianna e Teseo alla volta di Atene.


La prima critica che ho per questa storia riguarda Arianna e Fedra. I personaggi femminili principali di questo libro sono infatti riusciti solo parzialmente. Ad Arianna è stato dato il ruolo di fare rappresentazione femminista all’interno del libro, ma lei stessa oltre a tante belle parole sulla propria autodeterminazione nei fatti fa poco e questo mina l’efficacia del suo messaggio. Pecca di superficialità, ingenuità e pure un po’ di stupidità (non ha assolutamente idea di chi sia Dioniso o cosa faccia nonostante sia un dio, pensa sia integerrimo e puro come nessuno mai, abbandonata sull’isola da Dioniso piange e si dispera anziché attivarsi e cercare cose per sopravvivere, instant-love fede al mito, ma reso così ridicolmente che non ve lo dico nemmeno e potrei continuare…) e mi spiace, perché se l’obiettivo di questo libro doveva essere ridare dignità ad una figura bistrattata dalla storia come Circe di Madeline Miller, allora Arianna secondo me ha fallito. La figura che ne emerge non è dignitosa ed è così ingenua a volte che quasi si merita lo spazio ristretto e la reputazione di ragazzetta stupida che il mito le ha riservato. Decisamente migliore è Fedra, che secondo me viene rappresentata efficacemente come la figura testarda e illusa che il mito ci ha tramandato. Anche per lei però credo non si sia riusciti pienamente nell’intento di ridare dignità alla sua figura, che rimane una macchietta ingenua.



20 febbraio 2022

Recensione: 'Uno di Noi E' il Prossimo' - Karen M. McManus

Buongiornissimo, kaffè, amici!

Oggi vi propongo la recensione del secondo capitolo di Uno di Noi Sta Mentendo (di cui vi lascio la recensione qui) che riprende le gesta di alcuni personaggi che già conosciamo e ne introduce di nuovi!

Sarà migliore del suo predecessore?


Ringrazio la CE per la copia digitale e Beatrice per aver organizzato l'evento!


Trama



È passato un anno dalla tragica morte di Simon Kelleher, in tanti hanno cercato di imitare la sua app, ma nessuna è riuscita ad affermarsi, anche perché, prosciolti da ogni accusa Nate, Bronwyn, Addy e Cooper, i gossip portati alla luce si sono sempre rivelati poco appetitosi. Fino a questo momento, almeno.


Attraverso la chat degli studenti della Bayview High, infatti, ha preso piede una nuova inquietante versione di Obbligo o verità, destinata a portare alla luce altri oscuri segreti degli allievi della scuola e verso la quale tutti provano una morbosa attrazione. È come se tutti a scuola si fossero dimenticati della fine fatta da Simon che, per il modo in cui usava il gossip come arma, aveva finito per soffrire più di chiunque altro.


Tra i primi a essere coinvolti c’è anche Maeve, sorella di Bronwyn, costretta suo malgrado ad affrontare una situazione scomoda a causa della sua scelta. Del resto, si sa: a scuola basta commettere un errore per ritrovarti un’etichetta appiccicata addosso per il resto della vita.


La posta si fa via via più alta e quando il gioco prende una piega inaspettata è ormai chiaro che bisogna trovare, e fermare, chi lo sta orchestrando prima che sia troppo tardi…



Recensione


… Spoiler, si, ma non tanto.


Le vicende riprendono un po’ dopo la fine del primo libro e tutti i personaggi che già conosciamo hanno trovato un loro equilibrio dopo la fine del liceo: la prima della classe che si è trasferita a Berkely e fa tira e molla con il caro Nate, la classica cheerleader ora lavora al bar della scuola, la star del football è una star del football anche all’università e Simon è morto. Peccato che ci sia qualcuno che sta tentando di rimettere in piedi la sua piattaforma ispirandosi al suo modus operandi e stavolta l’eredità di Simon prende la forma di un Obbligo o Verità pericoloso che si conclude con la morte di un compagno di scuola dei protagonisti.



Questo libro è migliore rispetto al primo, ma proprio come il primo ha degli scivoloni che definire pericolosi è riduttivo. Tralasciando la semplicità della trama che è facilmente risolvibile anche ad occhi chiusi e da circa metà, le cose che ho trovato peggiori sono essenzialmente due: lo sforzarsi oltre l’umana decenza da parte dell’autrice di far vedere che anche lei è giovane e cool e quindi può fare battute facilmente comprensibili al suo target e una pessima e deleteria gestione di una complicazione medica. Ma andiamo con ordine.


1. La “simpatica” autrice. Il problema di Karen è che Karen non è più una teenager chiaramente e quindi si sforza troppo di fare battute simpatiche che la rendano simpy agli occhi dei suoi lettori. Il risultato è purtroppo una triste parata di battute una più cringe dell’altra e di espressioni come “Siamo la generazione Z, cazzo!” oppure “Prendo l’iPhone, perchè i telefoni fissi non so neanche come funzionano” o ancora “Lui, pur essendo un macho all’antica conservatore, chissà come va più d’accordo con la mia sorella lesbica e buonista che con chiunque altro”. Esilarante, no? E anche molto maturo, se posso.
Per carità, può anche far sorridere una volta, due, tre, ma alla quarta battuta su questo fil rouge boh, anche basta. La traduzione inoltre non aiuta, perché in italiano espressioni come “Accidenti, ragazza!” suonano un po’ strane.


12 febbraio 2022

Review Party: 'Uno di Noi Sta Mentendo' - Karen M. McManus

Buongiorno, amici!

Oggi vi ripropongo la review di un libro che è stato recentemente riedito da Mondadori, Uno di Noi Sta Mentendo, in occasione dell’uscita del seguito, Uno Di Noi E’ il Prossimo!


Avevo già letto questo libro anni fa e gli ho dato una rispolverata per prepararmi alla lettura del secondo, che vi proporrò settimana prossima!

Nel mentre ringrazio la CE per la copia digitale e Beatrice per aver organizzato l’evento.


Trama




Cinque studenti trascorrono un’interminabile ora di punizione nella stessa aula: Bronwyn, la studentessa modello, Nate, il bello e dannato, Cooper, il campione sportivo, Addy, la reginetta del liceo, e infine Simon, l’emarginato, uno che, per vendicarsi di chi lo ha sempre trattato male, si è inventato una app che ogni settimana rivela dettagli piccanti sulla vita privata degli studenti. Pur conoscendosi da anni, i cinque ragazzi non possono certo definirsi amici eppure qualcosa li unisce. Ognuno di loro, infatti, è profondamente diverso da come appare in pubblico. Ognuno di loro nasconde segreti piccoli e grandi di cui nessuno, o quasi, è a conoscenza.


Da quell’aula, quel giorno, solo in quattro usciranno vivi. All’improvviso e senza apparente motivo, Simon crolla a terra davanti ai compagni e muore. Non appena si capisce che quella che sembrava una morte dovuta a un improvviso malore in realtà è un omicidio, il mondo dei quattro ragazzi inizia a vacillare. Per poi crollare definitivamente quando la polizia scopre che proprio loro sono i protagonisti di un ultimo post mai pubblicato di Simon. In men che non si dica, Bronwyn, Addy, Cooper e Nate da semplici testimoni diventano i principali indagati dell’omicidio…


Recensione


Questo libro ha riscosso grandissimo successo al punto che ne è stata tratta una serie tv. In effetti ha proprio tutti gli ingredienti per essere gradito al grande pubblico: tratta di un mistero, di drammi adolescenziali, è pieno zeppo di cliché e ha la giusta dose di romanticismo e violenza per riscuotere una grande successo.


Inutile dire che la mia voce è leggermente fuori dal coro in tal senso, perché ritengo il libro non sia nulla di particolarmente innovativo. E’ sicuramente una storia mistery anche gradevole sebbene sia estremante stereotipata, ma ha dei problemi strutturali piuttosto pesanti che mi viene difficile ignorare. 



Sostanzialmente il libro segue quattro personaggi principali, Brownyn, Addy, Nate e Cooper, quattro studenti che non hanno alcun legame tra di loro e si conoscono molto poco, ma che misteriosamente capitano in punizione insieme. Naturalmente si scoprirà che questa è tutto tranne una coincidenza, perché insieme a loro in punizione c’è Simon, un compagno di scuola con evidenti difficoltà ad integrarsi, che muore tragicamente a causa di un terribile attacco allergico doloso. I nostri quattro eroi avevano tutti un motivo ben preciso per odiare Simon e questo motivo aveva a che fare con la pagina di gossip scolastico (stile Gossip Girl) che Simon gestiva e con la quale era solito sbeffeggiare l’intera scuola rivelando i segreti di chiunque a tutti. Chiaramente, dato che i cinque ragazzi e il professore erano le uniche persone presenti nell’aula della punizione, una volta appurato che l’attacco allergico di Simon è stato provocato di proposito, il libro segue le indagini (sia dei quattro superstiti, sia della polizia per scoprire chi davvero abbia ucciso il ragazzo. 


8 febbraio 2022

Review Party: 'La Sostituta' - Sophie Adriansen-Mathou


Buongiorno, cari lettor*!

Oggi vi parlo di una graphic novel un po’ particolare su un argomento di cui si parla troppo poco. Mi riferisco a La Sostituta, edito Beccogiallo, che affronta il tema dell’amore e dell’istinto materno e del difficile adattamento post-partum.

Ringrazio la casa editrice Beccogiallo per la copia e Giorgia per aver organizzato l'evento!


Trama



«Non sono più quella che ero prima e non sono ancora quella che devo diventare.»


Marketa e Clovis, innamorati pazzi, aspettano un bambino. Ma il parto segna la fine della favola… La nascita di Zoe non è come Marketa l’aveva immaginata, e l’istinto materno tarda a manifestarsi. Marketa non riconosce più il suo corpo e, nello stesso tempo, si sente smarrita davanti a questa neonata così indifesa di cui ormai è responsabile.


Riuscirà a sentirsi madre? Ad amare la sua bambina? A smettere di pensare che una sostituta farebbe meglio di lei?









Recensione


Vorrei iniziare questa recensione proponendovi un piccolo pezzo di Il Mostruoso Femminile - Il Patriarcato e la Paura dele Donne di Jude Ellison e Sady Doyle che ci aiuta a introdurre il tema di cui parliamo oggi.


Siamo portati a credere che la famiglia nucleare, guidata dalla figura paterna, non solo sia naturale o necessaria, ma sia anche l’unica via possibile per una felicità duratura; di contro le madri single o le coppie senza figli sembrano inappagate e infelici […]. L’idea che una donna possa essere etero, sposata, circondata da bambini e comunque trovare la vita fondamentalmente vuota è una minaccia, soprattutto perché mette in discussione la “naturale” spontaneità dell’essere madre.

«Nonostante le nostre intenzioni liberali, la madre che non ama i suoi figli è ancora considerata un’aberrazione» scrisse la femminista francese Élisabeth Badinter nel 1980 in L’amour en plus. «Siamo pronti a giustificare tutto piuttosto che ammettere il fatto in tutta la sua brutalità.» […] 

Il celebre psicologo infantile Bruno Bettelheim indirizzò una lettera di protesta al suo [di E. Badinter] editore americano, […]. «Ho una certa esperienza con l’assenza di istinto materno» scrisse, ma lasciare che quelle madri scoprano di non essere sole «avrebbe rimosso il senso di colpa che provavano nel rifiutare i propri figli, l’unica protezione possibile per quei bambini».

Non capita spesso che il patriarcato scopra così le sue carte, ma ecco qui: come si fa a tenere Mamma al suo posto? Senso di colpa e nessuna possibilità di gioia. Le donne dovevano essere relegate alla gravidanza e all’educazione dei figli, e se quei ruoli non le rendevano felici, dovevano credere che erano loro ad avere qualcosa di sbagliato. […] Forse la famiglia patriarcale non funziona, non ha mai funzionato, e non potrà mai farlo; forse l’unico modo in cui può sopravvivere è sfruttando le donne come risorse a cui far svolgere un lavoro non retribuito, opprimendole e additandole come pazze o cattive se si lamentano.

Forse. Ma nel frattempo ogni sitcom o libro di fiabe in cui ci imbattiamo racconta la stessa storia: Papà, Mamma e Bambino, la loro felicità, la loro normalità, l’accettazione beata del proprio destino, che dopotutto è l’unico possibile. Le famiglie reali cercano di adeguarsi a questa narrazione, e le donne, confrontando la propria esperienza con un tale modello, decidono se odiarsi o meno, e vivono ricolme di quel senso di colpa che Bettelheim considerava necessario alla creazione di un’infanzia felice.” (Capitolo 6, Famiglia, Fun Home, p. 136-139)




Questo è il fulcro della graphic novel La Sostituta. Il modello patriarcale ci ha abituat* tutt* a pensare alla figura materna come ad una figura capace di amore incondizionato che è semplicemente dovuto al bambino, senza se e senza ma. Il bambino diventa il fulcro della vita della madre e ad ella è richiesto di annullarsi per il proprio figlio e amarlo incondizionatamente, perché è nata per quello e il suo istinto materno prevede questo. Non solo, la madre è anche tenuta a svolgere il proprio compito di madre in maniera egregia, senza mai lamentarsi, perché è quello il suo posto naturale e un qualcosa che ha di innato dentro di sé, ed è dunque tenuta ad accettare gioie e fatiche della maternità senza banfare, facendo sempre un lavoro impeccabile nonostante non esistano guide per imparare a fare il genitore. Ma cosa accade se questo amore non scatta e la madre si sente inadeguata al proprio ruolo? Cosa accade se la madre inizia a sentire il peso di questo compito, in una società che spesso riversa su di lei tutte le responsabilità del caso?

Molto semplicemente, la società la fa sentire terribilmente in colpa, inadeguata, non degna del dono della maternità (che ovviamente è visto come un dono e non altro) e via quindi allo scarso supporto nel fronteggiare depressione post-partum, scarsa autostima e accettazione di sé, spossatezza e un perenne senso di inadeguatezza e desiderio di dimostrare a tutt* di essere brava.


4 febbraio 2022

Review Party: 'La Dea in Fiamme' (La Guerra dei Papaveri #3) - R. F. Kuang


Buongiornissimo, kaffè!

Come andiamo? Oggi ci attende un arduo compito: parlare dell’ultimo capitolo della serie La Guerra dei Papaveri, arrivata al suo culmine con La Dea in Fiamme, di cui oggi discutiamo. Ringrazio la CE per la copia digitale e le mie colleghe per avermi accompagnata in questo viaggio.


Trama



Dopo aver salvato il Nikan dagli invasori stranieri e aver combattuto l’infernale imperatrice Su Daji, Fang Runin è stata tradita dai suoi alleati e abbandonata in fin di vita.


Nonostante tutto ciò che ha perso, Rin non ha rinunciato a lottare per il popolo delle province meridionali, a cui ha sacrificato così tanto, e soprattutto per il suo villaggio natale, Tikany. Nel tornare alle sue radici, Rin dovrà fronteggiare ardue sfide, ma anche inaspettate opportunità.


I suoi nuovi alleati alla guida della Coalizione del sud sono astuti e infidi, ma Rin si accorge presto che a detenere il vero potere nel Nikan sono i milioni di cittadini comuni assetati di vendetta che la venerano come una dea salvatrice.


Appoggiata dal massiccio esercito del sud, Rin userà ogni arma per sconfiggere la Repubblica del Drago, i colonizzatori esperiani e tutti coloro che minacciano le arti sciamaniche e coloro che le praticano.


Acquisterà maggiore forza o influenza, ma sarà anche in grado di resistere al richiamo della Fenice, che la spinge a dare alle fiamme il mondo intero?



Recensione


Questo terzo libro è il terzo libro che non ci meritavamo, ma di cui avevamo bisogno. E’ un finale molto lungo e sebbene sia più scarso di avvenimenti se comparato ai libri precedenti, sicuramente non manca di emozioni.



Ritroviamo Rin con i pochi alleati di sempre in lotta per liberare il Sud dal dominio di quella che avrebbe dovuto diventare la Repubblica di Vaisra e dagli Esperiani, e in questo ultimo capitolo tutti i nodi vengono al pettine nella loro drammaticità.


La cosa che sicuramente mi ha colpito di più è il brusco cambio di toni nel corso del libro: da vera maestra di strategia e scrittura, Kuang ci ha abituato ai suoi fini stratagemmi militari e sconvolgimenti di potere e così questo terzo libro non può essere da meno. Da metà in poi, però, prevale un senso di inevitabilità e predestinazione, perché appare sempre più evidente che Rin e i suoi alleati sono vittime del progresso e affannano nello stare al passo con le esigenze del mondo reale e della tecnologia che avanza e che in questo nuovo mondo dominato dagli Esperiani - che altro non sono che la versione di Kuang per rappresentare gli Occidentali e la generale colonizzazione Occidentale dell’Asia - dovranno sempre ritagliarsi spazio con le unghie e con i denti. Il mondo va avanti senza gli sciamani e sebbene questi siano le creature più potenti mai esistite sulla terra, hanno difficoltà a gestire il mondo reale fatto di fame, carestie, commerci e intrighi politici e vengono facilmente soppiantati dalla maggiore efficienza Esperiana. In tal senso infatti, Rin è il perfetto esempio di sciamana potentissima, il migliore soldato che camminerà mai su questa terra, ma assolutamente incapace di governare un paese con efficienza e obiettività. Il finale, autenticamente emozionante, è la perfetta dimostrazione della lungimiranza dell’autrice, che ha voluto costruire questa epopea epica accompagnando il lettore mano nella mano insieme a Runin salvo poi fargli capire che il destino del mondo è diverso e che un equilibrio con l’Occidente colonizzatore è necessario per la sopravvivenza. Il confitto centrale del libro è difatti questo: da una parte la necessità di piegarsi al colonizzatori per sopravvivere, dall’altra il desiderio di vincere sull’Occidente e trionfare su tutto e tutti con le proprie forze per guidare la rinascita del continente e il libro è un capolavoro di rassegnazione, inevitabilità e di lotta contro un nemico apparentemente più debole, ma con un insormontabile vantaggio strategico che lo rende invincibile.