Amici, follettini e follettine, buon salve!
Oggi primo appuntamento con una trilogia che ci accompagnerà per un mese e che la Fazi ha recentemente deciso di ristampare con una nuova - e splendida - veste grafica. Sto naturalmente parlando della trilogia della Chimera di Praga della celeberrima Laini Taylor, di cui oggi analizzeremo il primo capitolo.
Se seguite il blog da un bel po’, sapete già che questa era per me una rilettura. Così come abbiamo fatto per il Grishaverse, anche per Laini Taylor questa recensione è da intendersi come riesame del mio parere dell'epoca a seguito di una lettura più adulta e matura (si spera).
Ringrazio la casa editrice Fazi per la copia digitale e Nia per aver organizzato il tutto.
Trama
Karou ha diciassette anni, è una studentessa d’arte e per le strade di Praga, la città in cui vive, non passa inosservata: i suoi capelli sono di un naturale blu elettrico, la sua pelle è ricoperta da un’intrigante filigrana di tatuaggi, parla più di venti lingue e riempie il suo album da disegno di assurde storie di mostri. Spesso scompare per giorni, ma nessuno sospetta che quelle assenze nascondano un oscuro segreto. Figlia adottiva di Sulphurus, il demone chimera, la ragazza attraversa porte magiche disseminate per il mondo per scovare i macabri ingredienti dei riti di Sulphurus: i denti di ogni razza umana e animale.
Ma quando Karou scorge il nero marchio di una mano impresso su una di quelle porte, comprende che qualcosa di enorme e pericoloso sta accadendo e che tutto il suo universo, scisso tra l’esistenza umana e quella tra le chimere, è minacciato. Ciò che si sta scatenando è il culmine di una guerra millenaria tra gli angeli, esseri perfetti ma senz’anima, e le chimere, creature orride e grottesche solo nell’aspetto esteriore; è il conflitto tra le figure principi del mito cristiano e quelle dell’immaginario pagano. Nel disperato tentativo di aiutare la sua “famiglia”, Karou si scontra con la terribile bellezza di Akiva, il serafino che per amore le risparmierà la vita.
Con questo libro unico, acclamato dalla critica più esigente, Laini Taylor tesse un raffinato modern fantasy permeato dalle intriganti atmosfere praghesi e dalla tradizione mitologica del mondo classico, in cui la ricerca della natura interiore si accompagna alla scoperta del vero, ma sempre contrastato amore.
«Tanto tempo fa un angelo e un diavolo si innamorarono. Non finì bene».
Recensione
La mia vecchia recensione iniziava con “La Chimera di Praga è la storia di Karou.” e su questo non c’è nulla da dire. La sintesi della trama che però feci all’epoca è particolarmente riduttiva, quindi non ve la ripropongo. Semmai, se proprio non avete idea della trama della Chimera di Praga - cosa che mi sembra improbabile - vi basti pensare a una storia d’amore proibita tra due creature - Karou e Akiva - provenienti da due razze diverse in guerra da sempre. Certo, condita da tematiche varie e variegate, ma l’ossatura della trilogia è questa. Karou ha sempre vissuto con le Chimere, mitiche creature dall’aspetto di animali antropomorfi, e nella fattispecie con Sulphurus, una figura di poche parole e molti segreti che gestisce un negozio dove si scambiano merci misteriose e attraverso il quale si può viaggiare tra i mondi. Akiva invece è un angelo, figlio bastardo dell’Imperatore.
La vera forza di questa serie è senza dubbio la sua abilità di affrontare tante tematiche in maniera accurata e autenticamente emozionante coniugandola con un ritmo narrativo stupefacente che tiene incollati alle pagine (per davvero!).
Con La Chimera di Praga, sebbene sia solamente il primo libro introduttivo di quella che è una storia senza dubbio complessa e che rivelerà tutto il suo potenziale nei seguiti, la Taylor dimostra la sua straordinaria abilità nel descrivere un mondo completo in maniera decisa, semplice ed immediata. La prima parte è ambientata a Praga e sicuramente la città Ceca viene resa con grande realismo tant’è che se l’avete visitata senza dubbio vi sarete ritrovati nella sua atmosfera d’altri tempi (NB: il Poison Kitchen non esiste, ahimè). Molto presto, però, la fredda aria della città cede il passo alla reale tematica del libro: la guerra. Questa ultima e l’odio che Chimere e Angeli provano gli uni per gli altri sono descritti con realismo e verosimiglianza straordinaria; terribili perdite e drammi personali di chi la combatte inclusi. Spesso addirittura ci si dimentica di star leggendo di una guerra fittizia…
L’ambientazione sposa pienamente questo contesto di guerra e si percepisce come ogni azione di Angeli e Chimere sia finalizzata al conflitto. Ricordo infatti che da anni in questo mondo non esiste altro, è tutto ciò che i personaggi che vi si muovono all’interno conoscono, e perciò ogni più piccolo dettaglio di world-building è dedicato alla definizione di questa lotta, che, inevitabilmente, costituisce la forza portante del romanzo e finisce per influenzare anche il rapporto tra i due personaggi principali.