Buongiornissimo, caffè, amici!
Oggi siamo qui per parlare di una graphic novel un po’ particolare, che vuole affrontare un tema molto spesso ignorato dal grande pubblico, ma che riguarda una realtà tristemente comune e che da anni tocca migliaia di persone ogni giorno. Sto parlando de La Città di Cap del trio Iovine, Maccariello e Carbone.
Ringrazio tanto la Beccogiallo per la copia in anteprima e... Iniziamo!
Trama
La città di Cap è ispirata alla storica impresa di Jean Pierre Yvan Sagnet: grazie a lui, il caporalato oggi è riconosciuto nell'ordinamento giuridico italiano come reato. Non solo, la sua azione ha dato avvio al primo processo su scala europea contro alcuni imprenditori che sfruttavano manodopera. Nonostante il suo coraggio e il suo impegno, la situazione del lavoro bracciantile in Italia è ancora largamente al di sotto della soglia del diritto. Ne "La città di Cap" gli autori immaginano una realtà distopica, ambientata in un futuro non troppo lontano, che mostra le conseguenze di una progressiva erosione dei diritti e consegnano la rivoluzione nelle mani di una donna giovane, nera e sfruttata. Una persona umile che, dal gradino più basso della società, muove le coscienze, accende il senso civico, innescando una rivolta alla riscoperta dei diritti, capace di cambiare il destino di molti. Così, Cap, presentataci come una città ordinata, funzionale, perfetta, quasi paradisiaca, in realtà si rivela essere infernale, mentre l'imperfezione di un sogno è in grado di restituire libertà e umanità.
Recensione
I libri che parlano di tematiche di cui spesso non si parla sono sempre ben accetti in questa casa. Viva gli argomenti scomodi e viva il parlarne con mezzi nuovi. La Città di Cap affronta infatti il tema del caporalato, che se non si è un minimo attenti alle tematiche dell’immigrazione e dello sfruttamento degli ‘ultimi’ è molto sottovalutata, quindi buono così e avanti tutta!
Con dei toni alla Il Nuovo Mondo di Huxley, La Città di Cap punta a raccontare cosa sarebbe successo se il caporalato fosse istituito dallo stato, traendo liberamente spunto da cosa sarebbe potuto succedere se le rivolte dei braccianti agricoli nel Meridione italiano non avessero avuto successo e fossero state sedate per imporre il ‘nuovo ordine’. Questo nuovo ordine è rappresentato nella graphic novel dalla città di Cap, dove ogni uomo ed ogni donna vive per lavorare e guadagnarsi il minimo indispensabile per sopravvivere (e talvolta nemmeno) e gli originali agitatori e fomentatori della rivolta sono ormai vecchi e stanchi e guardano alla città con disperazione.