Alloraaaaa, buondì!
Sono completamente priva della forza per scrivere le recensioni lol la sessione mi ha prosciugato emotivamente e psicologicamente, quindi eccomi qua dopo tre giorni dall’uscita del post IG dedicato a La Stirpe della Gru, please bear with me.
Se mi seguite lì (sono @raggywords), sapete perfettamente che questo libro è… Brutto. Continuate a leggere e vi spiegherò perchè a me non è piaciuto!
Trama
I TIRANNI ESTIRPANO I CUORI.
I GOVERNANTI SACRIFICANO IL PROPRIO.
La principessa Hesina di Yan ha sempre desiderato sfuggire alle responsabilità della corona, per vivere nell’anonimato. Ma quando il suo amato padre muore, viene gettata nell’arena dei giochi di potere e diventa all’improvviso sovrana di un regno incredibilmente instabile. Per di più, Hesina è convinta che il re sia stato ucciso, e che l’omicida sia qualcuno che le è molto vicino.
La corte è piena di ipocriti e delatori che non vedono l’ora di approfittare della morte del monarca per accrescere la propria influenza: ciascuno di loro potrebbe essere l’assassino.
I suoi consiglieri vorrebbero che Hesina accusasse il regno confinante di Kendi’a, il cui governante ha già radunato le truppe per la guerra. Determinata invece a trovare il vero colpevole e con qualche dubbio sulla fedeltà della sua stessa famiglia, Hesina compie un gesto disperato: si rivolge a un’indovina, il Giaggiolo argenteo. Un atto di tradimento, punibile con la morte, poiché la magia nel regno di Yan è da secoli vietata dalla legge.
Seguendo le parole della veggente, Hesina chiede aiuto ad Akira, un delinquente patentato dalla mente brillante e acuta, un detenuto che nasconde più di un segreto.
Il futuro del regno di Yan è in pericolo: riuscirà Hesina ad avere giustizia per suo padre? O il prezzo da pagare sarà troppo alto?
Recensione:
PS: Raga, ma che vuol dire I TIRANNI ESTIRPANO I CUORI... Bah
Aiuto. Da dove comincio? Beh, dal dire che questo libro non merita i vostri soldi, così, al brucio. Perchè, chiederete voi? Per una serie di motivi non del tutto trascurabili, il peggiore dei quali è Hesina, la protagonista.
Hesina è proprio un’idiota e mi dispiace, ma non merita gentilezza. E’ scema nel senso che è ingenua, inadatta al ruolo che si mette in testa di dover ricoprire, infantile, stupida. Non riesce a fare 2+2 neanche con una calcolatrice e per di più eleva i propri problemi e le proprie sensazioni al di sopra di quelle degli altri, come se fossero le uniche degne di nota. Si impone come regina sulla sua gente quando è palese che non ha le capacità per assolvere ai doveri di regnante, perché è convinta di essere l’unica che può scoprire la verità sulla morte di suo padre.
Ora, io non avrei grandi problemi con una protagonista vanesia e deficiente se non fosse che temo ci sia qualcos’altro sotto. Mi spiego meglio: sicuramente non mi vanno a genio le protagoniste idiote, ma quella è preferenza personale e lascia il tempo che trova. Il problema è che Hesina non riesce a mettere insieme nemmeno due concetti e a fare qualche deduzione banale e io ho paura il problema sia più profondo: credo infatti che Hesina sia stata resa così perchè ‘rappresentativa’ - secondo l’autrice, non certo secondo me - degli adolescenti ai quali questa storia è destinata. Beh, udite udite, non è così. Gli adolescenti non sono certo dei bambini e la figura di Hesina è un insulto a tutti loro, punto. I giovani andrebbero stimolati alla riflessione, sconvolti da colpi di scena sbalorditivi, introdotti a tematiche di rilievo, non ridotti a delle macchiette che non riescono ad andare oltre quello che viene detto loro.
Ma non è finita qui, figuriamoci! L’autrice infatti continua a prendere in giro i lettori inventandosi colpi di scena che la protagonista intuisce magicamente, iniziando ad avere sospetti su personaggi a caso senza nessun motivo. 50 pagine dopo, quel personaggio si rivela un cattivone senza speranza, come Hesina aveva predetto. Ma dai!
Questo, però, intendiamoci, non è affatto un problema di come la scrittrice vede i propri lettori, ossia scemi e non particolarmente capaci di intuire le dinamiche del racconto, no, è proprio un problema di scrittura. Joan infatti non sapendo come inserire i colpi di scena all’interno della storia decide di introdurli gradualmente facendo sospettare a Hesina di chiunque, anche quando non ne ha alcun motivo. Questo, di fatto, oltre ad essere un espediente piuttosto scadente, è anche controproducente perchè rovina la sorpresa (vedi necessità di stimolare gli adolescenti di cui sopra).
Bisogna poi aprire un capitolo infinito sul world-building pseudo-asiatico che dovrebbe fare da sfondo alla storia. Dico ‘dovrebbe’, perchè l’autrice è stata bravissima a non menzionare mai qualcosa che riguardi il world-building nemmeno per sbaglio e ce ne vuole! Il contesto è vago, poco inquadrato nel tempo e nello spazio e con qualche sprazzo di colore qua e la rappresentato da una tonaca tipica, un pavimento laccato, un cibo tradizionale. Ah, c’è anche un riferimento piuttosto grosso al passaggio da lingua tradizionale a lingua semplificata che chi ha studiato Cinese avrà sicuramente colto, ma a parte questo basta. Ripetiamo quindi tutti insieme che non basta inserire qualche vestito qua e là e qualche scultura particolare per rendere un fantasy un fantasy ambientato in Asia, okay?
Mi dispiace molto perché essendo l’autrice una studiosa delle culture asiatiche, sicuramente aveva un notevole bagaglio culturale a cui attingere, dunque questa è più che altro un’occasione sprecata.. Di fantasy ambientati in Asia che invece traggono chiaramente a piene mani da quella cultura ce n’è a bizzeffe (uno su tutti, La Grazia dei Re) e mi spiace dire che La Stirpe della Gru non spicca per originalità o rappresentatività dell’ambientazione, perché quest’ultima non esiste.
Ultimo, ma non per questo migliore, il sistema magico o, per meglio dire, la parvenza di un sistema magico. In teoria ci sono degli Indovini, le cui abilità però si capiscono sempre poco e vengono spiegate al lettore in maniera piuttosto confusa, dando l’impressione che ‘più avanti si capirà tutto, non temere’, salvo poi non giungere mai a questo ‘più avanti’. Ciliegina sulla torta, gli Indovini possono in teoria vedere il futuro, dunque non serva vi dica io quanto sia difficile e periglioso inserire un potere del genere in un libro e non cadere mai in controsensi temporali o veri e propri paradossi. L’autrice però ha usato questo potere quando le faceva comodo, per risolvere la situazione in più punti, ma poi si è purtroppo completamente dimenticata delle sue implicazioni. Delle persone che vedono il futuro, ma che non sono state in grado di evitare delle persecuzioni né tantomeno di sfruttare questo dono così prezioso a loro vantaggio rimanendo una minoranza discriminata non sono proprio credibili, no?
Quindi no, amici, non ve lo consiglio. So che l’edizione è particolarmente bella e meriterebbe un posto in primo piano nella vostra libreria, ma il contenuto è di tutt’altra risma. Per altro, la serie è interrotta e non si sa se i seguiti usciranno mai, quindi…
Un grande no, no e ancora no.
Verdetto:
Scappate.
A presto, si spera con letture migliori!
Rainy
Lo vogliamo dire che il cattivo si intuisce a pagina 12? COLPO DI SCENA, ERA QUELLO TROPPO BUONO PER ESSEFE VERO
RispondiEliminaQuesto libro è un grande 'MA FAI SUL SERIO?!'
EliminaOnestamente non credo me lo farò ripetere due volte ... scappo! 🙈
RispondiEliminaAhahahah e fai bene
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