Buongiorno, amici e amiche.
Mi occorre francamente prendere un bel respiro, perché la recensione di oggi è difficile. E’ difficile da pensare, è difficile da articolare ed è difficile da scrivere. Il libro in questione è un libro di cui in tanti hanno già parlato perché era atteso con trepidazione da una gran parte dell’internet.
Sto parlando di Harrow La Nona, seguito dell’acclamato Gideon La Nona, libro per il quale è stato fatto del marketing prepotentemente sbagliato e al quale io ho dato ben 4 stelle… E poi è venuto Harrow La Nona.
Come sempre ringrazio la CE per la copia digitale in anteprima e Nia per aver organizzato l’evento.
Trama
Harrowhark Nonagesimus, l’ultima necromante della Nona Casa, è stata ingaggiata dall’Imperatore per combattere una guerra che non si può vincere. Fianco a fianco con la rivale che più detesta, Harrow deve perfezionare le sue arti e diventare un angelo della non-morte. Ma si sente sempre peggio, la sua spada le dà la nausea e persino la mente minaccia di tradirla.
Chiusa nell’atmosfera gotica del Mithraeum dell’Imperatore con tre insegnanti poco amichevoli, inseguita dai fantasmi pazzi di un pianeta assassinato, Harrow deve affrontare due scomodi interrogativi: c’è qualcuno che sta provando a ucciderla? E, qualora ci riuscisse, l’universo sarebbe un posto migliore senza di lei?
La serie è composta da...
01. Gideon La Nona (recensione)
02. Harrow La Nona
03. Alecto La Nona (inedito)
Recensione
Il libro salta continuamente avanti e indietro nel tempo cambiando per ogni periodo stile di narrazione e alternando in questo senso seconda persona singolare e terza persona singolare. Uno dei primissimi problemi che ho avuto sono proprio legati allo stile perché trovo la seconda persona singolare particolarmente ostica da leggere, ma sono naturalmente preferenze personali e siccome in teoria la Muir fornisce una motivazione per questa scelta stilistica soprassederò.
Il punto fondamentale è che questo libro è una perdita di tempo per le prime 350 pagine, diciamo per il primo 70%. E’ una perdita di tempo, perché la Muir ha sviluppato una trama volutamente e intenzionalmente confusionaria, che ha lo scopo di confondere il lettore e impedirgli di capire cosa sia reale e cosa no, ma di fatto non aggiunge niente ai fini della trama o meglio niente che richieda 350 pagine. Questo primo 70% confusionario è fatto così intenzionalmente e si gioca con linee del tempo e punti di vista per spiazzare il lettore. Non solo, i personaggi si comportano anche in maniera radicalmente opposta rispetto al primo libro e vengono inserite apposta numerose incongruenze con quello che il lettore sa dalla fine di Gideon La Nona per disorientarlo e fargli dubitare della veridicità di quello che sta leggendo.
Dopo il grande colpo di scena (che poi tanto grande non è) verso il 70% allora la Muir torna la Muir che abbiamo conosciuto con Gideon La Nona e il suo stile torna accattivante, dinamico, irriverente e strafottente. Il restante 30% è un buon 30%, divertente, vivace e frenetico e ricorderà agli appassionati i fasti del primo libro e tutti i motivi per cui Gideon La Nona è una storia così cara ai suoi fan.
Peccato che queste due parti siano terribilmente slegate e manchi loro una vera e propria ragion d’essere. Non fraintendetemi, sono una fan dei libri dove non capisci un cavolo fino al grande colpo di scena finale che da un senso a tutta la vicenda, peccato che qua non sia così. C’è infatti una differenza fondamentale tra l’essere condotti attraverso una narrazione confusa con uno scopo e l’essere semplicemente guidati attraverso scene confusionarie random che ai fini della trama aggiungono poco e nulla e con Harrow siamo nel secondo caso. Il primo 70% è infatti pieno di scene inutili che appaiono troppo slegate dal primo libro al punto da risultare una caricatura dello stesso e, soprattutto, è ben il 70%. Oltre 350 pagine passate a non capire niente e a frustrare il lettore - e non è mai divertente essere confusi e spiazzati per così tanto, passi per un centinaio di pagine, ma qui stiamo letteralmente parlando di oltre metà del libro - per poi arrivare ad una risoluzione frenetica nell’ultimo 30% che fa domandare a cosa sia servito resistere a tutto quel nulla cosmico.