16 ottobre 2021

Recensione: 'La Corte dei Miracoli' - Kester Grant



Buongiornissimo, kaffè!


Oggi parliamo dell’ultima novità di casa Mondadori, aka La Corte dei Miracoli, un libro che si propone come retelling de I Miserabili di Victor Hugo. Ringrazio la CE per la copia digitale e le mie colleghe per aver partecipato!


Prima di iniziare a elencare pregi e difetti di questa storia, vorrei far scaturire una riflessione aperta: c’era bisogno di un retelling dei Miserabili? In generale, ha senso riscrivere - anche bene - i classici della letteratura mondiale? Fatemi sapere che ne pensate!


Nel mentre, andiamo con la recensione. Mi sarà piaciuto? Indovinate un po’…



Trama



Dopo il fallimento della Rivoluzione e l’uccisione di tutti i rivoluzionari, Parigi è una città divisa in due. Accanto al reticolo di viali severi, fiancheggiati da bossi e frequentati dall’aristocrazia, prospera infatti una giungla tenebrosa popolata da sciami di mendicanti, ladri ed emarginati, teatro di crimini e miseria, un luogo oscuro e senza leggi. Qui il potere è gestito dai Miserabili, una formidabile corte di criminali divisi in nove corporazioni, chiamata la Corte dei Miracoli.

Membro della Corporazione dei Ladri, Nina Thénardier può rubare qualunque cosa a chiunque. La ragazza, soprannominata la Gatta Nera, ha sfidato la sorte così tante volte da essere quasi diventata una leggenda tra i Miserabili. Eppure questo non sembra contare molto quando, ancora una volta, la sua strada si incrocia con quella di Lord Kaplan, detto Tigre, feroce capo della Corporazione della Carne. L’uomo ha messo gli occhi sulla sorella della giovane ladra e, si sa, nessuno è mai riuscito a impedirgli di ottenere ciò che vuole. Non ci è mai riuscita la Corte dei Miracoli, come potrebbe farlo Nina, sveglia certo, ma comunque una ragazza, minuta per di più?

Di due cose, però, Tigre non ha tenuto conto. La prima è una regola inviolabile per tutti i Miserabili: mai, mai rubare a una ladra. E la seconda è che, quando si tratta di proteggere chi amano, le gatte sono capaci di mostrare denti e artigli e di diventare decisamente pericolose…

Ispirandosi a due capolavori della letteratura di tutti i tempi, I miserabili di Victor Hugo e Il libro della giungla di Rudyard Kipling, Kester Grant tesse un’ammaliante storia di crudeltà, passione e vendetta che, attraverso le vicende della protagonista, condurrà i lettori nel ventre più oscuro di Parigi, passando per la sfavillante corte di Francia per abbracciare l’alba di una nuova rivoluzione.



La serie è composta da...

01. La Corte dei Miracoli

02. Inedito

03. Inedito



Recensione


Metto le mani avanti e dico che questo libro è tutto sommato caruccio se si soprassiede ad una serie di elementi che purtroppo sono molto significativi ai fini della trama. 


Il difetto maggiore è che, di nuovo, questo libro strumentalizza molto convenientemente il fascino del ‘Vecchio Continente’ (chissà perchè sugli Americani fa così tanta presa) per imbastire una storia che avrebbe la pretesa di essere un retelling, ma vi è lontano anni luce. De I Miserabili, infatti, questo libro ha ben poco e di accuratezza storica ancora meno, se possibile; l’unica eccezione è costituita dai nomi dei personaggi. Tutto ciò mi fa pensare che la nostra autrice si sia svegliata una mattina e abbia deciso di scrivere una storia del tutto originale che aveva già in mente da un po’, ma che tutto sommato non avesse voglia di fare un lavoro completo di stesura da zero e che quindi abbia deciso di ambientarla in un posto esotico a lei poco familiare come la Francia dell’ ‘800 ispirandosi a uno dei suoi musical preferiti, I Miserabili (escludo che I Miserabili sia uno dei suoi libri preferiti dal commento che ne fa nei ringraziamenti, sorry not sorry).


Cosa dovrebbe e non dovrebbe essere un retelling è infatti il punto centrale della questione: un retelling dovrebbe essere una rielaborazione creativa che si attenga alla vicenda che si vuole riscrivere per gli aspetti più significativi. Nel caso non ci si attenesse ai capi saldi della storia originale, non si avrebbe davanti un retelling, bensì una storia originale con giusto qualche rimando a quella di riferimento. Indovinate in che caso siamo?



La cosa che però davvero mi ha turbata è l’ambientazione temporale della vicenda. Ricordo che questo libro si ispira ai Miserabili, quindi è ambientato nel periodo della Restaurazione (diciamo primi 30 anni dell’ ‘800), ma prende le Corporazioni e le Corti da Notre-Dame de Paris di Hugo e all’inizio di ogni sezione del libro piazza una splendida citazione di Kipling dal Libro della Giungla (uscito nel 1894 in lingua inglese e al di là dell’incongruenza storica dubito le classi sociali inferiori di Parigi parlassero fluentemente inglese). Questo libro poi raccoglie eventi della Francia di ‘600 e ‘700 e inserisce il personaggio di Napoleone ancora generale al potere completamente a caso, partendo dal presupposto che la Rivoluzione sia fallita e di fatto quindi stravolgendo completamente la trama dei Miserabili. Ora, la cosa avrebbe anche potuto avere senso se il libro non dovesse essere un retelling dell’opera di Hugo. Ribadisco quindi che si possono dire tante cose de La Corte dei Miracoli, ma sicuramente non è un retelling e dell’opera originale ha solamente i nomi. Forse l’idea di rielaborare una storia di tale importanza è stata un po’ troppo ambiziosa?



Poniamo quindi che la storia non sia un retelling, ma una vicenda del tutto originale e che sia stato classificato come retelling erroneamente. Cosa rimane? Rimane una trama molto semplice, ma tutto sommato godibile, con ahimè un sistema di personaggi che fa acqua da tutte le parti. La protagonista Nina SONOLAGATTANERADELLACORPORAZIONEDEILADRI è la personificazione dell’overpower: riesce in cose impossibili al primo tentativo e senza nemmeno troppi problemi ed è una ladra talmente scaltra da rasentare l’irrealismo (per dire, riesce a sfilare una collana dal collo di una persona che dorme, quindi sdraiata sopra una parte della collana, quindi sollevandole la testa. Questa non si sveglia - ovvio! - e non c’è nemmeno una guardia nei dintorni a disturbare Nina, boh). E’ circondata da personaggi che risultano macchiette, perché poco sviluppati e poco interessanti con la sola eccezione di Saint Just, che però, nonostante sia una forte personalità rivoluzionaria e ribelle e perciò degno di grande interesse, è relegato a terzo vertice del triangolo amoroso. Stesso discorso vale per alcune tematiche sociali che l’autrice sfiora timidamente senza approfondire come la lotta di classe, la prostituzione o la meritocrazia e stesso discorso vale anche per le Corporazioni, ossia gruppi della parte più bassa della società specializzati in un certo tipo di crimini. Sarebbe stato interessante vederle impiegate meglio ai fini della trama e vederle sviluppate maggiormente, ma anche qui il libro è in difetto. Non sono particolarmente approfondite e vengono presentate come istituzioni terribili dalle regole ferree salvo poi non farsi problemi a infrangerle ogni due per tre seguendo i capricci di Nina. Infine, sebbene la trama risulti tutto sommato godibile, l’autrice spesso si rivolge a episodi di deus ex machina un po’ troppo convenienti per cavarsi fuori da situazioni scomode. 


La Corte dei Miracoli è quindi un libro che è stato erroneamente classificato come retelling dei Miserabili e che non spicca per nessuna sua caratteristica. Sebbene abbia una trama grossolana, ma abbastanza convincente, purtroppo il sistema dei personaggi non ne è all’altezza e così la storia risulta carina e godibile se non si hanno troppe pretese, ma decisamente traballante non appena si va a scavare più a fondo.


Peccato, perché con un pelo di struttura in più e forse una scelta più netta rispetto all’opera originale (o abbandonarla totalmente senza fingere che questo libro sia un retelling o al contrario rimanervi molto più fedeli e rispettare più punti chiave de I Miserabili. Comunque ci tengo a precisa che secondo la mia modesta opinione pensare di riscrivere un classico di tale portata - ma come qualsiasi altro libro considerato una pietra miliare della letteratura - è pura follia e anche decisamente supponente) questo libro avrebbe potuto essere ancora una storia tutto sommato carina e decisamente più godibile.


Verdetto:


★★★



A presto!
Rainy


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