ANCORA NON CI CREDO MA QUESTO GIORNO E' ARRIVATO. Anche la vostra Rainy - piccola blogger di quarta categoria - è stata invitata ad un evento dalla Mondadori (ringrazio di nuovo la gentilissima Anna che ha pensato a me). E non un evento qualsiasi, ma un incontro/intervista con il principe del fantasy, Jay Kristoff, autore della pluripremiata serie Illuminae e di Nevernight (di cui leggerete la recensione nei prossimi giorni).
Dunque questo è il delirante riassunto di quella mattina surreale, leggete se avete piacere di scoprire qualcosa di più su Jay e sui meravigliosi mondi da lui creati, soprattutto Nevernight. Ancora grazie al team della Mondadori e iniziamo!
NB: L'incontro era strutturato con una serie di domande fatte da vari blogger - che taggo tutti alla fine del post - a cui mister Kristoff ha gentilmente risposto, espandendo l'universo di Nevernight e aiutando noi lettori a conoscere meglio lui e il suo stile di scrittura!
NBB: Inutile dire che tutte le foto presenti in questo post sono state fatte dalla sottoscritta, yuppi, + varie fanart di cui trovate gli autori sotto alle immagini. Ancora più inutile è precisare che ogni parola qui sotto è stata pronunciata da Jay e riorganizzata in un discorso da me, niente di inventato!
Enjoy!
Fan art by Diana |
01. Partendo dall'inizio, come è nata l'idea del mondo di Nevernight e come si è sviluppata nei tre volumi?
Qui Mister Kristoff ci ha rivelato forse il dettaglio più interessante di tutta l'intervista e che l'ha consacrato (insieme ad un altro piccolo particolare che vedremo alla fine) tra gli autori che stimo: ha detto di essere un grandissimo nerd di storia Romana Antica e perciò di aver basato molto di ciò che Nevernight è sulla storia della Jens Julia. La realtà storica, la sua passione e la fantasia dunque si mischiano nello splendido racconto che tutti noi abbiamo avuto il piacere di leggere.
Sostanzialmente Kristoff ha immaginato cosa sarebbe accaduto e come sarebbe stato il mondo se il complotto ordito da Cesare per ribellarsi al Senato fosse fallito. Il Cesare fittizio che immagina Kristoff, è sostanzialmente un generale che si è ribellato, ma ha fallito, facendo precipitare Nevernight nella tirannia e nella violenza.
02. Perchè hai voluto iniziare la serie di Nevernight comunicando subito ai lettori la morte della protagonista, facendo così uno spoiler sul finale?
"Perchè sono cattivo".
..
Si, amici, ha detto proprio così.
Naturalmente il motivo reale è diverso: Mia (la protagonista di Nevernight; nda) è stata concepita come un personaggio leggendario che ha vissuto nella violenza e perciò avrà la sua fine nella violenza. Jay voleva costruire un viaggio ben definito che attraversa la sua vita e conduce alla sua morte, creando per altro tanta aspettativa nel lettore.
Oltretutto - elemento che ho trovato delizioso - così facendo nessuno nella storia è al sicuro: il lettore ha quasi paura di voltare la pagina e scoprire cosa succede, perchè se il personaggio principale muore, allora nessun altra figura può dirsi davvero tranquilla. Tutti devono temere la morte.
03. Quando hai finito di scrivere la trilogia cosa hai provato, ma soprattutto avevi idea del grande successo che avrebbe avuto?
Si è ovviamente sentito molto triste, quasi prossimo alle lacrime. Il nostro Jay ha messo molto di sè nell'epilogo, come se fosse lui stesso a dire addio ai lettori e a lasciarli andare per abbandonare definitivamente il mondo di Nevernight.
(Ha anche rivelato di aver scritto ben tre diversi finali, uno più triste dell'altro, per poi optare per il più allegro lololol).
Non aveva assolutamente idea del successo che avrebbe avuto la serie, anche perchè in America questo successo ha scarseggiato e non è stato supportato da una moltitudine di eventi come invece è successo in Italia.
04. Sapevi già come si sarebbe conclusa la storia di Mia dalla prima stesura del primo libro?
Qui Jay ha dato una lezione di scrittura a tutti noi spiegando che esistono due tipi di scrittori nel mondo, chi definisce tutto prima minuziosamente e poi scrive in ordine cronologico e chi invece procede man mano senza sapere esattamente dove sta andando. Ha usato la metafora di un guidatore che sta andando verso una città e la vede in lontananza. Sa dove sta andando, vede la città, ma non sa come ci arriverà, attraverso quale strada.
Piccolo fun fact: il narratore che aveva originariamente pensato come autore delle note e dei commenti nel libro non si è poi rivelato l'autore che i lettori hanno trovato nella versione finale lol. Jay ha infatti ammesso di essere stato sorpreso dai personaggi.
05. Qual è stato il momento più difficile da scrivere nell’intera trilogia?
Semplice: le scene di sesso.
Non l'aveva mai fatto prima ed è stato strano doverle scrivere sapendo che tutti i suoi familiari le avrebbero lette.
Ha persino usufruito dell'aiuto della moglie e di alcune amiche di sua moglie, appassionate di romanzi rosa e erotici, che gli hanno fornito una "best of" di scene di sesso come ausilio.
06. Luce e Oscurità, due realtà contrapposte che in Nevernight assumono sfumature nuove e particolari. Da dove è nata l’idea di questa battaglia ideologica?
06. Luce e Oscurità, due realtà contrapposte che in Nevernight assumono sfumature nuove e particolari. Da dove è nata l’idea di questa battaglia ideologica?
Qui naturalmente la risposta immediata è stata che questa battaglia è una delle caratteristiche classiche dei fantasy, uno dei temi più noti.
Classicamente però la luce è 'buona' e l'oscurità è 'malvagia' e lui voleva invertire un po' i ruoli nella vicenda.
Mia del resto è un personaggio semi-oscuro.
Jay voleva anche veicolare l'idea che nessuno dei due estremi è ideale: un eccesso di luce o oscurità porta inevitabilmente alla tirannia ed era proprio questo che egli voleva rappresentare con la peculiare forma di governo dell'ambientazione.