30 settembre 2019

28 Settembre - Un caffè con Jay Kristoff

Buongiornissimo kaffè, amici!
ANCORA NON CI CREDO MA QUESTO GIORNO E' ARRIVATO. Anche la vostra Rainy - piccola blogger di quarta categoria - è stata invitata ad un evento dalla Mondadori (ringrazio di nuovo la gentilissima Anna che ha pensato a me). E non un evento qualsiasi, ma un incontro/intervista con il principe del fantasy, Jay Kristoff, autore della pluripremiata serie Illuminae e di Nevernight (di cui leggerete la recensione nei prossimi giorni).


Dunque questo è il delirante riassunto di quella mattina surreale, leggete se avete piacere di scoprire qualcosa di più su Jay e sui meravigliosi mondi da lui creati, soprattutto Nevernight. Ancora grazie al team della Mondadori e iniziamo!

NB: L'incontro era strutturato con una serie di domande fatte da vari blogger - che taggo tutti alla fine del post - a cui mister Kristoff ha gentilmente risposto, espandendo l'universo di Nevernight e aiutando noi lettori a conoscere meglio lui e il suo stile di scrittura!
NBB: Inutile dire che tutte le foto presenti in questo post sono state fatte dalla sottoscritta, yuppi, + varie fanart di cui trovate gli autori sotto alle immagini. Ancora più inutile è precisare che ogni parola qui sotto è stata pronunciata da Jay e riorganizzata in un discorso da me, niente di inventato!

Enjoy!




Fan art by Diana

01. Partendo dall'inizio, come è nata l'idea del mondo di Nevernight e come si è sviluppata nei tre volumi? 


Qui Mister Kristoff ci ha rivelato forse il dettaglio più interessante di tutta l'intervista e che l'ha consacrato (insieme ad un altro piccolo particolare che vedremo alla fine) tra gli autori che stimo: ha detto di essere un grandissimo nerd di storia Romana Antica e perciò di aver basato molto di ciò che Nevernight è sulla storia della Jens Julia. La realtà storica, la sua passione e la fantasia dunque si mischiano nello splendido racconto che tutti noi abbiamo avuto il piacere di leggere.
Sostanzialmente Kristoff ha immaginato cosa sarebbe accaduto e come sarebbe stato il mondo se il complotto ordito da Cesare per ribellarsi al Senato fosse fallito. Il Cesare fittizio che immagina Kristoff, è sostanzialmente un generale che si è ribellato, ma ha fallito, facendo precipitare Nevernight nella tirannia e nella violenza.

02. Perchè hai voluto iniziare la serie di Nevernight comunicando subito ai lettori la morte della protagonista, facendo così uno spoiler sul finale?

"Perchè sono cattivo".
..
Si, amici, ha detto proprio così. 
Naturalmente il motivo reale è diverso: Mia (la protagonista di Nevernight; nda) è stata concepita come un personaggio leggendario che ha vissuto nella violenza e perciò avrà la sua fine nella violenza. Jay voleva costruire un viaggio ben definito che attraversa la sua vita e conduce alla sua morte, creando per altro tanta aspettativa nel lettore.
Oltretutto - elemento che ho trovato delizioso - così facendo nessuno nella storia è al sicuro: il lettore ha quasi paura di voltare la pagina e scoprire cosa succede, perchè se il personaggio principale muore, allora nessun altra figura può dirsi davvero tranquilla. Tutti devono temere la morte.

03. Quando hai  finito di scrivere la trilogia cosa hai provato, ma soprattutto avevi idea del grande successo che avrebbe avuto?

Si è ovviamente sentito molto triste, quasi prossimo alle lacrime. Il nostro Jay ha messo molto di sè nell'epilogo, come se fosse lui stesso a dire addio ai lettori e a lasciarli andare per abbandonare definitivamente il mondo di Nevernight.
(Ha anche rivelato di aver scritto ben tre diversi finali, uno più triste dell'altro, per poi optare per il più allegro lololol).

Non aveva assolutamente idea del successo che avrebbe avuto la serie, anche perchè in America questo successo ha scarseggiato e non è stato supportato da una moltitudine di eventi come invece è successo in Italia.

04. Sapevi già come si sarebbe conclusa la storia di Mia dalla prima stesura del primo libro?

Qui Jay ha dato una lezione di scrittura a tutti noi spiegando che esistono due tipi di scrittori nel mondo, chi definisce tutto prima minuziosamente e poi scrive in ordine cronologico e chi invece procede man mano senza sapere esattamente dove sta andando. Ha usato la metafora di un guidatore che sta andando verso una città e la vede in lontananza. Sa dove sta andando, vede la città, ma non sa come ci arriverà, attraverso quale strada.

Piccolo fun fact: il narratore che aveva originariamente pensato come autore delle note e dei commenti nel libro non si è poi rivelato l'autore che i lettori hanno trovato nella versione finale lol. Jay ha infatti ammesso di essere stato sorpreso dai personaggi.

05. Qual è stato il momento più difficile da scrivere nell’intera trilogia?

Semplice: le scene di sesso.
Non l'aveva mai fatto prima ed è stato strano doverle scrivere sapendo che tutti i suoi familiari le avrebbero lette.
Ha persino usufruito dell'aiuto della moglie e di alcune amiche di sua moglie, appassionate di romanzi rosa e erotici, che gli hanno fornito una "best of" di scene di sesso come ausilio.

06. Luce e Oscurità, due realtà contrapposte che in Nevernight assumono sfumature nuove e particolari. Da dove è nata l’idea di questa battaglia ideologica?

Qui naturalmente la risposta immediata è stata che questa battaglia è una delle caratteristiche classiche dei fantasy, uno dei temi più noti.
Classicamente però la luce è 'buona' e l'oscurità è 'malvagia' e lui voleva invertire un po' i ruoli nella vicenda.
Mia del resto è un personaggio semi-oscuro.
Jay voleva anche veicolare l'idea che nessuno dei due estremi è ideale: un eccesso di luce o oscurità porta inevitabilmente alla tirannia ed era proprio questo che egli voleva rappresentare con la peculiare forma di governo dell'ambientazione.


07. È davvero giusto associare le ombre alle paure che ci portiamo dentro? O, come ci insegna Mia, sono piuttosto un’altra faccia della luce? Quella più densa, il risultato di ferite, dolori, solitudini?

L'intera trilogia è un'analisi di come non si possa avere la luce senza oscurità. Jay ha confessato che è una persona molto irosa e usa questa negatività per incanalarla in una direzione positiva. La trilogia parla proprio di questo, di Mia alle prese con la consapevolezza che le sue paure sono una parte fondamentale della sua vita.
Ha poi usato la bellissima metafora di due amanti: amare qualcuno nella propria vita significa anche avere paura che egli possa andare via, dunque questo dimostra come una parte importante, legittima e naturale della vita sia la paura.

08. La città di Godsgrave è liberamente ispirata a Venezia: perché hai scelto proprio questa città e qual è il tuo rapporto con l'Italia?

Kristoff ha vissuto a Venezia proprio quando immaginava il primo libro e Godsgrave ed è per questo che si ritrovano così tante similitudini tra le due città nei libri.

09. A chi ti sei ispirato per creare il personaggio di Mia e cosa c’è di tuo in lei?

Mia è ovviamente una combinazione di un sacco di persone che Jay conosce (madre, moglie, sorella..), ma c'è anche tanto di sè in lei. Mia è sostanzialmente un Jay adolescente: il modo in cui affronta i problemi, le cose importanti per lei... Sono tutte caratteristiche dello stesso Jay, che ha riversato più di sè stesso in Mia che in altri personaggi (con l'eccezione di un certo Aidan... *wink wink*).

10. Ci hai mostrato in ogni volume una Mia diversa, ma secondo te quale tra i tre volti è quello che le si addice di più?

Mia è un personaggio che evolve profondamente nel corso della serie. Non è certo se ci sia una Mia "migliore" delle altre, ma quello che invece è sicuro è che lei assume esattamente l'identità di chi deve essere in ogni momento della sua vita.

11. Messer Cortese è uno dei personaggi che mi ha colpita di più, a parte Mia, ovviamente. Ti sei ispirato ad una persona o animale particolare? E perché hai scelto di dargli proprio la forma di un gatto?

Messer Cortese ha le sue radici in Emily the Strange, che è per l'appunto sempre accompagnata da un gatto. Nonostante Jay affermi di essere una persona da cani, ammette anche di non essere mai riuscito ad immaginare Mia senza un gatto, Messer Cortese, che è anche un po' la sua coscienza.

12. Se tu fossi un tenebris, che forma e caratteristiche avrebbe il tuo passeggero?

Sicuramente sarebbe il suo cagnolino, a cui è incredibilmente legato.

13. Qual è il tuo personaggio preferito della serie, a parte Mia? E qual pensi che ti rappresenti di più?

Il personaggio che lo rappresenta di più e che preferisce oltre a Mia è Mercurio. Il loro rapporto e l'evoluzione di tale rapporto nel corso della trilogia, in particolare, è molto rappresentativo della natura di Jay stesso.

14. In particolare nella trilogia di Nevernight, ma anche in altri tuoi libri, ti sei mai pentito di aver scritto qualcosa? Se potessi tornare indietro, cambieresti qualcosa nella storia?

Naturalmente noi ci stavamo riferendo alle varie morti disseminate quà e là. Jay ha affermato di cercare sempre di non essere arbitrario nell'uccidere i personaggi: le morti devono o servire alla storia o rendere tutto più difficile per i personaggi rimasti in vita. Quindi in generale no, non si è mai pentito di nulla.

15. L'ambientazione in un romanzo fantasy/scifi è molto importante e quella di Nevernight non fa eccezione. Quanto tempo ci è voluto e quali difficoltà hai incontrato per creare questa struttura così particolare?

Sicuramente il mondo Romano ha influenzato la creazione dell'ambientazione. Ci è voluto del tempo e Jay è partito dall'Antica Roma all'inizio del suo collasso, costruendo da quel punto di partenza.

16. Quali influenze hanno contribuito a rendere il tuo stile di scrittura così originale e innovativo?

Primo fra tutti l'autore William Gibson e poi tanta, tanta musica. Jay ascolta moltissima musica solo strumentale, di genere diverso a seconda della scena che si appresta a scrivere. Sicuramente tra i suoi compositori preferiti c'è Einaudi e poi varie band da cui trae ispirazione per alcune sue idee.

17. Più che l'opera di un semplice autore, Nevernight sembra una storia pensata per regalare puro intrattenimento ai lettori. Che cosa nel tuo approccio creativo può aver dato questa particolare sfumatura alla serie?

Kristoff ha ammesso che questo elemento di ilarità è molto presente, soprattutto nelle note a piè di pagina. La loro funzione era proprio strappare una risata al lettore e spostare in secondo piano tutti quegli elementi di world-building che in un fantasy classico occuperebbero pagine e pagine e che molti lettori non amano (me compresa, devo ammettere).
Nel terzo libro però diventa chiaro che c'è più dell'ilarità: si, rimane la risata isterica per scaricare la tensione da una storia oscura come Nevernight, ma subentra anche la consapevolezza che il modo in cui è narrata la storia influisce sulla storia stessa e il narratore diventa consapevole di stare narrando ad un pubblico (misterioso, no?).

18. Tra le tue serie di maggiore successo ce ne sono alcune classiche e alcune scritte a quattro mani. Quali sono le peculiarità di questi due diversi modi di creare una storia? Quali sono state le difficoltà nel passare da una storia come Illuminae a una storia come Nevernight?

La differenza sostanziale è che Illuminae è per giovani adulti, mentre Nevernight è per adulti. Illuminae è inoltre il risultato del lavoro di due persone con due visioni opposte sulla vita, visioni complementari. In Nevernight invece ero da solo, perfettamente autorizzato a toccare temi che invece in Illuminae non potevano essere toccati.

19. Nella traduzione delle tue opere, ti interessi che determinati passaggi mantengano un certo pathos o che comunque trasmettano le tue intenzioni? Qualche fan ti ha mai fatto notare dei -lost in traslation-?

 Si, naturalmente, e cerca continuamente il confronto con persone che hanno letto il libro in entrambe le lingue, ma sostanzialmente bisogna fidarsi dell'editore.


20. Come ti è approcciato alla scrittura? Come ha capito di voler diventare uno scrittore?

Jay ha iniziato a scrivere spot pubblicitari, ma in realtà la sua esperienza con la scrittura è davvero iniziata giocando a Dungeons & Dragons quando era un ragazzino. Così si è avvicinato al mondo del fantasy.

21. Visto che i diritti di diverse tue opere sono stati acquisiti per eventuali trasposizioni cinematografiche/televisive... quale personaggio credi che potrebbe rendere meglio sullo schermo? Quale credi sia, invece, il più difficile da trasporre?

Sicuramente il più difficile sarebbe Aidan, perchè non è molto carino da vedere e anzi è molto difficile da rendere in schermo, dato che quello che fa di Aidan un personaggio sono i suoi pensieri, il suo monologo interiore.

22. Ci puoi anticipare qualcosa sulla tua prossima serie che uscirà l’anno prossimo?

E qui Jay si è rivelato più che felice di rispondere!
Senza rivelarvi troppo, anche la sua prossima serie arriverà in Italia e prenderà spunto da un fatto realmente accaduto: un'eruzione vulcanica nel 536 DC, che ha oscurato il cielo per mesi e mesi, permettendo così ai vampiri di camminare tranquillamente sulla Terra, giorno e notte. 
Non vi rivelo naturalmente altro, tutti i dettagli sono top-secret, si prospetta però un nuovo meraviglioso fantasy paranormale!
PS: Questo è il particolare che ho amato di Jay di cui vi ho parlato sopra: l'abilità di prendere fatti reali, accaduti a un certo punto della storia dell'uomo e ricamarci sopra, dando autenticità alla storia. Solo applausi e inchini.






E questo è tutto!
Spero che leggere il sunto della nostra mattinata vi abbia emozionato come ha emozionato me e spero di essere riuscita nell'intento di trasmettervi un po' dell'ammirazione che questo uomo ha suscitato in tutti noi!


Per approfondire i libri di Jay Kristoff leggi --> Recensione Illuminae

4 commenti:

  1. Dev'essere stata senza dubbio una bellissima esperienza! Io ho avuto l'occasione di assistere all'incontro che ha tenuto in libreria, e non mi sarei mai aspettata che fosse una persona tanto dolce, gentile e umile.
    Per quanto riguarda le chicche che hai riportato nell'intervista mi ha sorpreso il riferimento a Emily the Strange. Da piccola lessi qualche suo libro, e sebbene adesso mi renda conto delle similitudini non ci avevo proprio pensato!

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    1. Ha spiazzato tutti noi! E' stata un'esperienza meravigliosa e in più lui è simpaticissimo e secondo me la persona perfetta con cui chiacchierare per ore di qualsiasi cosa!

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  2. è stato un piacere conoscerti e spero di incontrarti ad altri eventi!!! <3

    p.s. quanto è teddy bear Jay?! *__*

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    1. Troppooooo *^*
      E' stato un vero piacere anche per me, a presto!

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Mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate :3 Lasciatemi un commentino se vi va!