Buongiorno,
oggi siamo qui per parlare di un libro davvero molto atteso che è approdato sugli scaffali italiani grazie a Rizzoli, che ringrazio per la copia.
La vera domanda è: queso hype era pienamente giustificato? Di seguito la mia risposta, nel mentre ringrazio anche Francesca per aver organizzato l’evento.
Trama
“Forse, se le cose fossero diverse, a questo mi potrei abituare. A venire cullata nel suo calore e nella sua luce. A venire apprezzata.A venire amata. Ma non ho alcuna fede nell’amore.L’amore non mi può salvare.Scelgo la vendetta.”A Huaxia ogni ragazzo sogna di pilotare le Crisalidi, giganteschi robot da guerra mutanti derivati dalle spoglie degli Hundun, alieni animati dal metallo-spirito che da tempo hanno invaso la Terra insediandosi oltre la Grande Muraglia. La massima aspirazione concessa a una ragazza, invece, è quella di diventare la pilota-concubina di qualche famoso combattente, ottenendo una lauta ricompensa per la propria famiglia in cambio quasi sempre della vita, consumata nello sforzo mentale richiesto per supportare il pilota in battaglia. Quando la diciottenne Zetian si offre per il ruolo, ha in mente tutt’altro: il suo scopo è assassinare il celebre pilota responsabile della morte della sorella. Ciò che non ha pianificato, però, è di sopravvivere alla sua vendetta sul campo dimostrando una forza mentale inaudita per una donna, venendo quindi etichettata come Vedova di Ferro, leggendaria figura di pilota donna molto temuta e – non per caso – sconosciuta al popolo che segue ogni combattimento sul proprio tablet.Per domare la sua scomoda ma inestimabile forza mentale, Zetian viene messa in coppia con Li Shimin, il più forte e controverso pilota di Huaxia, che porta sulle spalle l’assassinio della propria famiglia. Ma una volta assaggiato il potere, Zetian non si piegherà tanto facilmente. Non perderà occasione di sfruttare la loro forza e infamia combinate per scampare a un attentato dopo l’altro, finché non riuscirà a capire esattamente perché il sistema dei piloti funziona in modo misogino e a impedire che altre ragazze vengano sacrificate.
Recensione
Questo libro aveva tutte le caratteristiche per essere convincente, ma si è perso per strada per un motivo molto semplice: è troppo corto. Cosa intendo? Be’, un libro con una protagonista forte, una relazione poliamorosa che è una ventata di novità nel panorama YA, un mix interessante di tradizione asiatica e tecnologia di guerra e un’ambientazione asiatica spesso abusata, ma qua descritta in maniera lineare ed efficace, erano i potenziali punti di forza di questo romanzo, ma inevitabilmente gestirli tutti bene è un compito troppo difficile se non gli si dedica un numero di pagine adeguato.
Iron Widow soffre quindi fondamentalmente di due problemi, uno diretta conseguenza dello scarso numero di pagine e l’altro no: la fretta e la protagonista. Con ‘fretta’ intendo il mancato approfondimento di aspetti di worldbuilding e accadimenti fondamentali all’interno del libro che sono trattati in maniera decisamente superficiale o molto conveniente (a tratti TROPPO conveniente) e ciò è unicamente dovuto al non aver sfruttato 100-150 pagine in più per approfondire. Pare sia stata una scelta dell’editor, quindi alziamo le mani, ma sicuramente il libro ne ha risentito.
Il secondo aspetto che non mi ha convinto è la protagonista, figura forte che dovrebbe farsi carico di portare avanti e promuovere il messaggio femminista che sta dietro al romanzo, ma che risulta particolarmente inefficace, perché troppo poco graduale. Mi spiego meglio: la protagonista è una contadina che non è andata sicuramente a scuola e nonostante ciò non ha un briciolo della mentalità misogina di cui il suo mondo è pregno, anzi. La protagonista è decisa nelle sue idee di emancipazione, una femminista ante litteram che però è semplicemente troppo irrealistica. Se infatti è possibile che la protagonista femminile di un romanzo ambientato in questo contesto abbia una certa insoddisfazione verso la sua condizione (ciò capita in moltissimi romanzi, anche Jane Eyre per citarne un altro di genere e periodo completamente diverso), questo è portato all’estremo con la nostra eroina - sicuramente riflettendo le idee dell’autor* - e ciò mina l’efficacia del messaggio. Andava tutto bene, ma bisognava fermarsi a metà, insomma.