7 novembre 2019

Recensione: 'Ruin and Rising' (The Grisha Trilogy #3) - Leigh Bardugo


Buongiorno amici, 
oggi concludiamo questa serie che è stata un po’ un parto (più di quanto ahimè mi aspettassi e naturalmente sperassi).

Per farla molto breve, stiamo di nuovo parlando della Grisha Trilogy, accaldatissima serie di Leigh Bardugo e che l’ha consacrata come autrice affermata in tutto il mondo… Ma che a me non è piaciuta granché :(.
Già, ma andiamo a parlarne.

Trama

Risultati immagini per ruin and rising
The capital has fallen.
The Darkling rules Ravka from his shadow throne.
Now the nation's fate rests with a broken Sun Summoner, a disgraced tracker, and the shattered remnants of a once-great magical army.
Deep in an ancient network of tunnels and caverns, a weakened Alina must submit to the dubious protection of the Apparat and the zealots who worship her as a Saint. Yet her plans lie elsewhere, with the hunt for the elusive firebird and the hope that an outlaw prince still survives.
Alina will have to forge new alliances and put aside old rivalries as she and Mal race to find the last of Morozova's amplifiers. But as she begins to unravel the Darkling's secrets, she reveals a past that will forever alter her understanding of the bond they share and the power she wields. The firebird is the one thing that stands between Ravka and destruction—and claiming it could cost Alina the very future she’s fighting for.




La serie è composta da…
0.1. The Demon in the Wood
01. Shadow and Bone (recensione)
1.5. The Tailor
02. Siege and Storm (recensione)
03. Ruin and Rising

Recensione:
Dunque, cosa vi avevo detto nella scorsa recensione, riguardo al capitolo precedente?

Sostanzialmente i punti erano i seguenti:
  • Alina
  • Mal zerbino
  • Succede ben poco
  • Ambientazione + scrittura
Quindi oggi vorrei brevemente ridiscutere questi aspetti per vedere cosa è cambiato e cosa ahimè è rimasto uguale.

Come ogni libro finale che si rispetti, naturalmente, la trama deve evolversi dal punto di stallo che si è (inevitabilmente) creato alla fine del secondo libro per condurre al lieto fine spargendo un po’ di sangue qua e la e uccidendo qualche personaggio così, per far soffrire i lettori.

Io vorrei potervi dire che questo libro non rispetta questa struttura, vorrei poter dire che è un fantasy originale e una conclusione originale alla trilogia, ma come sempre no puedo. E’ una serie che ormai ha qualche anno e questi cliché sono comprensibili, ma comunque rappresentano un motivo di critica secondo il mio punto di vista.

Dunque si, è un libro scontato (ad eccezione del finale che riporta un po’ di brio nella trama con il classico cliffhanger a cinquanta pagine dalla fine, ma risulta comunque un po’ affrettato secondo me), ma sicuramente non posso più dire che è privo di azione, anzi: finalmente i personaggi fanno cose, vanno alla ricerca di persone, agiscono, scoprono cose, combattono. Quindi menomale: classicamente l’ultimo libro è ricchissimo di azione, più dei precedenti nella serie, e così è anche per la Grisha Trilogy. 


Riguardo ad Alina si da leggermente una svegliata, bisogna riconoscerlo, ma rimane comunque la pivellina che non sa gestire nulla, ma da cui si pretende chissà cosa (e lei stessa pretende da sé chissà cosa). Insomma, abbiamo capito che con Alina non è scattato l’amore a prima vista e di sicuro non è cambiato niente nel capitolo finale della trilogia a lei dedicata. Per fortuna Mal si toglie dal ruolo di zerbino e ritrova una sua identità e dignità: alleluia, bravo Mal, un applauso!

Chiuderei confermando che ambientazione e scrittura sono meravigliose e usate magistralmente. In particolare ho trovato molto interessante l’inserirsi nella trama di una nuova dinamica religiosa. Non tanto religioso-spirituale, ma più di religione come potere che schiavizza e opprime (naturalmente personificato nella figurata dell’Apparat).

Questo è più o meno tutto su questo libro e oserei dire su questa serie. Se ancora non l’avete letta e state cercando la serie fantasy che vi rubi il cuore, dubito fortemente possa essere questa. Non mi sento di consigliarvela a meno che non vogliate farvi sfuggire quello che è e rimane un grande classico.
In definitiva sono contenta di averla finalmente letta, non penso di aver sprecato delle ore preziose (i libri orrendi sono altri, ammettiamolo), ma sono anche molto felice di averla finita e poter passare ad altro.


Verdetto:


Dai, almeno ce l'abbiamo fatta. Accettabile!


Come al solito, se a qualcuno è invece piaciuta alla follia, vi prego di scriverlo qui sotto e ridonare speranza a una me che ormai ha perso ogni illusione su Leigh Bardugo ç.ç.

(Lo so, le recensioni sono molto brevi, ma non avevo davvero quasi nulla da dire e forse questo è peggio di tutto. E si, non temete, le Inter(re)views torneranno!)

A presto,
Rainy

2 commenti:

  1. mi dispiace che non ti sia piaciuta :(
    come già sai a me è piaciuta però diciamo che non la ritengo un capolavoro e della Bardugo ho preferito di gran lunga Sei di Corvi!

    RispondiElimina

Mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate :3 Lasciatemi un commentino se vi va!