17 novembre 2021

Review Party: 'Addendum alla proposta di legge sul diritto all'autodeterminazione degli oggetti' - Sephira Riva

Buongiornissimo, amici!

Quest’oggi vi parlo di un racconto molto particolare che mi è stato gentilmente dato in anteprima dall’autrice, Sephira di Moedisia, e dalla CE Delos Digital, che ringrazio profondamente.

E’ un racconto molto particolare e non voglio perdermi in indugi che gli toglierebbero inutilmente spazio, quindi procediamo!


Trama



Fantascienza - racconto lungo (26 pagine) - Una storia surreale basata sui topoi della fantascienza e sul linguaggio inclusivo.


Uno sgangherato laboratorio di ricerca nelle isole Svalbard. Una macchina per il controllo del clima che fa grandinare nei corridoi. Un trio di giovan¿ ricercator¿ con un incarico impossibile: il reverse engineering di un manufatto extraterrestre, commissionato da alieni incorporei (anzi: alien* incorpore*, perché non conosciamo il loro sesso). Cos¿è il reverse engineering? E che aspetto ha un alieno incorporeo? La geniale autrice esordiente Sephira Riva gioca con i topoi della fantascienza e con il linguaggio inclusivo, per raccontarci la storia più surreale mai apparsa su Futuro Presente.








Recensione


Dunque, come dicevo l’Addendum non è un libro, è bensì un racconto. E’ quindi incredibilmente corto e questo è sia un punto di forza sia un piccolo difetto. Il racconto vuole trattare del linguaggio inclusivo in maniera innovativa, mischiando l’evoluzione della lingua che la sta portando ad abbracciare caratteri speciali quali la schwa con una vera e propria storia sci-fi. I protagonisti sono infatti alcunɜ scientiziatɜ che si trovano improvvisamente ad avere a che fare con delle forme aliene sconosciute. Queste, affidano a scienziatɜ di cui sopra l’identificazione di un qualcosa di misterioso, mai visto prima d’ora.


Il racconto vuole quindi essere un’ode al linguaggio inclusivo e una dimostrazione di come si possa fare della sana letteratura utilizzando ɜ e ə, senza per questo togliere dignità o qualità alla storia.


L’Addendum è infatti un racconto solido, ben scritto, avvincente, in grado di far appassionare chi legge in poche pagine. L’autrice parla poi di ricerca scientifica e scienza con cognizione di causa e competenza e dunque il libro è accurato anche da quel punto di vista.



Non è tutto oro quello che luccica, però, e purtroppo a mio parere questo libro ha alcuni difettucci più o meno grandi a seconda di chi legge. In primis, è corto. Grazie al cavolo, direte voi: è un racconto! E avete ragione, ma in questo caso non si fa in tempo ad appassionarsi alla vicenda che questa finisce e oserei dire finisce in medias res. Chi legge rimane infatti un po’ a bocca asciutta, abbandonato proprio sul più bello. Sicuramente è stata una scelta intenzionale e pensata, ma ammetto di esserci rimasta un po’ malino ahah. In secundis, se come me non siete esperti di analisi biochimiche, forse alcuni passaggi prettamente scientifici possono risultare un po’ ostici. Sono presenti numerosissimi termini sconosciuti a chi non è del mestiere e questo rischia di minare un po’ l’accessibilità del volume. Se però non siete del mestiere e venite a patti con il fatto di non capire proprio ogni singola parola (come del resto ho dovuto fare io), la trama si segue comunque senza problemi e i molti termini astrusi per noi profani non inficiano la lettura in sè.



Un ulteriore piccolo appunto che ci tengo a sottolineare è che questo racconto in pochissime pagine vuole affrontare il tema molto molto ampio dell’inclusività del linguaggio e ci riesce! Lo fa in maniera scorrevole, naturale e armoniosa e vorrei fare una menzione d’onore al mio passaggio preferito ossia quello dove uno scienziato tra i più che si stanno barcamenando per capire cosa sia l’oggetto alieno misterioso banalmente suggerisce che forse bisognerebbe chiederlo all’oggetto stessə, interpellandolə. Questo e molti altri sono i piccoli momenti dove con delicatezza l'autrice riesce a suggerire al lettore che forse l’autodeterminazione passa anche dal linguaggio e l'ascolto è alla base di questo processo. Come potete notare, però, non sono suggerimenti invasivi, non sono delle lezioni, sono - appunto - piccoli accenni in salsa sci-fi che ho gradito moltissimo.


A chi consiglio questo racconto perciò? A chi non ha mai sperimentato nulla che narri una storia usando il linguaggio inclusivo. Io devo ammettere di essere rimasta piacevolmente colpita, ma ben poco sorpresa dall’Addendum, perché ho avuto la fortuna di leggere altre letture più lunghe che utilizzano gli stessi espedienti (cito ad esempio Il Tensorato, primo esempio di fantasy che io abbia letto dove per oltre 600 pagine si usa il they/them, e più in generale il plurale, per le persone non binarie). Ero già avvezza quindi al linguaggio usato da chi decide di usare ɜ e ə, dunque l’Addendum per me è stata una lettura piacevole, ma non sconvolgente. In ogni caso, se anche voi siete già familiari con questo tipo di linguaggio e volete continuare ad esplorare nuovi generi scritti in maniera più inclusiva, mi sento di consigliarvi l’Addendum. Per chi invece volesse approfondire il tema e iniziare da qualcosa di tutto sommato corto, godibile, dinamico e che utilizzi questo tipo di linguaggio l’Addendum è una lettura perfetta.


Ah, oggi alle 18 sul la pagina FB di Moedisia l'autrice e la casa editrice discuteranno del libro, non perdetevelo!


Verdetto: ★★★★


Bello, ma cavolo, ci volevano 200 pagine in più per farmi felice ç.ç.


A presto e mi raccomando passate anche dalle mie colleghe!
Rainy 

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