15 gennaio 2021

Recensione: 'La Memoria di Babel' (L'Attraversaspecchi #3) - Christelle Dabos

Buongiorno, amici, anzi buonasera!
Oggi finalmente vi riesco a proporre la recensione di uno degli ultimi libri che ho concluso, certa di essere pressochè l'ultima a recensirlo LOL. Senza ulteriore indugio quindi torniamo dai nostri amati Ofelia e Thorn che abbiamo lasciato alla fine degli Scomparsi di Chiardiluna ormai un bel po' di tempo fa. 

Trama


Dopo due anni e sette mesi passati a mordere il freno su Anima, la sua arca, per Ofelia è finalmente arrivato il momento di agire, sfruttare quanto ha scoperto nel Libro di Faruk e saputo dai frammenti di informazioni divulgate da Dio. Con una falsa identità si reca su Babel, arca cosmopolita e gioiello di modernità. Basterà il suo talento di lettrice a sventare le trappole di avversari sempre più temibili? Ha ancora una minima possibilità di ritrovare le tracce di Thorn?

La serie è composta da...
01. Fidanzati dell'Inverno (recensione)
02. Gli Scomparsi di Chiardiluna (recensione)
03. La Memoria di Babel 
04. Echi in Tempesta 





Recensione:

E’ passato davvero molto tempo dall’ultima volta che ho avuto il piacere di leggere di Ofelia e Thorn, dunque la mia memoria su quanto fosse accaduto ne Gli Scomparsi di Chiardiluna era piuttosto scarsa. L’unica cosa che ricordavo è che avevamo lasciato i nostri eroi in una situazione a dir poco drammatica, invischiati fino al collo nella guerra tra entità superiori.


La narrazione di questo libro si sposta a Babel, un’arca nuova dove gli umani vivono in armonia con gli androidi e dove il sapere del mondo è custodito nel grande Memoriale – una biblioteca gigante. Ofelia dunque spera di scoprire dove trovare Dio e l’Altro e capire qualcosa di più sull’origine del mondo e il crollo delle arche. Inutile dire che è più facile a dirsi che a farsi e in tutto ciò deve pure ritrovare Thorn.

La cosa che più mi ha interessato di questo libro è l’ambientazione. Babel in sé è una città-arca caotica, con rigide regole un po’ bizzarre, ma rispettate da tutti e un ferreo codice morale. La vera particolarità di Babel però non è la sua società, per quanto essa sia peculiare, ma come è composta questa arca. La sua struttura frammentata in una sorta di collettivo di piccole arche che orbitano tutte insieme è infatti un’idea decisamente affascinante e che viene sfruttata dall’autrice introducendo mirabolanti funicolari che collegano i frammenti tra di loro. Il Memoriale è poi un luogo che mi ha particolarmente impressionato: è infatti un edificio una cui metà è stata distrutta dal distacco di un pezzo di arca e quindi si affaccia sul vuoto, perfetta rappresentazione della decadenza nella quale questo mondo sta precipitando. Ciò stride fortemente con la paradossale condizione degli abitanti di Babel, che continuano imperterriti a vivere la propria quotidianità ignari del pericolo in cui il mondo versa e anzi si affidano alle loro regolette per mantenere una certa stabilità. Affascinante!

Ambientazione a parte, purtroppo questo libro è un po’ un intermezzo e quello che accade in questo libro – seppur fondamentale e radicalmente diverso rispetto ai libri precedenti – è uno stallo. Non è un libro monotono, tutt’altro, e aggiunge qualche elemento interessante alla vicenda, ma rimane un libro di mezzo. La sorta di stallo che solitamente si percepisce nel secondo capitolo delle trilogie per questa saga accade in questo terzo libro. Per quanto scritto bene quindi, e la Dabos ci ha abituato a degli standard piuttosto alti per quanto riguarda la qualità di scrittura, è un po’ il libro-pausa.

Tra gli elementi più interessanti che però ci tengo a salvare c’è sicuramente l’evoluzione del  rapporto tra Ofelia e Thorn che qui trova una sua definizione precisa e di cui non ci resta che testare la solidità e i limiti nel quarto libro. La loro storia d’amore è ben consolidata nel corso di questo libro, non senza difficoltà (watch me urlare THORN SEI UNO STRONZOOOO almeno 50 volte prima di chiedere su IG se quella stronzaggine fosse giustificata in qualche modo eheheh), e questo, già immagino, crea i perfetti requisiti per un finale spezza cuore (LOL).

Infine, vengono aggiunti nuovi personaggi che sicuramente avranno un ruolo determinante nella conclusione della vicenda e il più interessante di questi è Vittoria, la figlia di Berenilde e Faruk, bambina apparentemente muta, ma dotata di un’abilità molto particolare e pericolosa…

Il libro si chiude con il botto, ovviamente, dunque non vedo l’ora di continuare ed avere tra le mani il quarto libro che la maggior parte di chi l’ha letto definisce uno dei peggiori finali di serie di sempre. Già. (Comunque dopo il finale di The Queen of the Tearling io sono piuttosto sicura di riuscire a sopportare tutto lol).


Verdetto:

- (4-)

Speravo in qualcosina di più, ma tutto sommato ci siamo!

E voi? Avete letto la serie? Fatemi sapere cosa ne pensate!
Rainy

2 commenti:

  1. Io credo di essere una delle poche persone a cui questa serie non incuriosisce molto ><

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    1. Nooooo, fidati che merita! Anche io ero piuttosto perplessa, ma quando l'ho iniziata ne sono stata completamente rapita *^*

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Mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate :3 Lasciatemi un commentino se vi va!