18 marzo 2021

Recensione: 'Circe' - Madeline Miller

Buongiorno, belli di zia!

Oggi paliamo di un altro libro incredibile, che mi è piaciuto moltissimo e che ho decisamente aspettato troppo a leggere. Mitologia greca, there we go!


Trama


Ci sembra di sapere tutto della storia di Circe, la maga raccontata da Omero, che ama Odisseo e trasforma i suoi compagni in maiali. Eppure esistono un prima e un dopo nella vita di questa figura, che ne fanno uno dei personaggi femminili più fascinosi e complessi della tradizione classica. Circe è figlia di Elios, dio del sole, e della ninfa Perseide, ma è tanto diversa dai genitori e dai fratelli divini: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente; è perfino sensibile al dolore del mondo e preferisce la compagnia dei mortali a quella degli dèi. Quando, a causa di queste sue eccentricità, finisce esiliata sull’isola di Eea, non si perde d’animo, studia le virtù delle piante, impara a addomesticare le bestie selvatiche, affina le arti magiche. Ma Circe è soprattutto una donna di passioni: amore, amicizia, rivalità, paura, rabbia, nostalgia accompagnano gli incontri che le riserva il destino – con l’ingegnoso Dedalo, con il mostruoso Minotauro, con la feroce Scilla, con la tragica Medea, con l’astuto Odisseo, naturalmente, e infine con la misteriosa Penelope. Finché – non più solo maga, ma anche amante e madre – dovrà armarsi contro le ostilità dell’Olimpo e scegliere, una volta per tutte, se appartenere al mondo degli dèi, dov’è nata, o a quello dei mortali, che ha imparato ad amare.



Recensione


La figura di Circe è sempre stata bistrattata nella storia. Da prostituta a malvagia incantatrice, la povera semidea se ne è sentite dire di ogni, senza mai ricevere la giusta attenzione o il giusto approfondimento, fino ad ora. La Miller si è però inserita in questo grande buco andando a colmarlo e riservando al personaggio, finalmente, la cura che merita.


Inutile dire che la figura di Circe è dolorosa, piena di sofferenza e paradossalmente di fragilità laddove non dovrebbe. Circe è infatti una titana, figlia di Elios, divinità del sole, e la sua vita è per gran parte caratterizzata dalla sottomissione. Sottomissione in quanto titana, eternamente seconda agli Dei che fanno capo a Zeus, sottomissione in quanto figlia meno gradita di Elios e sottomissione in quanto apparentemente priva di ogni potere e dunque impotente, che nel suo mondo è sinonimo di inutile e senza valore. 


Il libro della Miller ci vuole quindi narrare la rinascita e la rivalsa di una creatura divina che però è terribilmente fragile e umana nella sua profonda insicurezza. Sempre messa in secondo piano, perennemente denigrata o ignorata, Circe è in realtà una donna da sempre alla ricerca del suo posto nel mondo.


Potrei passare ore a spiegarvi come la sorte non dia tregua a Circe nemmeno per un istante e come le sue debolezze terribilmente umane la portino a compiere un errore fatale che la farà esiliare per sempre su un’isola che diverrà tutto ciò che le è permesso conoscere. Potrei parlarvi dei molti incontri che farà su quella sua isola, dei viaggiatori che giungeranno da lei e degli ospiti sgraditi che le imporranno la propria presenza, ma non lo farò. 


Quello che vorrei riuscire a trasmettervi, infatti, è quanto struggente e allo stesso tempo affascinante sia questa storia. La Miller è riuscita con un’accuratezza mitologica perfetta, che non lascia spazio a dubbi e che è sicuramente frutto di una lunga ricerca, a ricostruire una storia e a ridare dignità ad un personaggio perennemente snobbato. La Circe della Miller è continuamente in preda a forze più grandi di lei, mai abbastanza potente e mai abbastanza sveglia, ma è anche una donna che impara a conoscersi e ad accettarsi e pian piano si ritaglia il proprio posto nella storia, reclamando la propria vita con le unghie e con i denti.



La forza di questo libro risiede interamente nella sua protagonista e nel suo straordinario percorso di crescita da una sensazione di perenne inadeguatezza alla consapevolezza della propria forza. Circe un’emarginata che ricopre il ruolo di eroina, in esilio su un’isola deserta che diventa presto casa e prigione in ugual misura, perennemente alla ricerca di qualcuno che la capisca. Rimane però una reietta, sgradita ovunque e per quanto pronta a donare tutto il suo amore, perennemente sola.

Circe è però anche una storia di grande coraggio e determinazione, di resistenza e di testardaggine. Messa di fronte alla propria debolezza e alla crudeltà del mondo, Circe non rimane inerme a farsi travolgere, ma anzi si trasforma nella splendida maga e donna che è passata alla leggenda, trovando la forza per sopravvivere e ribellarsi. In questo senso Circe è terribilmente umana e un personaggio nella cui lotta ognuno può rivedere qualcosa di sè. Al lettore dunque non rimane che stringersi il cuore nel leggere delle disgrazie e della difficoltà con cui Circe prova e riprova a guadagnarsi l’approvazione di chi la circonda prima di capire che lei dell’approvazione di qualcuno non ha affatto bisogno. 


Incredibilmente emozionante, traboccante di dolore, di amore e di determinazione a non darsi per vinti e a sacrificarsi per chi si ama, qualsiasi cosa accada. Leggetelo e ne rimarrete ammaliati.


Verdetto: 



Splendido.



Avete letto Circe o La Canzone di Achille? Fatemelo sapere qui sotto e a presto!
Rainy

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