28 marzo 2021

Recensione: 'Echi in Tempesta' (L'Attraversaspecchi #4) - Christelle Dabos

Buondì, amici e…

Ci siamo, stiamo per parlare di Echi in Tempesta e del caos che ha fatto esplodere su Instagram.


Echi in Tempesta è il libro conclusivo che tutti aspettavano. Iper famoso, iper desiderato e iper conosciuto. Il giorno dell’apertura delle prevendite, poi, ricordo il panico che si è scatenato per il libro viola e l’eccitazione che serpeggiava per tutto il bookstagram.


E poi? Poi è arrivato, tutti l’hanno letto ed è stato - per dirla con dolcezza - massacrato. Sembrava che a nessuno fosse piaciuto questo finale e io, che all’epoca dovevo ancora leggere La Memoria di Babel, ho iniziato a preoccuparmi; o almeno mi sono preoccupata fino all’altro giorno, quando ho letto l’ultima riga di Echi in Tempesta e ho finalmente concluso la serie.


Trama



Nell’ultimo avvincente capitolo della saga, Christelle Dabos ci trasporta, con la potenza suggestiva del suo ritmo incalzante, in un grande gioco di fantasia avvinto alle vicende fin troppo umane dei suoi protagonisti. Ofelia e Thorn affrontano un universo colmo di allegorie e di realtà interiori profonde, di orizzonti antichi e di sentimenti nuovi, fino a scovare la verità che da sempre è nascosta dietro lo specchio.


Crollati gli ultimi muri della diffidenza, Ofelia e Thorn si amano ormai appassionatamente. Tuttavia non possono farlo alla luce del sole: la loro unione deve infatti rimanere nascosta perché possano continuare a indagare di concerto sull’indecifrabile codice di Dio e sulla misteriosa figura dell’Altro, l’essere di cui non si conosce l’aspetto, ma il cui potere devastante continua a far crollare interi pezzi di arche precipitando nel vuoto migliaia di innocenti. Come trovare l’Altro, senza sapere nemmeno com’è fatto? Più uniti che mai, ma impegnati su piste diverse, Ofelia e Thorn approderanno all’osservatorio delle Deviazioni, un istituto avvolto dal segreto più assoluto e gestito da una setta di scienziati mistici in cui, dietro la facciata di una filantropica clinica psichiatrica, si cela un laboratorio dove vengono condotti esperimenti disumani e terrificanti. È lì che si recheranno i due, lì scopriranno le verità che cercano e da lì proveranno a fermare i crolli e a riportare il mondo in equilibrio.


Recensione: 


Sicuramente Echi in Tempesta non è un libro perfetto e alcuni dei motivi per cui tanti lettori ne sono rimasti delusi sono fondati, altri meno. Iniziamo dai motivi per cui Echi è in effetti un libro che poteva essere migliore…


E’ innanzitutto particolarmente confuso. Abbiamo lasciato Ofelia e Thorn alle prese con il crollo delle Arche che sta accelerando sempre di più e che minaccia di far cadere il loro mondo nel vuoto. Non hanno trovato l’Altro, non hanno capito quasi nulla della sua vera natura e ben poco di quella di Dio, Eulalia, dunque ancora molti sono gli interrogativi.

Beh, la risoluzione dell’inghippo funziona, ma è particolarmente confusionaria e sicuramente si nota un cambio di passo tra i primi due libri della serie e gli ultimi due per quanto riguarda la scrittura. La Dabos - mi è stato detto - ha più volte dichiarato che non sapeva bene come far finire la serie e questo quarto libro che dovrebbe chiarificare l’intera storia delle Arche, di Dio e dell’Altro è in realtà caotico e spesso difficile da seguire. Io stessa ho dovuto rileggere alcuni passaggi più volte per capirli.



Un altro punto negativo è che se una delle più grandi ricchezze dei libri precedenti era la presenza di tanti personaggi e molteplici sottotrame, in questo volume conclusivo vengono quasi totalmente dimenticati. In particolare le sottotrame, penso a quella di Vittoria per esempio, assumono un ruolo del tutto irrilevante e vengono liquidate in poche semplici righe, con risoluzioni abbastanza deludenti per chi si aspettava chissà quale geniale sviluppo (me inclusa). Che l’autrice abbia dovuto finire la serie di fretta sotto la crescente pressione del suo editore? Può darsi e sicuramente spiegherebbe perché una dimensione così ricca e interessante che aveva caratterizzato i libri precedenti è stata trascurata a tal punto.


Qua però essenzialmente si fermano le mie remore con Echi in Tempesta.



Il grande punto di forza di questa serie e di questo ultimo libro è infatti il sistema dei personaggi. I protagonisti sono tutti estremamente realistici, profondamente umani ed è davvero facile empatizzare con ognuno di loro, in particolare con Ofelia. Quest’ultima è un personaggio che cresce enormemente dalla bambinetta goffa e impacciata incapace di protestare e farsi valere che era nel primo e diventa una giovane donna capace di grande coraggio e temerarietà. I personaggi perfetti, d’altronde, hanno ampiamente stancato e se da un lato fa sempre piacere leggere di belli e impossibili che si innamorano perdutamente gli uni degli altri perchè sono di una bellezza ultraterrena, dall’altro ogni tanto tornare alla realtà ci vuole. 

Nel panorama fantasy odierno, poi, non è sempre facile riuscire a rimanere ancorati al realismo e la Dabos ci è riuscita.


Infine, spenderei due parole sul finale che ha fatto tanto discutere. Sono stata davvero sommersa di commenti negativi che pur apprezzando il libro lo demolivano perché il finale era giudicato imperdonabile e io ammetto di avere qualche difficoltà a capire una critica del genere. Sicuramente il finale è duro, ma è anche estremante coerente con il mondo che la Dabos ha imbastito e date le regole ferree che il Recto e il Verso hanno, non avrebbe potuto finire altrimenti. La Dabos ha avuto la forza di preferire un finale coerente ad uno fan-service e non era affatto una scelta facile, quindi credo dovrebbe esserle riconosciuto come un pregio.


In generale la serie dell’Attraversaspecchi rimane una grande ventata di aria fresca nel panorama fantasy mondiale, un incredibile novità che ha introdotto i più - me compresa - al sottogeneri steampunk e una delle opere più complesse, coerenti e originali che abbia avuto il piacere di leggere negli ultimi anni. Non è perfetta come quasi nessuna serie è, ma ciò non di meno io la consiglio a tutti, appassionati del genere e non, perché sicuramente ha qualcosa da dare ad ognuno di voi.


Recensione:


 - (4-)

Poteva essere migliore, ma è un degno finale, cià.


Voi avete letto la serie? L’avete apprezzata particolarmente? Il finale quanto vi ha spezzato il cuore da 1 a 10?


A presto,

Rainy

2 commenti:

  1. Ciao Rainy!
    io ho letto questo libro l'estate scorsa, con grande fatica ed è da mesi che mi riprometto di scriverne una recensione, senza riuscirci.
    Parto con il dire che sono d'accordo con tanti dei tuoi punti, la storia diventa estremamente confusionaria, le sottotrame svaniscono nel nulla e con esse i personaggi secondari. Però da parte mi aggiungerei che la storia ha preso una piega abbastanza incomprensibile, nel senso, è confusa, ma talmente tanto da risultare complessa. Anch'io mi sono ritrovata a rileggere certe parti piè volte perché proprio non capivo. Per questo dico che è stata una lettura difficoltosa. Con gli altri volumi non ho avuto questo problema, anzi, le spiegazioni funzionavano. Ma in questo mi sono chiesta piè volte il senso di tutto ciò.
    Sono stata abbastanza delusa da questo volume, non l'ho odiato, ma non mi è piaciuto il modo in cui la Dabos ha terminato la tetralogia.
    Per quanto riguarda il finale, non mi ha tanto spezzato il cuore, ma mi ha mandata su tutte le furie. Comprendo il tuo punto di vista, l'autrice si attiene alle regole del suo mondo, senza trovare stratagemmi per sfuggirvi e dimostrando cos la solidità del suo sistema magico. Tuttavia io l'ho trovata una cattiveria verso i lettori. Non sopporto più quando l'autore/autrice mi fa soffrire costantemente per ciò che fa accadere ai personaggi e poi, devo ammetterlo, sono una persona da lieto fine. Spero e desidero sempre che il finale sia felice.
    nel complesso comunque mi associo nel consigliare questa serie, facendo le dovute premesse, ovvero che il livello di apprezzamento dei vari volumi è soggetto a grandi mutamenti. Non so tu, ma io il primo l'ho trovato carino, il secondo mi è piaciuto moltissimo e il terzo l'ho apprezzato. Insomma, il livello di gradimento non è costante. Ad ogni modo il mio preferito rimane "Gli Scomparsi di Chiardiluna". Il tuo qual è?
    E con questo chiudo, nella speranza di riuscire a scrivere anch'io una recensione, prima o poi.

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    1. Ciao, Martha!
      Anche per me ci è voluto un po' per raccogliere i pensieri e capisco quando dici che il livello di gradimento dei libri è molto variabile. Mi ritrovo, perchè anche secondo me c'è stato un grande cambio di passo tra i primi due (che a me sono piaciuti tantissimo!) e gli ultimi due. Il libro che ho preferito meno è sicuramente La Memoria di Babel, e i primi due se la giocano per quello che ho amato di più.
      Il finale, come hai letto, non mi ha turbato particolarmente, perchè ho apprezzato la coerenza e la forza della Dabos in scriverne uno così duro. Poi io non sono così infastidita dal finale aperto, perchè secondo me lascia intedere che i due si ritroveranno, ma capisco che per un lettore che preferisce il lieto fine chiaro ed immediato è un po' una botta.

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