8 aprile 2021

Recensione: 'Piranesi' - Susanna Clarke

Buongiornissimo!

Oggi parliamo del libro più popolare di febbraio 2021 ahahah. Ho un po’ di cose da dire e alcune riflessioni da fare, quindi partiamo senza indugio.


Trama



Piranesi vive nella Casa. Forse da sempre. Giorno dopo giorno ne esplora gli infiniti saloni, mentre nei suoi diari tiene traccia di tutte le meraviglie e i misteri che questo mondo labirintico custodisce. I corridoi abbandonati conducono in un vestibolo dopo l’altro, dove sono esposte migliaia di bellissime statue di marmo. Imponenti scalinate in rovina portano invece ai piani dove è troppo rischioso addentrarsi: fitte coltri di nubi nascondono allo sguardo il livello superiore, mentre delle maree imprevedibili che risalgono da chissà quali abissi sommergono i saloni inferiori.

Ogni martedì e venerdì Piranesi si incontra con l’Altro per raccontargli le sue ultime scoperte. Quest’uomo enigmatico è l’unica persona con cui parla, perché i pochi che sono stati nella Casa prima di lui sono ora soltanto scheletri che si confondono tra il marmo.

Improvvisamente appaiono dei messaggi misteriosi: qualcuno è arrivato nella Casa e sta cercando di mettersi in contatto proprio con Piranesi. Di chi si tratta? Lo studioso spera in un nuovo amico, mentre per l’Altro è solo una terribile minaccia. Piranesi legge e rilegge i suoi diari ma i ricordi non combaciano, il tempo sembra scorrere per conto proprio e l’Altro gli confonde solo le idee con le sue risposte sfuggenti. Piranesi adora la Casa, è la sua divinità protettrice e l’unica realtà di cui ha memoria. È disposto a tutto per proteggerla, ma il mondo che credeva di conoscere nasconde ancora troppi segreti e sta diventando, suo malgrado, pericoloso.

Susanna Clarke, autrice fantasy fra le più acclamate, torna in maniera trionfale con un nuovo, inebriante romanzo ambientato in un mondo da sogno intriso di bellezza e poesia.


Recensione


Piranesi ha rotto l’internet, oserei dire. Non ricordo infatti un’altra uscita Mondadori che sia stata così celebrata, così diffusa, così sulla bocca di tutti tranne qualche eccezione. Sembrava che dovesse essere il libro dell’anno seppur ben poche persone avessero letto Jonathan Strange & Il Signor Norrell e dunque conoscessero già la scrittura di Susanna Clarke.


Io che invece ho letto e abbandonato Strange & Norell per noia temevo una cocente delusione. Per fortuna, non è andata così. 


Piranesi, ormai lo sanno tutti, parla di questa figura - Piranesi, appunto - e della sua vita all’interno della Casa, uno spazio labirintico e onirico fatto di ampi saloni, statue gigantesche e misteriose reliquie che apparentemente è infinito. Un numero imprecisato e inimmaginabile di saloni tutti uguali si sussegue e si sviluppa su tre livelli: il livello superiore ospita folte coltri di nubi e di stelle, il livello inferiore presenta vasti mari e il livello di mezzo è l’unico abitabile. Proprio qui vivono gli unici due occupanti della casa: Piranesi, uomo profondamente devoto alla Casa che vive con quello che quest’ultima gli offre ed esplorandola, e l’Altro, sempre ben vestito, scostante e altezzoso figuro che conduce delle misteriose ricerche all’interno della Casa. Inutile dire che le attività quotidiane di Piranesi verranno un giorno bruscamente interrotte da un evento del tutto inaspettato che da il via al libro.



Piranesi è un libro incredibilmente ammaliante che regge tutta la sua potenza nella struttura della Casa. La Casa è un vero e proprio labirinto con un’atmosfera quasi onirica, misteriosa, indecifrabile. La Casa è un luogo pieno di segreti che appaiono inviolabili per il lettore e per Piranesi, il quale prova una profonda adorazione verso il luogo che di fatto è tutto il suo mondo e tutto ciò che conosce.

Ogni cosa che Piranesi sa l’ha appresa dalla Casa e lentamente nel corso degli anni è arrivato a decifrare parzialmente le leggi naturali che governano la vita all’interno di quegli immensi saloni, diventando un uomo grato e devoto alla Casa perchè quest’ultima gli ha permesso di sopravvivere tutti questi anni al proprio interno.

La Casa in Piranesi è quasi un’entità a sé stante, un terzo personaggio oltre all’Altro e a Piranesi che gode di vita propria, decide se mettere in difficoltà Piranesi o meno, in un certo qual modo gli parla e gli manda dei messaggi tramite dei presagi e dei segnali. E’ poi in un certo senso una madre per Piranesi, talvolta generosa e talvolta capace di grande crudeltà e spietatezza, avente la forma di mondo ultraterreno rarefatto, difficilmente immaginabile, ma in cui è facile perdersi. Le descrizioni di Piranesi in tal senso, infatti, contribuiscono a dare l’idea di un luogo labirintico, capace di grande generosità, ma che allo stesso tempo ha delle sue regole che se non comprese risultano fatali per i suoi occupanti (emblematiche sono le maree: come nel mondo reale, sono incredibilmente pericolose e venire investiti dall’alta marea nel Salone sbagliato significa morire annegati, ma è anche vero che seguono un ritmo che può essere predetto e calcolato, se solo si fa attenzione).



L’altro punto molto potente del libro è Piranesi stesso. Piranesi è infatti un buon protagonista, perché la Casa è tutto ciò che conosce e quando capisce che le cose nel suo mondo stanno per cambiare per sempre, egli rivela tutta la sua fragilità e ritrosia al cambiamento. Piranesi è un personaggio coerente, che fatica a mettere in discussione quello che ha sempre conosciuto come la verità ed è giusto e comprensibile che sia così. Fatica a smettere di fidarsi dell’unico essere umano con cui abbia mai interagito, perché egli rappresenta per lui una parte fondamentale della propria vita, e anche di fronte all’evidenza, rifiuta di accettare immediatamente la spiegazione che la logica e i fatti gli suggeriscono.

Questo naturalmente lo rende molto passivo, restio al cambiamento, diffidente e questa cosa può infastidire il lettore. Nondimeno, io credo che sia un segno di coerenza.


Detto ciò, non è un libro perfetto. Il finale è incredibilmente prevedibile e se l’atmosfera è ammaliante, la risoluzione dell’intrigo non lo è altrettanto. 

Il difetto più notevole è però la lunghezza del libro. Sono poco più di 200 pagine, quindi è una lettura che vola via in un lampo, ma che lascia fondamentalmente una domanda: perché sviluppare questa storia in così poco? Certo, in 200 pagine Susanna Clarke riesce comunque ad imbastire una storia completa, ma la risoluzione, per forza di cose, non può che essere frettolosa e senza particolari colpi di scena imprevedibili e il lettore non rimane sbalordito da quasi nulla. Il messaggio finale, poi, che gioca sul contrasto tra la Casa e il mondo reale, tra la pressione della società e la purezza che l’animo umano raggiunge quando non è influenzato da essa e sul ruolo della società come costrutto maligno limitante, non è nulla di mai visto.

Piranesi risulta quindi una storia scritta molto bene, ma che si regge sull’atmosfera della Casa più che sulla trama (o sul messaggio) e dunque rischia di essere ricordato come un mero esercizio di stile. E’ come se la Clarke avesse voluto ricordare al mondo che sa scrivere e sa caratterizzare i personaggi molto bene, anche se sono immersi in mondi molto diversi dal nostro. Bella l’ambientazione, ma poi che altro c’è?


Mi ha ricordato per certi aspetti La Nona Casa, ma se nel libro della Bardugo l’ambientazione è funzionale ad una trama con i fiocchi, in Piranesi il mondo si regge da solo e quello che vi accade non è altrettanto affascinante. La cornice è bella, il contenuto è okay, il messaggio è meh.


Piranesi è in definitiva un libro profondamente legato al classicismo che fa delle ambientazioni monumentali il suo punto di forza maggiore. La Casa è la colonna portante del libro ed è un luogo che rimane oscuro, misterioso, seducente. I personaggi che si muovono nei Suoi infiniti Saloni sono coerenti, ben strutturati e credibili, ma forse qualche centinaio di pagine in più avrebbero aiutato a trasformare Piranesi da bell’esercizio di stile a storia vera e propria.


Doverosa precisazione: Piranesi è ispirato alla figura realmente esistita di Giovanni Battista Piranesi, famoso artista amante dei classici che per primo ha esplorato l’idea di labirinto - fisico e non - nell’arte (sua è l'opera di cui vedete un'immagine nel post!). Sapere chi fosse Piranesi sicuramente avrebbe aiutato a capire dove il libro andava a parare, ma io non avevo idea di chi fosse e dunque non ne sono stata influenzata.


Verdetto: 4



Molto bello, manca qualcosa però!


A presto!

Rainy

2 commenti:

  1. Io ho frenato l'entusiasmo e sono stata in disparte a vedere come si sarebbe evoluta questa sfrenata passione per questo libro. Dalle tue parole capisco quanto poco possa effettivamente piacermi, in più se è solo esercizio di stile senza sostanza posso anche fare a meno di fare la conoscenza di Susanna Clarke. 😅

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    1. Guarda non me la sento di bocciare questo libro come hai letto dalla recensione. Certo è che se fosse 200 pagine più lungo non sembrerebbe un prodotto dato alle stampe 'tanto per' ahahah
      Quindi se questo è il tuo dubbio allora no, non te lo consiglio.

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