Buongiorno carissimi.
Oggi ho concluso - oltretutto in un rush incredibile dato che ci tenevo a finire il libro prima di andare via per qualche giorno - Il Signore degli Anelli, primo capitolo della strabiliante serie di Tolkien ormai famosa in ogni dove.
Questa lettura è stata da me inseguita e rimandata, inseguita e rimandata, inseguita e rimandata più volte nel corso degli anni, ma in questo momento della mia vita, estate 2019, conclusi gli impegni universitari ed esaurita l’altra pietra miliare letteraria che mi ero ripromessa di affrontare (IT, per capirci), be’, non c’era motivo di aspettare ulteriormente.
Non c’è nessun bisogno di introdurre questo libro, perché tutti lo conoscono: tutti hanno sentito parlare degli Hobbit, della Terra di Mezzo, degli Anelli, o per via letteraria o per i grandiosi film di Jackson. Io stessa sono prima di tutto una fan dei film e ho deciso di riprendere la storia cartacea solo successivamente (mea culpa, fan puristi non vogliatemene).
Ultima doverosa premessa: ho deciso di iniziare la mia esperienza nel mondo letterario costruito da Tolkien con la sua opera maestra, Il Signore degli Anelli, appunto, collettivo de La Compagnia dell’Anello, Le Due Torri e Il Ritorno del Re, ma so benissimo che l’universo è più ampio e costituito da altri libri (Lo Hobbit per esempio). Chissà, forse questo è solo l’inizio della mia avventura!
Andiamo dunque a parlare di quella che per me è stata l’esperienza di lettura di questo capolavoro che mi sento di annoverare come “classico della letteratura”.
Le difficoltà, differenze con i film e cosa non mi aspettavo
Partirei dagli aspetti particolari che mi hanno un poco turbato, essendo io reduce dall’esperienza dei film e non aspettandomi certi elementi.
Prima di tutto mi aspettavo che i film fossero fedeli, ma non troppo, che ci fossero molti elementi trascurati vista l’incredibile lunghezza e ricchezza di dettagli dei libri. Invece, sono molto contenta di poter dire che - caspita! - quanto sono fedeli i film! Ci sono ovviamente alcune sostanziali differenze e alcune scene che sono state trascurate, ma in generale è davvero una trasposizione accurata. Non fraintendetemi: il libro rimane senza dubbio più completo, ricco di dettagli e fornisce spiegazioni più accurate e più profondità a qualsiasi evento o personaggio introdotto.
In secondo luogo, una cosa che vale la pena tenere a mente è che questo libro è stato scritto mezzo secolo fa, dunque porta con sé una serie di regole di linguaggio e di sintassi con cui un lettore deve avere a che fare, volente o nolente. Insomma, forse tutti sapete che questa serie ha una certa età, ma non credo tutti siano preparati alle conseguenze che questo fatto ha sulla lettura: è un libro mooooooolto prolisso, molto formale, scritto in una lingua alta e cortese. Emergono le usanze, le norme di cortesia e reciproco rispetto verso i nobili, verso gli ospiti, verso i cavalieri che si vanno ad affrontare, emerge l’importanza dell’onore e delle profezie, delle canzoni e dell’identità di ogni popolo. Uno stile particolare che ormai è desueto, ma che senza dubbio è perfetto per narrare questo tipo di storia, così fantasy e così complessa. Dall’altro lato, però, può anche risultare pesante, quindi siete avvertiti…
Infine, mi ha vagamente colpito la scarsa importanza di Legolas e Gimli nel libro: nel film, a loro e ai loro battibecchi è dato tanto spazio, molto meno di quanto in realtà gli spetti nel mondo letterario. Un po’ mi è dispiaciuto, ma i pochi screzi (pochi, ma presenti!) che si scambiano anche nei tre volumi della serie valgono senza dubbio il doppio agli occhi dei fan dei film!
Cosa mi ha conquistato
C’è poco da dire: leggere questa storia è un’esperienza. Si finisce immersi in un mondo più grande di noi, una storia più complessa di quanto potessimo pensare, così ricca di dettagli da paralizzare e far tornare indietro più volte a rileggere certi passaggi, timorosi di non aver ben compreso (esatto, nonostante la storia fosse già a noi conosciuta).
La cosa che senza dubbio più mi ha conquistata è l’incredibile grandezza e complessità dell’universo costruito da Tolkien. La storia che ci viene raccontata è solo un episodio delle straordinarie cronache della Terra di Mezzo, solo una serie di eventi. C’è stato un prima e ci sarà un dopo: tutto ciò che ci viene narrato sono le gesta di un gruppo di persone che per quanto eroiche e degne di nota hanno preso il posto di eroi passati altrettanto grandi e a loro volta sono destinate a lasciare il posto ad altri. Non possiamo comprendere tutti gli avvenimenti di questa terra leggendo solo Il Signore degli Anelli, servirebbero decine, forse centinaia, di libri per narrarli tutti esaustivamente.
Siamo certamente aiutati da Prologhi e Appendici a cura di Tolkien che narrano gli avvenimenti precedenti e successivi al libro, arricchiscono la vicenda di dettagli e approfondiscono certi elementi (alberi genealogici, calendari, alfabeti…). Sono entrambe sezioni interessanti che danno completezza al libro, ma non sfiorano nemmeno la potenza narrativa che avrebbero le cronache della storia della Terra di Mezzo (e di Arda in generale) se venissero raccontate per filo e per segno.
Naturalmente, però, una delle forze del romanzo è la narrazione degli scontri, dei segreti, delle rivelazioni e dell’antico sapere che permea la Terra. Lo stile di scrittura, per quanto abbia le peculiarità di cui abbiamo già brevemente discusso, fa realmente percepire al lettore gli avvenimenti come reali, come se si stessero svolgendo di fronte ai suoi occhi. Si tifa per i personaggi, si soffre, si ride, si ama, si piange la morte dei cari. Poco importa già sapere come si svolgono i fatti: è come fosse la prima volta.
Che dire, Il Signore degli Anelli è solo il primo capitolo delle cronache di una Terra immensa e complessa. E’ una rielaborazione dell’eterno scontro tra il bene e il male, ma direi che è uno dei precursori e pietre miliari dei libri fantasy che affrontano questo tema, non semplicemente “uno dei tanti”. E’ una storia di base semplice, ma in realtà complicatissima e non a caso lunga 1200 pagine, che parla ai cuori di ogni lettore. Ognuno può ritrovare qualcosa di sé in uno dei personaggi del libro, così complessi e così singolarmente caratterizzati, e può identificarsi con le loro scelte, le loro paure e debolezze e i loro desideri. Una storia universale che va oltre le culture, oltre il sesso di chi legge e oltre le credenze personali: tutti sono uniti e alleati nella lotta definitiva contro il male e partecipano alle vicende dei nostri protagonisti tifando sinceramente per loro.
Inutile andare avanti a delirare sulle meraviglie di questo libro (anche perché non sarei minimamente esaustiva e anzi alquanto inadeguata nello spiegare le potenzialità di questa storia): leggetelo e immergetecivi. So che la mole può scoraggiare non poco, ma appena iniziato, be’, vi ricompenserà con una storia pazzesca che tratta tutti i temi dell’esistenza umana, dal primo all’ultimo: amicizia, senso del dovere, onore, rispetto, amore, perdita, egoismo, morte…
Leggere per credere!
(PS: 5 stelle scontatissime!)
Rainy
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