8 maggio 2020

Recensione: 'Il Nome del Vento' (Le Cronache dell'Assassinio del Re #1) - Patrick Rothfuss

Buondì, amici! 
Come va? Come procede la vita?
Io studio studio studio studio e ogni tanto leggo un po' ahah.

A proposito di letture, ho finalmente letto Il Nome del Vento, yeah!
Per leggerlo, mi sono iscritta ad un GDL (ormai ne sto seguendo ventimila ahahah), perché su un altro GDL avevano parlato molto bene di questa serie e di Rothfuss, ma non avevo avuto il coraggio di iniziarlo data la mole (850 pagine).
Poi con la spinta del GDL eccoci qui e in pochi giorno l’ho divorato!

Fun fact: ho letto in contemporanea Il Nome del Vento e L’Ombra del Vento lol.

Avevo moooolta voglia di fantasy (strano, eh), quindi mi sono tuffata in questa nuova avventura, purtroppo prima di scoprire che SONO ANNI CHE NON ABBIAMO NESSUNA NOTIZIA PRECISA ad eccezione di rimandi nella data di uscita DEL TERZO LIBRO DELLA SERIE. Rothfuss, hello? Che stai facendo nella tua vita? Perché non scrivi?
(Pare Agosto 2020 sia il mese X, ma francamente boooh)

A parte questo momentaneo infarto (per il quale mi sono pentita di aver iniziato questa serie e dover aspettare un’infinità), let’s go!

Trama

Il nome del vento eBook: Rothfuss, Patrick, Giorgi, Gabriele ...
Ero distante solo due dozzine di piedi, lo vedevo perfettamente nella luce del tramonto. La sua spada era pallida ed elegante, tagliava l'aria con un suono freddo. La sua bellezza quella perfetta della porcellana. Era un Chandrian, un distruttore, e aveva appena massacrato la mia famiglia." Per ritrovare quella mostruosa creatura e vendicare la sua famiglia, Kvothe è pronto a tutto. Costretto ad affrontare la fame e qualsiasi tipo di pericolo, il ragazzo sente crescere dentro di sé un potere magico che lo porterà all'Accademia, una spietata scuola di magia in cui nessun errore è permesso. Ma chi resiste ai duri anni dell'apprendistato poi sarà in grado, forse, di affrontare i propri spietati nemici e gli incubi peggiori.
E Kvothe ora è pronto a vendicare il popolo nomade di attori con cui è cresciuto, massacrati insieme ai genitori dai demoni Chandrian, è pronto a diventare quello che sarà: potente mago, abile ladro, maestro di musica e spietato assassino, l'eroe che ha ispirato migliaia di leggende.
Patrick Rothfuss ha scritto una saga completamente differente dalle altre - ha detto Orson Scott Card: "Un Harry Potter senza concessioni agli aspetti infantili, più cupo, un romanzo complesso ma con uno strano tocco di dolcezza e una leggerezza segreta che creano un mondo epico mai visto".
Il Nome del Vento, il primo volume della trilogia "Le Cronache dell'Assassino del Re", è stato pubblicato nel 2007 negli Stati Uniti e, nello stesso anno, ha vinto il Quill Award per il miglior libro fantasy, consacrando Rothfuss tra i maestri contemporanei del genere.


La serie è composta da..
01. Il Nome del Vento
02. La Paura del Saggio
03. Inedito (dajeeeee, Patrick!)

Recensione:

Kingkiller Chronicle Fan Art on Instagram: “Kvothe in the Waystone ...Il Nome del Vento è un fantasy scritto da un giocatore di Dungeons & Dragons (no, non Will Byers), e vi ho detto tutto.
Pare che in D&D ci sia (io sono profana in merito) la regola non scritta che il ‘locandiere’ sia un personaggio molto forte a cui è bene non rompere le scatole. Beh, Il Nome del Vento è la storia di un locandiere lol. Non un locandiere come tutti gli altri, però, bene inteso, ma Kvothe, un eroe famoso in tutto il mondo e su cui circolano centinaia di storie diverse. Nessuno sa però quale di queste storia corrisponda alla verità e se vi imbarcate in questo lunghissimo viaggio, be’, lo scoprirete.



“Ho sottratto principesse a re dormienti nei tumuli. Ho ridotto in cenere la città di Trebon. Ho passato la notte con Felurian e me ne sono andato sia con la vita, sia con la sanità mentale. Sono stato espulso dall'Accademia a un'età inferiore a quella in cui la maggior parte della gente viene ammessa. Ho percorso alla luce della luna sentieri di cui altri temono di parlare durante il giorno. Ho parlato a dèi, amato donne e scritto canzoni che fanno commuovere i menestrelli. Potresti aver sentito parlare di me.”



Lascio a voi scoprire come e perché Kvothe, che ha persino cambiato identità per evitare i problemi, decida di narrare la storia della propria vita e, soprattutto, a chi.

Dunque Il Nome del Vento è la storia della vita di Kvothe narrata da lui stesso, dalla nascita alla fama, alla situazione attuale, ossia l’anonimato.

E’ un fantasy a tutti gli effetti: ha un mondo estremamente complesso, una miriade di personaggi e creature magiche presenti, ma soprattutto ha Kvothe. Kvothe che è un ragazzino spigliato e particolarmente intelligente, portato per la magia e l’apprendimento. Egli è il personaggio principale ideale: intelligente, onesto, sagace, determinato e con dei talenti che esulano dal combattimento (finalmente!). Allo stesso tempo è impulsivo e non proprio il massimo a farsi degli amici ahah.

Kvothe ne ha passate tante, dall’infanzia finita bruscamente, all’adolescenza difficile e all’incontro che determinerà la sua vita e lo porterà all’Accademia, il tempio del sapere dove tutti i maghi (o utilizzatori di ‘Simpatia’, cioè come viene chiamata la magia in questo mondo) si allenano, studiano e imparano. L’Accademia è il classico tema letterario della scuola di magia rivisitato in chiave fantasy: qui si studia la magia alla sua essenza e il suo rapporto con la natura, la chimica, l’alchimia e le forze che governano il mondo. Sicuramente è la parte migliore del libro.


Il punto di forza davvero notevole, però, sul quale vorrei che vi soffermaste e che prendeste in considerazione per decidere di leggere questo libro o meno, è la costruzione dell’universo. Questo libro è un high fantasy duro e puro, quindi altamente descrittivo e non esattamente veloce nella narrazione (non ai livelli del Signore degli Anelli, ma siamo lì). Quante volte, però, ci capita di venire catapultati in un’ambientazione molto originale, che però manca di complessità o non viene degnamente esplorata? Qui non è così! Ogni cosa del mondo qui è curata: dalla valuta unica nel suo genere, alle creature che popolano questo universo, alle tradizioni, alle faide e ai pregiudizi di un popolo verso un altro e viceversa, alle leggende che si narrano da millenni, alla popolarità per la musica e il canto, alle malattie uniche nel loro genere e alla droga che spopola tra i più poveri: qui c’è tutto ed è tutto maniacalmente curato. Se amate le ambientazioni complesse, che vengono descritte a fondo, ma a poco a poco, allora questo libro è sicuramente per voi, perché lo stile di Rothfuss porta gradualmente ad avere la sensazione di essere immersi nell’universo che lui stesso ha creato.

Imre and the University | Wind art, Fantasy concept art, The ...

Proprio sullo stile di quest’ultimo vorrei dire due paroline. Rothfuss tratta il lettore come se fosse un effettivo ascoltatore e lui fosse Kvothe. Spiega le cose, descrive quello che fa, beve, mangia, ascolta e impara, ma presuppone che anche il lettore viva nel suo mondo e conosca alcune cose. Nel caso esse non siano di tua conoscenza (tipo il sapore di una bevanda particolare che nel nostro mondo non esiste), Rothfuss/Kvothe compatisce chi legge, si dispiace per lui e ribadisce che sarebbe impossibile spiegare certe cose a qualcuno che non le sa. Ho apprezzato particolarmente questo atteggiamento, perché da veridicità alla storia.
Rothfuss è inoltre molto bravo a fare delle promesse al lettore, la base di ogni racconto, quindi aspettatevi continui dialoghi diretti rivolti a chi legge e anticipazioni da parte di un narratore che naturalmente è onnisciente (d’altronde è Kvothe che racconta la propria vita, quindi chi meglio di lui ne conosce ogni aspetto). In poche parole: incollati al racconto dall’inizio alla fine, o meglio a tre quarti della storia. Che succede all’ultimo quarto?
Niente di che: la parte finale, con l’entrata in scena della bella di turno, è sicuramente quella che mi è piaciuta meno. Lei è insopportabile, speriamo cambi, e la storia subisce un rallentamento notevole, perdendo gran parte del suo fascino. Forse ciò accade anche perché la scena si sposta da un’altra parte che non offre così tanti spunti come la precedente. In sostanza, l’ultima parte un po’ che noia lol.

Se state cercando un high fantasy originale e costruito magistralmente nella sua complessità, se amate i personaggi a 360°, se vi appassionano le storie lunghe e complicate, piene di sottotrame intrecciate, questo libro fa per voi. Se state cercando una storia leggera e che scorra in fretta, probabilmente questa non è la storia giusta.

Verdetto:


Quasi perfetto! Più che Eccezionale e quasi OOP!

A me è piaciuto enormemente e se anche voi lo avete letto vi invito a lasciare un bel commento qui sotto per chiacchierarne!
Rainy

2 commenti:

Mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate :3 Lasciatemi un commentino se vi va!