27 aprile 2020

Recensione: 'Il Silenzio dell'Acqua' - Louise O'Neill

Buondì, amiconi!

Come state? Oggi vi propongo una lettura che di sicuro non è fatta per rallegrare. Se il vostro umore durante questa quarantena, dunque, non è proprio stellare, allora questa NON è la lettura che fa per voi, dato che non ci sono grasse risate nè storie d'amore incantevoli.

Se invece siete in vena di qualcosa di più cupo, allora siete capitati nel posto giusto! 
Se siete fan dei retelling tanto quanto me, allora siete decisamente capitati nel posto giusto!

Trama

Negli abissi del mare, la sirenetta Gaia sembra destinata al successo: è bellissima, ha una voce incantevole e sta per fidanzarsi con il partito più ambito del regno, il generale Zane. Che importa se è violento e molto più vecchio di lei? È il re suo padre a decidere, e Gaia deve solo essere bella e accondiscendente. Ma da quando ha salvato un giovane affascinante da un naufragio, Gaia coltiva un solo desiderio: vivere con lui nel suo mondo spensierato. Quanto è disposta a sacrificare? Conoscete la storia: il patto con la strega, la perdita della voce, le gambe al posto della coda... Ma la bellezza senza voce di Gaia ha un prezzo molto alto, e il mondo che scopre in superficie è prepotente, violento e patriarcale quanto quello lasciato negli abissi. Gaia dovrà compiere molti passi dolorosi per fare i conti con la verità della sua storia. E per riscoprire tutta la potenza della sua voce.













Recensione:

ArtStation - Fan art Ariel [The little mermaid], TiNy Truc
Dimenticate tutto quello che pensate di sapere sul La Sirenetta o quantomeno quella dei cartoni animati, in quanto se avete letto la fiaba originale di Handersen allora sapete già che la versione della Disney è edulcorata e adattata ad un pubblico di bambini. Non c’è violenza, non c’è sangue. 

La fiaba originale, pur con più crudeltà e più violenza, rimane una fiaba adatta a tutte le età, con una morale definita e dei toni fiabeschi.

Scordatevi tutto ciò.
Il Silenzio dell’Acqua è quel genere di storia che non vi verrebbe mai in mente di leggere ad un bambino (e francamente non penso la rileggerò mai nemmeno io!).

Naturalmente è un retelling della Sirenetta, quindi una storia che conosciamo tutti: una giovane Sirenetta che vive in fondo al mare con il padre e le sorelle, il giorno dei suo quindicesimo compleanno va a vedere per la prima volta cosa si cela sulla terra ferma e si innamora perdutamente di un umano. Va così dalla Strega del Mare per scambiare la propria voce con un paio di gambe e poter vivere con l’umano. Ha poco tempo per farlo innamorare, però, e se fallirà morirà. La fiaba originale non finisce granché bene, come ben sapete (la Sirenetta muore e si trasforma in spuma), mentre la versione della Disney è chiaramente una storia a lieto fine.

In questo libro la nostra Sirenetta è Gaia e in effetti il libro inizia il giorno del suo quindicesimo compleanno, quando anche a lei sarà permesso di sbirciare sulla terraferma. Così farà e naturalmente lì incontrerà Oliver, un giovane umano bellissimo intento a festeggiare il proprio compleanno su una barca con amici, e se ne innamorerà perdutamente.

La più grande differenza che però è presente in questo libro è il tipo di società in cui Gaia è cresciuta. Dire che il regno del Re del Mare è svilente nei confronti delle donne è un complimento. Una donna nata sotto il Re del Mare non ha possibilità di parola, non ha accesso all’istruzione, ha come unico scopo nella vita rimanere bella e magra, imparare a cantare, a curarsi i capelli e ad abbellirsi per soddisfare il proprio uomo, il quale prenderà ogni tipo di decisione per lei. Non è istruita sulla situazione politica e sociale del proprio regno, perché non avrà mai bisogno di sviluppare un opinione in merito, dato che è ‘solo una donna’ e di certo non abbastanza intelligente da comprendere la complessità delle suddette questioni.
La parola del Re del Mare e di ogni uomo è legge per una donna. Non può essere contraddetta e non vi ci si può opporre, nemmeno se si è una delle figlie del Re, così come Gaia e le sue sorelle.

Gaia è dunque cresciuta in una società oppressiva, dove lei è la più benvoluta dal padre perché è la più bella sirenetta fra le sue sorelle ed è riuscita in pochissimi anni a trovarsi un pretendente, Zale. Il suo valore agli occhi della società si ferma qui: è bellissima, sa cantare benissimo ed è promessa ad un uomo, dunque è una donna meritevole.
Poco importa se Zale è un uomo violento e lei non vuole sposarlo: Gaia non ha voce in capitolo e la sua opinione è ininfluente e irrilevante.


Il regno del padre di Gaia, inoltre, è in guerra con la Strega del Mare, Celio, che vive isolata nel proprio regno in compagnia delle sue fedeli Salke, donne annegate vittime di terribili violenza in vita e divenute creature marine - quasi sirene - una volta morte.

Il Silenzio dell’Acqua è una fiaba violenta. Tutto nella vita di Gaia appare perfetto a un primo sguardo, ma è in realtà profondamente marcio. Il Re non prova affetto per le sue figlie, ogni donna a corte lo teme troppo per opporsi a lui, Zale è un uomo che abusa di Gaia fisicamente e mentalmente, ma lei non è mai creduta quando tenta di denunciare quanto le faccia. Per di più la madre di Gaia è scomparsa in circostanze misteriose e si dice sia stata catturata e uccisa dagli umani, dunque il popolo del Mare odia profondamente chiunque viva sulla Terraferma.
Gaia, non potendo più sopportare questa situazione ed essendo profondamente attratta dalla terraferma, una volta conosciuto Oliver non ci pensa due volte a correre dalla Strega del Mare e lasciarsi casa propria alle spalle, incurante delle ripercussioni che questo avrà sulle sue sorelle e su casa sua.

La Strega del Mare le taglierà la lingua con dei ferri roventi e le offrirà un paio di gambe, avvertendola però che ogni passo che farà sulla Terraferma sarà come essere dilaniata da cento lame.
Little Mermaid Fan Art - Imgur

Gaia raggiunge quindi Oliver sulla terraferma e si stabilisce a casa sua fingendosi una giovane ragazza abbandonata. Anche qui, però, la storia di Gaia è destinata a tingersi di rosso. Nulla in questa storia è immune da sofferenza: i piedi della protagonista, continuamente sanguinanti e con mille tagli, i suoi continui tentativi di piacere ad Oliver, cosa impossibile senza l’uso della voce nonostante la sua bellezza incredibile, le feste sfrenate organizzate dagli amici del giovane, dove si consumano violenze di ogni genere… Non c’è niente di puro o innocente, né sotto il mare, né sulla terra.
Ogni luogo è violento e inospitale e la nostra Gaia è sola in questo vasto mondo.

Durante la lettura si ha la sensazione di essere spettatori impotenti di fronte a una tragedia che va consumandosi. Non si può fare nulla per fermare quello che si sta guardando e più delle volte mi sono ritrovata a sospirare, a desiderare che Gaia aprisse gli occhi e capisse cosa le stesse accadendo, ma lei, troppo accecata dall’amore e dalla terribile educazione ricevuta dove la donna è solo subordinata a qualcuno, non ci riesce.

Il Silenzio dell’Acqua è un retelling, certo, ma è anche un’inno alla parità di genere. E’ un’ode contro il maschilismo e le società oppressive e un inno alla ribellione (un esempio per tutti: Celio, la Strega del Mare scacciata dal Re e dichiarata una terribile minaccia per il proprio regno è in realtà una donna grassa - dunque diversa dai canoni del regno del Re - che sa il fatto suo, è intelligente e ha opinioni politiche indipendenti dagli uomini. Dunque è stata scacciata). Sarà proprio Gaia infatti a cambiare il proprio mondo una volta ritrovata la prova vera ‘voce’. 
Una lettura decisamente breve (circa 200 pagine) che lascia un segno profondo nel lettore perché non c’è alcun limite alla violenza che Gaia dovrà affrontare e allo sdegno che la condizione delle donne in questo libro suscita in chi legge. I ruoli sono presto ribaltati: Celio diventa l’eroina della storia, la mentore di Gaia, e il Re del Mare un despota misogino. 

La storia narrata in questo libro è una storia che turba profondamente e pertanto una storia che consiglio vivamente a chiunque sia appassionato di retelling e voglia magari leggere qualcosa di fantasy con inserite tematiche molto importanti. Le affinità con la storia originale sono molte e gli appassionati ne saranno sicuramente soddisfatti, ma il punto di forza di questo libro è la crudezza delle scene.

Il punto debole è presto detto: questa protagonista è davvero troppo ingenua a volte. Sarà che facevo il tifo per lei da pagina 1, ma a volte è davvero davvero scemina e stona con l’ambiente circostante.

Se siete alla ricerca di un retelling molto originale, che di sicuro non vi lascerà indifferenti e che magari parla di qualcosa di contemporaneo ora come non mai, ma inserito in un’atmosfera fiabesca, be’, questo è sicuramente un libro per voi.

Verdetto:


Quasi OOP, complimenti!

Anche per oggi è tutto, fatemi sapere se anche voi conoscete questa perla di cui ahimè parlano davvero in pochi.

A presto, amici!
Rainy

2 commenti:

  1. Bella recensione. Condivido pienamente le tue considerazioni. La O'Neillper me è una garanzia quando si tratta di temi importanti e il fatto che sia stata in grado di toccarli anche attraverso un retelling ha reso più forte il mio apprezzamento per l'autrice.

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