4 agosto 2020

Review Party: LE SORELLE BRONTË - Jane Eyre


Buongiorno, amici!

Benvenuti alla parte conclusiva di questo evento a tema sorelle Brontë. Oggi, come conclusione, ogni blog partecipante pubblica sul blog la recensione di una delle tre opere simbolo delle tre sorelle. A me, tocca Jane Eyre (di cui vi ho già parlato qualche anno fa e di cui sono molto felice di riparlarvi!).


Trama: 


Questo volume offre l’occasione per riscoprire tre voci femminili originalissime nel panorama letterario, tra incanto, disperazione, e il desiderio insopprimibile di affermare la propria identità.


Da Cime Tempestose, a Jane Eyre, passando per Agnes Grey, fino ai meno noti L’angelo della tempesta, La Signora di Wildfell Hall e Shirley, le tre sorelle Bronte ci hanno lasciato romanzi immortali , capolavori della narrativa ottocentesca pieni di pathos e emozione, ciascuna con la propria voce. A questi romanzi si aggiungono i sublimi versi nei quali rivive tutto il fascino della natura selvaggia delle brughiere dello Yorkshire, tra distese d’erica, roccia e foschia. Questo volume offre l’occasione per riscoprire tre voci femminili originalissime nel panorama letterario, tra incanto, disperazione, e il desiderio insopprimibile di affermare la propria identità.

JANE EYRE: Jane Eyre, libro scritto da Charlotte Brontë pubblicato nel 1847, è uno dei romanzi più famosi della letteratura inglese. La protagonista del romanzo è Jane, che conosciamo sin dalle prime pagine come una bambina orfana, ospitata da alcuni parenti che la mal sopportano e per questo affidata poi a una scuola di carità, dove vigono regole molto rigide. È in questo luogo che conosciamo il carattere deciso di Jane, che, tra molte fatiche e sofferenze, cresce e studia sino a diventare una stimata insegnante. Grazie a questa professione è una donna che può lavorare in modo indipendente e trova così un’occupazione a Thornfield Hall, una dimora da sempre proprietà della nobile famiglia Rochester, dove è l’istitutrice della figlia adottiva del padrone di casa, Mr. Rochester. Sarà proprio l’incontro con Mr. Rochester a cambiare la vita a Jane: tra i due nasce un sentimento di amore profondo, ma il passato dell’uomo è pronto a ripresentarsi per chiedere il conto.




Recensione:


Obiettivamente, da dove si comincia per recensire un classico come Jane Eyre? Da dove si parte ad analizzare la complessità di questa storia? Francamente, amici, non lo so.


E’ un’opera che a me sta particolarmente a cuore, ma non sono qui per condurne un’analisi approfondita, anche perché non ne sarei forse in grado.

Oggi quindi voglio parlarvi della storia in sé e perché - se non sapete nulla del libro e del suo contesto storico/culturale - valga comunque la pena leggerlo.



Se dovessi classificare Jane Eyre e mi fosse proibito usare le parole ‘classico’, ‘letteratura inglese’, ‘pietre miliari’ e simili, be’, direi che è un grande romanzo di rivalsa e affermazione di sè. La protagonista, colonna portante della storia e tra i suoi punti di forza, è appunto Jane, una ragazza dall’intelligenza fuori dal comune ahimè nata donna. Dico ‘ahimè nata donna’, perché il mondo con cui l’ingegno di Jane si deve confrontare è l’Inghilterra Vittoriana, dove le donne partono svantaggiate e non hanno tanto spazio quanto gli uomini.

Tanti sono gli elementi nel libro che ci fanno capire questa profonda differenza tra le possibilità che hanno le donne e quelle che hanno gli uomini in questo ambiente: il fatto che Jane studi per diventare governante e non abbia altre possibilità, o che la società riesca difficilmente a vederla senza un marito, o ancora le molte occasioni in cui l’interlocutore di Jane si stupisce della sua arguzia e capacità di discutere… In quest’epoca da una donna semplicemente non ci si aspetta qualcosa di diverso da una bella presenza e un’innata dote per la maternità.


Questo è secondo me il primo motivo per cui vale la pena leggere Jane Eyre. Il primo significativo spunto di riflessione offerto dal romanzo è infatti proprio sul ruolo della donna nella società Vittoriana. La storia naturalmente è molto più complessa, ma da tanti piccoli dettagli si può costruire un quadro completo della discriminazione e dell’oppressione che Charlotte Brontë stessa sentiva in quanto donna e che riversa nella figura di Jane. Quest’ultima è infatti una donna forte, che sa cosa vuole e determinata, ma che ahimè si deve scontrare con la società che la circonda. 

Il secondo motivo per cui vale la pena leggere Jane Eyre è l’integrità di Jane e al contempo la sua umanità. Ho già espresso la mia grande ammirazione per questa protagonista, ma una delle sue caratteristiche migliori dopo l’intelletto è senza dubbio la sua fedeltà ai propri valori. Naturalmente è umana, quindi piena di dubbi, dilaniata da forti emozioni e spesso posta di fronte a scelte difficili, ma non preferisce mai la via più facile se questa comporta tradire i propri valori, anche a costo di soffrire. Questo è straordinario di per sé e lo è ancora di più se pensiamo, di nuovo, al contesto in cui Jane si muove.


Intendiamoci, da questi due punti potreste aver inteso che Jane Eyre è una storia d’amore un po’ contorta, ma comunque una storia d’amore. Be’, non è così.

Questo romanzo è infatti, ripeto, prima di tutto una storia di affermazione personale. Noi seguiamo Jane nel corso della sua vita e, certo, la sua vita amorosa è importante e costituisce una parte fondamentale del romanzo, ma c’è molto di più (non da ultimo la straordinaria protagonista in sè). Altri temi fondamentali sono la devozione religiosa, la follia umana, il lutto, la determinazione a non cedere ai dettami della società che si ritengono errati.. Insomma, una storia potente con svariate chiavi di lettura che esulano dal semplice ‘è una storia d’amore tra due anime gemelle’.



Infine, due parole sul finale. Senza mezzi termini e perché vi devo totale onestà, per me è una vera delusione. Dopo pagine e pagine di una protagonista forte e determinata a mantenere la propria integrità, a non cedere ai dogmi Vittoriani, a non rinunciare alla propria individualità per un uomo… Il finale più deludente della storia e una fine indegna per una protagonista così forte.

Cosa ci dice però questo finale oltre a deludere ogni lettore fan di Jane? Be’, che Charlotte Brontë è tutto sommato figlia del suo tempo e come tale ha molti limiti. Si è spinta molto in là creando una protagonista come Jane, così spigliata e forte, dunque è naturale che nel finale torni ad aderire almeno parzialmente ai valori con i quali è stata cresciuta, mostrando dei chiari limiti nella propria attitudine verso l’affermazione femminile (interamente dovuti al contesto di cui sopra, sia ben chiaro). 

Questo finale, se da un lato lascia l’amaro in bocca, dall’altro mostra chiaramente il turbamento di Charlotte, essa stessa messa duramente alla prova dal contesto politico-sociale in cui è nata. Si, timidamente tenta di varcarne i limiti, ma ahimè è incapace di infrangerli del tutto perché plasmata da tutta una vita per rispettarli.


Chiudo segnalando che questo libro è estremamente complesso e non facile da leggere causa lunghe descrizioni molto dettagliate e monologhi interiori. Se però si resiste, si viene ampiamente ricompensati da uno dei classici più belli della letteratura inglese, a mio parere.


BONUS! Se siete grandi ammiratori/ammiratrici di Jane Eyre e volete un consiglio di lettura per potervi immergere ancora un po’ nelle sue molte sfaccettature, vi consiglio Wide Sargasso Sea, in italiano Il Gran Mare dei Sargassi, di Jean Rhys, scrittrice inglese del Novecento. Più di un secolo dopo Jane Eyre, infatti, Jean Rhys ci regala una delle opere più sottovalutate, ma straordinarie della letteratura femminista, esplorando con una nuova determinazione e forza il passato di uno dei personaggi chiave di Jane Eyre, Bertha, la prima moglie di Rochester nonché personaggio simbolo del tema letterario della ‘mad woman in the attic’ (la donna pazza chiusa in soffitta).

Proprio questo libro è particolarmente interessante se volete esplorare da un punto di vista opposto a quello di Jane alcuni problemi chiave dell’Inghilterra Vittoriana e di questo periodo storico, due fra tutti il colonialismo e - ancora una volta - la figura femminile subordinata. 


In breve, leggetelo perché merita. 

Ribadisco che questa recensione non è intesa come un’analisi, ma come, appunto, una semplice recensione. Se però siete interessati ad approfondire l’opera - e fidatevi, vale la pena farlo - una bella analisi è quello che ci vuole, non fatevi scoraggiare dalla complessità di quello che troverete.


Vi ricordo infine che la Oscar Vault ha deciso di arricchire la collana degli Oscar Draghi con lo splendido volume ‘Le Sorelle Brontë - I capolavori delle impareggiabili penne sororali’, dove trovate Jane Eyre, Cime Tempestose, Agnes Grey e qualche prima poesia delle tre sorelle come omaggio alle Brontë. Segnate sul calendario il 25 agosto!


Ringrazio ancora una volta Federica e Michela per aver organizzato questo splendido evento e la CE per la copia omaggio.


Un caro saluto,

Rainy

6 commenti:

  1. Ciao! Io ho letto "Jane Eyre" qualche anno fa e l'avevo adorato! :)

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  2. Ciao ! L'ho letto tantissimi anni fa, dovrei proprio rileggerlo !
    Il tempo di prepararmi,e sul blog arriva il post sulla vita di Charlotte Bronte 😊
    A presto
    Sara

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Mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate :3 Lasciatemi un commentino se vi va!