14 ottobre 2020

Review Party: 'Guida ai Pizzi e alla Pirateria per Giovani Gentildonne' - McKenzie Lee


Buongiorno e benvenuti alla seconda tappa dell’evento dedicato alla Guida per Giovani Gentiluomi e Gentildonne di McKenzie Lee.

L’evento è partito la scorsa settimana con la recensione de Guida ai Vizi e alle Virtù per Giovani Gentiluomini, che potete recuperare qui, e si conclude oggi con la review del secondo libro, ossia Guida ai Pizzi e alla Pirateria per Giovani Gentildonne. Eccezionalmente potete recuperare i due libri in libreria in un’edizione particolarmente curata by Oscarvault che li raccoglie entrambi!


Come sempre grazie a Beezus per aver organizzato e alla CE per la copia omaggio e senza perdere ulteriore tempo andiamo a parlare un po’ di GAPEAPPGG (si, un titolo più lungo evidentemente non c’era).


Trama


Felicity Montague ha due obiettivi nella vita: evitare il matrimonio con Callum Doyle e iscriversi alla facoltà di medicina, riservata agli uomini. Una speranza però c'è: l'eccentrico dottor Alexander Platt sta cercando assistenti. Felicity dovrebbe recarsi da lui in Germania, ma non ha i soldi per il viaggio. Fortunatamente una donna misteriosa si offre di pagarglielo, purché la porti con sé travestita da sua cameriera. Quali sono i veri motivi di tanta insolita generosità?


La serie è composta da...
01. Guida ai Vizi e alle Virtù per Giovani Gentiluomini (recensione)
02. Guida ai Pizzi e alla Pirateria per Giovani Gentildonne



 




Recensione


Questo secondo libro è dedicato a Felicity, sorella del mitico Monty che abbiamo avuto modo di conoscere nel primo libro. Felicity, come vi ho detto nella review del primo libro, è sostanzialmente un alter ego della protagonista de Sulle Tracce di Jack lo Squartatore, quindi una giovane donna cresciuta in un mondo maschilista e patriarcale - no, non ai giorni nostri, anche se può sembrare, ma nel Settecento - con il sogno di diventare medico. Ambizione che, però, si scontra con la società a loro contemporanea, secondo la quale una donna non può essere ammessa alla facoltà di medicina e non può studiare proprio perché è donna e dunque troppo sensibile e inadatta alla professione.


Felicity però non si da per vinta e gira mezza Europa alla ricerca dell’opportunità giusta per studiare. Purtroppo si ritrova suo malgrado immischiata in una vicenda molto complicata che riguarda delle specie rarissime di draghi di mare, un’antica popolazione di pirati che protegge queste creature da secoli, un certo medico che ha sempre idolatrato che si rivela un farabutto e una sua vecchia amica con cui ha mortalmente litigato e che pare essere la chiave per i sogni di Felicity. Come era nel primo, quindi, l’intreccio è assolutamente anti-convenzionale e ai limiti dell’assurdo. Anche se il realismo passa in secondo piano, però, la trama ordita risulta gradevole, zeppa di umorismo e avventure mirabolanti.


Il libro è molto scorrevole, di quelli che ‘si leggono che è un piacere’, ma nemmeno qui si dimenticano le tematiche importanti che fanno di una storia piacevole una bella storia.


Felicity è infatti affiancata da altre due protagoniste femminili, Sim e Johanna, che si fanno baluardo della lotta femminista nel Settecento. A differenza di Audrey Rose e la serie della Maniscalco, infatti, Felicity, Sim e Johanna sono davvero femministe, stoiche e salde nelle loro posizioni e nel loro rifiuto di piegarsi ad una società che non le apprezza come dovrebbero. Certo, sono piene di dubbi e paure anche loro e difficilmente potrebbe essere il contrario vista la società che le ha plasmate, ma insieme trovano la forza per non mollare.



Vorrei zittire la vocetta odiosa nella mia testa che mi sussurra che forse hanno ragione loro, che forse non sono portata per questi studi, e che forse sono davvero isterica. Perché anche se non penso di esserlo, quando cresci in un mondo in cui ti insegnano a credere sempre a quello che ti dicono gli uomini, è difficile poi non dubitare di te stessa a ogni passo.”


“Mi sta inducendo a scusarmi per aver richiesto il minimo che è garantito alla maggior parte degli uomini.”



Felicity, che nel primo libro avevo tanto apprezzato, è paradossalmente la peggiore delle tre. Dice di essere forte e convinta al non piegarsi, ma si lascia spesso andare a commenti qualunquisti e superficiali che non ho apprezzato. Talvolta, poi, si sdilinquisce divenendo incapace di articolare due frasi, cosa che non va molto d’accordo con l’immagine di donna ambiziosa e sicura di sé che vuole dare ai lettori. Funzionava molto meglio da protagonista secondaria che da narratrice, per farla breve. Per fortuna Johanna e Sim compensano ampiamente e sapranno soddisfare chi si avvicina a questa lettura alla ricerca di lotte femministe. Quando sono tutte insieme, poi, scocca la scintilla! 




“In compagnia di donne come loro – spigolose come dia- manti grezzi, ma con mani e cuori teneri, donne che non sono for- ti nonostante tutto, ma che sono piene di forza a causa di quel tutto – mi sento invincibile. Ogni ammaccatura, ogni crepa, ogni bufera di vento ci ha reso più dure e più coraggiose, impossibili da abbattere. Siamo montagne, o forse siamo templi eretti su fondamenta che potrebbero durare al di là del tempo.”



Siamo ovviamente lontane dagli sfarzi di altri libri quali Beauty Queens, ma ad ogni modo queste tre figure riescono secondo me a restituire un’immagine delle donne del Settecento sufficientemente complessa e attenta nella protesta, nella continua ricerca di affermazione, nel dover scendere a compromessi perché schiacciate dal maschilismo della società a loro contemporanea.

Fun-fact: è proprio l’autrice in una postfazione a dirci che le donne che hanno ispirato le tre protagoniste sono realmente esistite e che è stanca di vedere protagoniste di Y/A ambientati nel Settecento cedere di fronte ai soprusi maschilisti perché ‘sono cresciute così’ e ribellarvisi sarebbe anacronistico. Si è infatti documentata e ha scoperto che molte donne di quel periodo erano tutt’altro che disposte a farsi mettere i piedi in testa dagli uomini (e le loro storie sono spesso dimenticate, è forse il caso di chiedersi perché…), dunque l’atteggiamento delle tre protagoniste non è affatto da considerarsi un’imprecisione storica.



Molti aspetti fanno di questo libro un’opera di fantasia, ma il ruolo sostenuto dalle donne non è tra questi. Le donne del Settecento combatterono dure lotte e affrontarono infinite opposizioni; videro le loro opere messe in disparte e il loro contributo ignorato. In molti casi le loro storie sono state dimenticate. 

Nevertheless, they persisted: eppure, non si arresero.”



Ho infine apprezzato i riferimenti al razzismo radicato nella società dell’epoca, in qualsiasi paese, e l’attenzione alla diversità e inclusività dal punto di vista della rappresentazione della comunità LGBTQI+. Ripeto, non è un trattato sul tema, ma è sempre bello vedere queste tematiche inserite in un libro con un target molto giovane.


Se avete letto anche il primo, sicuramente questo secondo non vi deluderà. Siamo un pelo lontani dalla sagacia e dalla frenesia di Monty, ma GAIEAPPGG si difende comunque molto bene. Un libro divertente e ambientato in luoghi lontani in giro per il mondo, che però non si dimentica di inserire tematiche importanti (e che fa sempre bene rileggere, anche al giorno d’oggi), cosa volete di più?


Verdetto:



Ci siamo! Eccezionale!


E anche per oggi abbiamo concluso, a presto!
Rainy

2 commenti:

  1. Io l'ho apprezzato molto. Il fatto che le tre ragazze siano ispirate a donne realmente esistite mi ha affascinato e colpito molto, quelle note sono state molto interessanti da leggere.
    Sono curiosa di poter leggere l'ultimo libro.
    Buone letture!

    RispondiElimina

Mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate :3 Lasciatemi un commentino se vi va!