Buongiorno, amicissimi!
Oggi al via il review tour del libro più chiacchierato del momento, Empire of the Vampire di Jay Kristoff!
Ho un bel po’ di cose da dire, quindi iniziamo!
Ringrazio la CE Mondadori per la copia digitale.
Trama
Dal pluripremiato autore bestseller della trilogia Nevernight, una nuova magnifica serie.
Sono passati ventisette lunghi anni dall’ultima alba.
Per quasi tre decenni, i vampiri hanno mosso guerra all’umanità; hanno costruito il loro impero eterno, a costo di demolire il nostro. Ormai, solo poche minuscole scintille di luce resistono in un mare di oscurità.
Gabriel de León, metà uomo, metà mostro e ultimo dei Santi d’argento – confratello nonché una delle migliori spade del sacro Ordine d’argento, dedito a difendere il regno dalle creature della notte -, è tutto ciò che si frappone tra il mondo e la sua fine.
Imprigionato dagli stessi mostri che ha giurato di distruggere, è costretto a raccontare la sua storia. Una storia di battaglie leggendarie e amore proibito, di fede perduta e amicizie trovate, della guerra del Re Sempiterno e della ricerca dell’ultima speranza rimasta all’umanità.
Il Sacro Graal.
Recensione
Questa review è molto difficile da scrivere, perché è necessario che io separi il mio parere soggettivo su questo libro da quella che secondo me è la qualità oggettiva della storia e provo sentimenti molto contrastanti in merito.
Dal punto di vista del mio parere personale, questo libro è un cazzo di capolavoro delirante come solo Kristoff sa fare (quando si parla di Kristoff non sono ammesse espressioni tiepide come ‘cavolo’).
L’ho adorato profondamente e sebbene sia partito un po’ in sordina, mi ha poi ritrasportato rapidamente in Nevernight, che come ben sapete ho amato. L’atmosfera è quella, i personaggi sono caratterizzati in modo simile e lo stile della narrazione è molto affine - d’altronde è ambientato nello stesso universo.
Non riuscivo a staccarmi dalle pagine (anche se ci sono degli espedienti non proprio originalissimi e dei colpi di scena facili da intuire) e devo ammettere che ancora una volta Kristoff ha dimostrato di sapercela fare con la costruzione dei personaggi riuscendo a farmi profondamente affezionare ad ognuno di loro. Essi infatti non sono granché originali, anzi, si ha spesso l’impressione di averli già incontrati mille volte (Dior è Locke Lamora, Gabriel è un po’ Mia di Nevernight o un qualsiasi eroe tormentato…), ma sono impossibili da odiare, coerenti con sé stessi e sviluppati bene e sicuramente rappresentano il punto di forza principale di EoV.
«“Il mondo ha bisogno di uomini cattivi, ragazzo. Teniamo i mostri fuori dalla porta.”
«“Ma sta proprio lì il problema, eroe. Gli uomini cattivi non si rendono mai conto quando i mostri sono loro.”
L’ambientazione è poi l’altro elemento più riuscito del libro: gotica, ispirata alla Francia medievale e, nel migliore stile di Kristoff, incredibilmente ostile, violenta, sanguinosa. Se vi piacciono le ambientazioni avverse dove sopravvivere è ancora più difficile non solo per la sovrabbondanza di nemici, ma perché anche la natura è tiranna (un po’ alla Leopardi), sicuramente questo libro è pane per i vostri denti. Torno a ripetere, io l’ho adorato nella sua violenza, nel suo essere caotico e caciarone, nel suo essere estremo anche per quanto riguarda la descrizione dei combattimenti e i dialoghi ad effetto assolutamente irrealistici. Dal mio punto di vista soggettivo è un solido 4.5/5.
Però.
Però, però, però.
Non posso in quanto recensore ignorare gli oggettivi problemi che questo libro ha. Sicuramente Kristoff preso dalla foga del successo di Nevernight ha deciso di continuare a spremere questa gallina dalle uova d’oro e di ambientare nello stesso universo un’altra storia molto simile nello stile. La mancanza di un’idea di base originale e strutturata, però, è più che evidente e in tutta conoscenza non posso soprassedere.
L’ambientazione è si un punto di forza se piace il genere, ma è anche terribilmente approssimativa. La Francia medievale è infatti strumentalizzata e inserita senza un vero fine, perché il libro avrebbe potuto tranquillamente trarre a piene mani dalla cultura di un altro paese (la Polonia, la Russia, la Germania…) e avrebbe funzionato lo stesso. Menzione d’onore però alle regole dell’universo che Kristoff ha deciso di creare per governare il sistema dei vampiri. Non c’è farina del suo sacco nemmeno in questo ovviamente, perchè si rifà ai tradizionali trope vampireschi usati in mille storie (i vampiri non posso entrare in una casa se non invitati espressamente, non possono attraversare un fiume a nuoto, l’argento e la religione gli sono ostili…), però almeno è coerente nell’imporre delle regole e farle rispettare per tutta la durata del libro, senza espedienti bizzarri. Per ora quindi le regole del mondo reggono, vedremo nei seguiti.
L’apparato religioso del libro è interessante, ma descritto un po’ superficialmente. Si fa notare come la religione sia fondamentale nel combattere i vampiri, perché i Santi d’Argento di cui fa parte il nostro protagonista sfruttano la propria Fede per rafforzarsi e indebolire gli avversari. Secondo il sistema religioso del libro, che è chiaramente ispirato al Cristianesimo più fanatico ed estremo del Medioevo, i tatuaggi che i Santi d’Argento usano per combattere i vampiri sono fatti di inchiostro argentato e la loro Fede, se autentica e viva, li fa risplendere, emettendo una luce che indebolisce i vampiri. Non si sa come sia possibile, ma la Fede lo rende tale, ‘perchè si’. Ora, sebbene questo espediente sia un po’ ridicolo (alla fin fine stiamo parlando di guerrieri tatuati che risplendono di luce bianca se credono in Dio……), prendendolo per buono, secondo me ha delle potenzialità. La Fede potrebbe essere usata in maniera interessante nei seguiti, quindi rimando il mio giudizio ad allora.
Anche il sistema religioso è però già visto e per esempio l’uso che viene fatto della santa Inquisizione ricorda molto altre opere quali Mistborn o Nona Grey.
“C’è un tempo per il lutto, uno per i canti e uno per ricordare con affetto tutto ciò che è stato ed è passato. Ma c’è anche un tempo per uccidere. Un tempo per il sangue e uno per la rabbia, e un tempo per chiudere gli occhi e diventare ciò che il cielo vuole che tu sia.
Il punto più critico secondo me è la decisione di narrare in terza persona un libro che in teoria dovrebbe essere una rielaborazione di una biografia. Il nostro protagonista, in teoria, sta narrando la storia della sua vita ad uno scrivano vampiro il giorno prima di venire giustiziato e questo scrivano riporta le sue parole mentre arricchire la storia di disegni (le famose illustrazioni presenti nel libro). Ora, le parti dove Gabriel, il protagonista, e lo scrivano dialogano sono scritte in terza persona, mentre la biografia di Gabriel è riportata in discorso diretto e quindi in prima persona. La mia domanda è: se questo libro è la biografia di Gabriel ormai conclusa e rielaborata dallo scrivano (e in teoria è così, perchè ci sono le illustrazioni, quindi si presuppone di avere tra le mani la biografia completa, conclusa, editata e perciò completa dei suoi disegni), perché caspita la storia ci viene narrata usando la terza persona, trasportando il lettore nel momento in cui lo scrivano la sta effettivamente trascrivendo quello che dice Gabriel e quindi con il doppio pov? Non ha granché senso secondo me e il dettare la biografia allo scrivano e avere un personaggio che disegna temo sia stata solo una scusa per inserire le illustrazioni nel libro.
Infine, la narrazione di cui sopra è usata come comodo espediente un po’ troppe volte. Lo scrivano infatti prega Gabriel di narrare la sua storia come se la stesse raccontando ad un bambino e quindi di spiegare dettagli di world-building mentre ripercorre la sua vita. Gli chiede più volte di spiegare che regole seguono i vampiri, di spiegare alberi genealogici, di tradurre espressioni dialettali… Un espediente molto creativo, ma fin troppo comodo, per inserire del world-budding laddove non avrebbe senso di esistere, perché sia Gabriel sia lo scrivano sanno perfettamente come funziona il mondo in cui vivono. Ahimè, per altro, a volte lo scrivano ‘dimentica’ di chiedere a Gabriel dei dettagli o permette a Gabriel di ‘narrare al proprio ritmo come e quando vuole’ e questo è un becero espediente per non svelare subito dei colpi di scena al lettore. L’idea della biografia poteva funzionare, ma è gestita grossolanamente e spesso è troppo palese che viene strumentalizzata quando conviene all’autore.
Ho invece trovato deliziose le figure retoriche usate a mo’ di ellissi per tagliare parti del viaggio di Gabriel ritenute poco interessanti. La mia preferita è: “Solo un narratore migliore di me può rendere interessanti miglia di strada percorse in silenzio, sanguefreddo.” per evitare di narrare una parte di viaggio che evidentemente Kristoff non riteneva significativa.
«“Dio è con noi, fratelli” mormorò Baptiste. “Non possiamo cadere.”
«“Nessuna paura” sussurrai io.
«Aaron annuì. “Solo furia.”
Insomma, è un classico libro di Kristoff. Caotico, strafottente, violento e con un gusto particolare per gli la vendetta, ogni tipo di nefandezza e gli uomini tormentati e predestinati a morire. Non è particolarmente originale, anzi, e ci sono degli espedienti narrativi inseriti in maniera molto superficiale o sfruttati male. E’ però il primo di una serie, quindi gli do il beneficio del dubbio, perché può darsi i seguiti aggiungano delle tessere importanti al puzzle, per ora mi mantengo tiepida. Ribadisco, però, che il mio parere soggettivo è ben diverso. Non c’è nulla di originale o mai visto in questo libro, ma a me è piaciuto un casino e comprerò i seguiti sicuramente, che vi devo dire?
Se dovessi dare un voto guidata dal mio cuore, sarebbe un 4.5/5. Ma noi siamo qui per recensire libri in maniera seria e oggettiva e purtroppo ci sono troppi aspetti sviluppati in maniera grossolana. Ci rivedremo al secondo capitolo sperando di alzare il voto, quindi.
Verdetto: ★★★½
Chiudo regalandovi questa perla che siete caldamente invitati ad implementare nella vostra vita quotidiana:
“Stai navigando paurosamente vicino alle coste di un’isoletta che molti chiamano ‘Fatti i cazzi tuoi’.”
A presto!
Rainy
bellissima recensione, esaustiva e senza spoiler. Ho apprezzato il doppio parere. Kristoff è sicuramente un'autore nelle mie corde e spero presto di leggere l'impero del vampiro. 😉
RispondiEliminaGrazie mille, ho solo sentimenti contrastanti per questo libro ahahah. Fammi poi sapere cosa ne pensi *^*
EliminaOra però sono curiosa di leggerlo 😂 voglio farmi un'idea mia, nonostante abbia capito che Kristoff non mi piace
RispondiEliminaSi so che non è esattamente roba per te hahahaha
EliminaUna possibilità non si nega a nessuno però, dai
Una delle recensioni pi obiettive che ho letto in giro. Ora so cosa aspettarmi
RispondiEliminaTi ringrazio <3
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