16 ottobre 2019

Movie Time: Joker




Buongiorno amici, amiche, signori e signore, come state?
Ah, mi tremano le mani, non riesco a resistere all’eccitazione perché FINALMENTE ho visto Joker e trovo un minutino per parlarvene *^*.

Ah, Joker. Il film più acclamato della Mostra del Cinema di Venezia. Cosa ne penso? Be’, andiamo con ordine!

Il film, qualche dettaglio

Rating: 
MyMovies: 3,5/5
IMDb: 8,9/10
Rotten Tomatoes: 9/10



Arthur Fleck vive con l'anziana madre in un palazzone fatiscente e sbarca il lunario facendo pubblicità per la strada travestito da clown, in attesa di avere il giusto materiale per realizzare il desiderio di fare il comico. La sua vita, però, è una tragedia: ignorato, calpestato, bullizzato, preso in giro da da chiunque, ha sviluppato un tic nervoso che lo fa ridere a sproposito incontrollabilmente, rendendolo inquietante e allontanando ulteriormente da lui ogni possibile relazione sociale. Ma un giorno Arthur non ce la fa più e reagisce violentemente, pistola alla mano. Mentre la polizia di Gotham City dà la caccia al clown killer, la popolazione lo elegge a eroe metropolitano, simbolo della rivolta degli oppressi contro l'arroganza dei ricchi. 



Allora.

Un respiro prima di cominciare, perché avremo un sacco di cui parlare.

Inizio con il mettere le mani avanti e precisare che non siamo a un circolo di critici cinematografici, che il mio parere potrebbe differire enormemente con il vostro ed è giusto e salutare che sia così. Il mondo è bello perché è vario e alla gente piacciono cose diverse, yuppi!

Dunque: che dire? Be’, è forse uno dei film che mi è piaciuto di più del 2019. Spettacolare, penso che lo andrò a vedere una seconda volta al cinema perché voglio tornare in quella sala buia a riprovare le stesse emozioni che ho provato la prima volta. Meraviglioso. Un film da Oscar (e fioccheranno, preparatevi).

Ora, detto questo - sostanzialmente la cosa principale - andiamo ad analizzare PERCHE’ è un così bel film.

Prima di tutto non si può non nominare LUI, Joaquin. Un attore straordinario alla sua interpretazione forse migliore. Una faccia da pazzo che sicuramente aiuta in questa interpretazione (come l’innegabile aiuto che era stato dato a Nicholson per Shining proprio il suo volto), ma per il resto è tutto lui. Joaquin riesce a conferire a questo Arthur un’umanità allo stesso tempo perversa e dolce. Arthur è un uomo incompreso e sbeffeggiato dalla società e Joaquin lo rende un personaggio per il quale si provano in ugual misura tenerezza e orrore. Tenerezza perché egli non è altro che un uomo vessato dagli altri e tutti possiamo riconoscere qualche nostra insicurezza in quest’uomo, rifiutato dalla società perché diverso. Orrore perché naturalmente qui subentra la pazzia: la risposta al rifiuto della società è prima di tutto la rassegnazione che poi viene portata dalla disperazione in violenza ceca.

Un attore che senza dubbio riceverà dei riconoscimenti importanti per questa sua straordinaria performance e, a dirla tutta, se li merita proprio.

Joker è un personaggio verso il quale lo spettatore non può che simpatizzare, ma poi, finita la visione, scatta la vera consapevolezza: è giusto simpatizzare con un assassino? E’ giusto provare pietà e solidarietà per un pazzo violento che usa la propria forza per imporsi su una società bacata che lo rifiuta?


La questione è ovviamente più complessa. Quanto del mostro che Joker diventa è farina del suo sacco? Quanto invece è colpa di chi lo circonda, di tutte le persone che lo umiliano e lo portano alla disperazione?
Quanto questo Joker è stato partorito dalla mente di Arthur e quanto invece è un prodotto della società malata nella quale Arthur si ritrova a vivere, così come noi?

Quanto Joker è giustificabile nelle sue azioni? La cattiveria gratuita che riceve durante tutto il film avrebbe sicuramente portato alla pazzia chiunque, prendendo le sue azioni quantomeno comprensibili. Ma è davvero giusto comprendere i crimini efferati che compie?
Queste sono le domande che inevitabilmente ci si pone usciti dalla sala.

Il film gioca magistralmente su questa ambiguità e molte scene assolutamente tragiche in cui lo spettatore è però portato a ridere istericamente per l’assurdità di quello che si fa/si dice sono costruite con l’intento di portare a riflettere sul nostro ruolo davanti alle disgrazie degli altri.

Proprio su questo tema si potrebbero costruire un’infinità di interpretazioni: Arthur ha un disturbo, ma non è pazzo. Inizialmente anzi cerca di accettare il proprio ruolo di “diverso” ed emarginato e soccombe davanti ai continui torti degli altri. Man mano però si stanca, comincia a dire “basta” e - sicuramente anche perché teme per la sua incolumità - si ribella. Ecco che allora si scopre sprezzante degli altri, indipendente, orgoglioso di essere diverso. Il film è un romanzo di formazione al contrario: una lenta discesa verso l’accettazione della propria unicità e, be’, della perdita di qualsiasi inibizione o scrupolo.

Per coloro che invece hanno visto il film, una piccola chicca (NB: SE NON L’HAI VISTO leggi a tuo rischio e pericolo. Non ci sono major spoilers, ma un po’ ti rovina il finale): Arthur inizialmente, quando ancora non è pazzo, è una persona sola, isolata, disadattata. Man mano che abbraccia la propria follia guadagna popolarità, generando una rivolta che dilaga per tutta Gotham. Il finale è naturalmente l’apoteosi: Arthur, ormai Joker, dopo aver compiuto un terribile omicidio sotto gli occhi di tutti viene acclamato come eroe e la folla lo venera e lo celebra come capo della rivolta che ribalterà il sistema di governo di Gotham e donerà uguaglianza e pace alla società. 
In poche parole, l’Arthur che la società vuole non è la persona buona e incompresa di inizio film, ma il leader forte e spietato che raggiunge quello che vuole con la violenza. Quando di questo Joker è Arthur e quanto invece è una creatura della società stessa, amici? Meditiamo.

Un altro elemento assolutamente incredibile e che forse per me ha costituito l’80% del gradimento del film è la colonna sonora e la composizione dei colori. Colori incredibilmente legati alla trama: Arthur si muove in un mondo in scala di grigi e colori scuri, tristi, noiosi, a tratti tinti con il sangue che irrimediabilmente viene versato. Casa sua è un putiferio di colori pastello, come ad indicare un angolo felice (circa) dove Arthur possa essere sé stesso. Lo studio televisivo dove viene ospitato è super colorato, come a distaccarsi dalla realtà che sta fuori dagli studi televisivi e costruire ancora meglio la finzione televisiva. Infine, Arthur, definitivamente impazzito e trasformato in Joker (nomignolo donatogli da qualcun altro, notate bene) è una goccia di colore nell’universo cupo e tetro che lo circonda. Vestiti rossi e gialli, un trucco esuberante e capelli verdi sono ciò che lo caratterizza, mentre il mondo intorno a lui - che non lo comprende e lo rigetta - è nero, grigio, polveroso, piovoso, triste, violento. Un po’ come a sfidare il mondo, un po’ come a dire “quello che pensate di me non mi interessa”. Un bel dettaglio, insomma.

La vera stella della questione è però la colonna sonora. Uno splendore di colonna sonora, anzi.
Abbinata perfettamente alle scene, finemente complementare e mai “troppo”. Uno degli elementi più mozzafiato e immersivi del film (e vi dico solo che appena arriva a casa l’ho subito acquistata, ups). Vi troverete immersi in queste scene così violente da far accapponare la pelle (ma badate bene, non si vede quasi niente di esplicito, è tutto nella vostra immaginazione!) abbinate a musiche così tragiche, così profonde: brividi! Vi sembrerà di essere davvero lì, immersi nella scena come spettatori che non vorrebbero assistere alla tragedia, ma non riescono a distogliere lo sguardo.
Se vi capita di vedere Joker fateci caso e se l’avete già visto e lo andrete prima o poi a rivedere, idem.

Chicca finale: i numerosi rimandi alla storia di Batman. Naturalmente sono oro colato, anche se io mi aspettavo un qualche riferimento all’acido, anche uno piccolo piccolo, e invece non ce n’è stato nemmeno uno, ahimè.

Ho già sproloquiato abbastanza, ma si potrebbe andare avanti ore ad analizzare questo film e come è stato costruito. Ripeto, oscar assicurato a Joaquin, forse più di uno al film in generale, ma è ovviamente presto per dirlo.

Andate a vederlo, se non sono riuscita a convincervi così non credo che ci riuscirò mai.
Andate.
Andate, andate, andate.

Non c'è bisogno di verdetto, vero?

Con affetto,
#Rainy

4 commenti:

  1. Bello bello bello!! Anche io che non parlo di altro che libri ci ho fatto un post su Joker!

    RispondiElimina
  2. Un film STRAORDINARIO... un CAPOLAVORO per quanto mi è piaciuto lo rivedrai ancora
    Ti invito a leggere questo ;-)
    https://ilsalottodelgattolibraio.blogspot.com/2019/10/il-trono-di-pellicole-joker-spaventa.html

    RispondiElimina

Mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate :3 Lasciatemi un commentino se vi va!