28 settembre 2020

'Dormire in un Mare di Stelle' - Spazio e Letteratura, da 'l'errare tra le stelle, in una stella' a Paolini


Una delle mie citazioni preferite di Leonardo Da Vinci è ‘una volta che avrete conosciuto il volo, camminerete sulla terra guardando il cielo’ e c’è da dire che il rapporto tra gli umani e questo ‘cielo immenso’ che ci sovrasta è sempre stato piuttosto stretto.

L’esplorazione dell’ignoto ha sempre avuto una particolare predilezione per il cielo e per il volo, per natura precluso alla nostra specie e dunque fortemente desiderato. Questo è uno dei motivi per cui dall’alba dei tempi lo spazio e il cielo hanno popolato canzoni, poesie, film, giochi, libri, racconti. 


Benvenuti, amici cari, alla mia tappa di approfondimento che apre il Blog Tour dedicato a Dormire in un mare di stelle di Paolini. Il mio obiettivo oggi, direi piuttosto ambizioso, è condurvi in un viaggio (non nello spazio, magari!) attraverso la storia per esplorare meglio l’indissolubile legame tra la letteratura e lo spazio profondo. Paolini infatti è ben lontano dall’essere il primo autore a trattare il tema dell’esplorazione spaziale e oggi voglio parlarvi di chi prima di lui ha posto le pietre miliari del genere.


Se volete saperne di più su Dormire in un Mare di Stelle, vi lascio la mia recensione qui.


Trama


È l’ultima missione nello spazio per la scienziata Kira Navárez. Semplici rilievi di routine su un pianeta non ancora colonizzato. Il sogno di un futuro d’amore con Alan sta per realizzarsi. Ma il giorno della partenza accade qualcosa di inatteso. Qualcosa di terribile. Spinta dalla curiosità, Kira si imbatte in un reperto alieno. Il terrore la invade quando il pulviscolo intorno a lei comincia a muoversi.Una guerra universale è alle porte, e Kira è trascinata nelle profondità della galassia in un’odissea di scoperte e trasformazioni. Lei ha dalla sua compagni formidabili e un coraggio immenso. Ma soltanto fidandosi davvero di se stessa potrà affrontare il destino a cui è chiamata e combattere per i propri simili. Sarà il secondo volume di questa visionaria impresa di Christopher Paolini a svelare fino a dove si spinge il viaggio di Kira, quali conflitti dovrà superare il genere umano per sopravvivere, nel vasto mare di stelle. Il Volume 2 sarà in libreria a ottobre.


 




Il rapporto tra l’esplorazione dello spazio e la letteratura, come dicevo, è sempre stato piuttosto stretto. Naturalmente ci vorrebbero pagine e pagine per discutere di quanto questa tematica abbia influenzato la letteratura mondiale, non solo italiana, quindi premetto che cercherò di raccontarvi questa rapporto dividendolo orientativamente in tre periodi: la letteratura classica, la letteratura propriamente di fantascienza e la letteratura contemporanea.


Appena si prova a mettere piede nella letteratura classica si viene naturalmente inondati da pubblicazioni, poesie, saggi, racconti sul tema dell’esplorazione spaziale. Un primo esempio piuttosto unico nel suo genere, ma spesso dimenticato è L’Astolfo sulla Luna di Ariosto, canto dell’Orlando Furioso che vede Astolfo viaggiare nello spazio sulla groppa di un Ippogrifo e atterrare sulla Luna per recuperare il senno di Orlando. Il viaggio nello spazio è quindi una tematica che da sempre è presente nella nostra letteratura e spesso ha come oggetto la Luna, il nostro satellite visibile dalla Terra che senza dubbio affascina da sempre, specialmente perchè soprattutto in antichità appariva lontano, irraggiungibile, immobile e misterioso. Per Ariosto dunque il viaggio nello spazio è una missione avventurosa volta al recupero di qualcosa che è andato perduto e avviene con un mezzo di trasporto poco convenzionale, certo, ma senza particolari problematiche.


In una porzione significativa della letteratura classica, invece, lo spazio è visto come qualcosa di così misterioso da risultare ostile, opprimente, incommensurabile e perciò spaventoso, perchè ci fa prendere consapevolezza della piccolezza e della fragilità umane. Era così per l’Otello di Shakespeare, volendo fare un breve salto in Inghilterra, per il quale la Luna - corpo celeste estraneo che occupa i cieli - è colpevole di far impazzire gli uomini quando si avvicina troppo alla Terra. ‘È tutta colpa della Luna, quando si avvicina troppo alla Terra fa impazzire tutti.’ recitava infatti. Lo spazio dunque non è più avventuroso, ma paralizzante.


Era così anche per Pascoli, il quale sentiva incredibilmente la fragilità e la precarietà della condizione umana, nonché la sua piccolezza se paragonata alla vastità dello spazio profondo. Egli allarga addirittura questo disagio alla Terra stessa, vista come piccolo corpo celeste in balia dell’universo e alla deriva nei cieli. A questo egli si riferisce, infatti, con Il Bolide, la cui frase più famosa è forse ’E mi vidi quaggiù piccolo e sperso errare, tra le stelle, in una stella.’, e con la ancora più celebre X Agosto, dove la definizione del nostro pianeta è addirittura ‘quest'atomo opaco del Male’ inondato di un pianto di stelle da un cielo infinito e immortale. Non proprio rassicurante, no?



Per fortuna non tutti gli autori della nostra letteratura la vedevano così, anzi! Il Novecento è infatti un secolo di grandi cambiamenti tecnologici che culmineranno, ovviamente, con lo sbarco sulla Luna. L’esplorazione dello spazio che pareva così lontana e inquietante, diventa improvvisamente una realtà e la reazione non può che essere di gioia ed emozione.


Nascono così opere esilaranti come le Cosmicomiche di Calvino, raccolta di racconti pseudoscientifici che ironizza sui fenomeni più strani del cosmo, e - qualche anno prima dell’effettivo sbarco - cominciano ad apparire i primi veri racconti di fantascienza. Questi non guardano più allo spazio come un qualcosa di pericoloso, ma come un cestino di infinite opportunità di crescita personale, tecnologica, geografica, culturale. 


Menzione obbligatoria a uno dei capostipiti del genere, Asimov, che ha praticamente inventato il genere sci-fi consolidandone le caratteristiche. Non è stato chiaramente il primo e non si possono non menzionare autori come Jules Verne o Wells o altri autori minori e semi-sconosciuti come Bogdanov, uno dei primi a teorizzare le colonie su Marte. Secondo me però quando si pensa al genere la mente va immediatamente ad Asimov, Dick, Bradbury e all’età d’oro della fantascienza, ossia il periodo dagli anni ’40 agli anni ‘60. Il primo libro del Ciclo delle Fondazioni esce infatti come una raccolta di racconti della metà degli anni ‘40 e di fatto getta le basi per le storie del genere, basi che saranno riprese da autori diversi nei decenni successivi. Menzione d’onore tutta italiana anche per la rivista Urania, che esce per la prima volta nel 1952 e che raccoglie per il nostro paese i primi veri esempi di letteratura fantascientifica. 


Il leggendario Cacciatore di Androidi di Dick, che ispirò nientemeno che Blade Runner, esce negli anni Sessanta e come dimenticare La svastica del sole e il suo capolavoro Ubik. Nello stesso periodo esce naturalmente anche Dune di Herbert, che combina elementi innovativi con caratteristiche ormai consolidate del genere, e si afferma come pietra miliare della letteratura sci-fi affiancano i mostri sacri di cui sopra.


Nei decenni successivi il genere subisce delle influenze esterne da altri mondi e si va ad ampliare con alcuni sottogeneri tra i quali il cyberpunk e si consolida sul grande schermo (di cui però non vi parlerò io, bensì Giulia, qui!). Cosa hanno in comune tutte queste opere? Be’, che cambiano radicalmente il rapporto tra l’uomo e lo spazio. Quest’ultimo non è più qualcosa di avventuroso o spaventoso - ed era tale perché fondamentalmente sconosciuto, dunque misterioso - ma diventa una nuova grande opportunità per la specie umana. In concomitanza con le prime esplorazioni spaziali, si comincia a scoprire qualcosa di più del vasto cosmo che ci circonda, dunque la paura viene sostituita da eccitazione e consapevolezza e i viaggi interplanetari cominciano a sembrare possibili, quantomeno nei libri. Per cui via libera a viaggi alla velocità della luce, navicelle spaziali iperveloci, creature aliene pronte ad entrare in contatto con noi, messaggi misteriosi proveniente dall’altro lato del cosmo, colonie extraterrestri… Insomma, lo sci-fi è qui e, mi permetto di dire, era anche ora!
Non vuol dire naturalmente che si perda del tutto il timore verso l’immensità dell’universo, anzi, semplicemente il rapporto uomo-spazio si arricchisce di nuove caratteristiche innovative e costituisce finalmente un filone letterario a sé.


E oggi? Be’, i classici sono naturalmente senza tempo, ma non c’è solo ‘vecchiume’, anzi! 

Anche la letteratura contemporanea e per ragazzi è piena zeppa di space-operas che trattano il tema in mille modi differenti. Menzione speciale a una delle mie serie preferite di tutti i tempi, ossia The Illuminae Files (ne parlo qui, qui e qui) del magico duo Kaufman-Kristoff. Se ancora non l’avete letta, The Illuminae Files è l’opera sci-fi per eccellenza con un piccolo twist. Si parla infatti di una corporazione interplanetaria dispotica che ha molto a cuore il proprio profitto e poco quello dei cittadini che abitano su pianetini di interesse strategico ed economico. Tra intelligenze artificiali moralmente ambigue, hacker teenager e scelte etiche nello spazio profondo, Illuminae è una serie che senza dubbio saprà conquistarvi. 



La cosa migliore? Beh, non è narrata. 

Già.

E’ infatti raccontata per mezzo di email, trascrizioni di telefonate e intercettazioni, messaggi criptati, telecronache di filmati di sorveglianza, chat, ritrovamenti di scatole nere… Insomma, un libro che non solo racconta una storia meravigliosa con lo stile unico del duo, ma che è anche un’esperienza di lettura unica nel suo genere.


Ultimo anello di questa lunga catena è ovviamente Dormire in un Mare di Stelle, che torna un po’ alle origini del genere con una storia di esplorazione spaziale e alieni ingombranti. Se le tematiche sono già viste, il libro presenta comunque alcune chicche di cui vi ho parlato qui, tra cui un’intelligenza artificiale irriverente e strafottente (che ho amato) e una protagonista meravigliosa a cui è impossibile non affezionarsi. Con la giusta dose di umorismo, serietà e frasi ad effetto, Paolini ci conduce in un viaggio mirabolante ai confini dello spazio profondo e, fidatevi di me, non vorrete più tornare indietro!


Questo è tutto, un sincero applauso se siete arrivati a leggere fino a qui ahahah.

A presto e non dimenticate di seguire il resto del tour dalle mie colleghe!
Rainy

4 commenti:

  1. Questa tappa è FANTASTICA! Secondo me il genere della fantascienza sta riprendendo un po' piede di recente dopo che era stata un po' accantonata, ne sono felice perché è un universo molto variabile di cui si può dire tantissimo. Ho adorato sia Illumiane che Dormire in un mare di stelle perché hanno credibilità e quindi per me rappresentano una speranza per il futuro, chissà!

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    1. Concordo in pieno, speriamo che la passione per questo genere continui a crescere e a coinvolgere sempre più persone!
      Grazie per averla letta cara :*

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  2. Complimenti per questo bellissimo post! *-*
    Spesso non ci si sofferma ad apprezzare tutti i legami tra letteratura e sviluppo tecnico-scientifico reale, ma è impressionante vedere come in realtà i due abbiano percorsi così paralleli!
    In tutto ciò mi hai convinto ancora di più ad iniziare The Illuminae Files. Ogni volta che leggo un tuo post sul blog o su Instagram mi chido cosa stia aspettando, ma prometto di recuperare il prima possibile ahah

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    1. Ahahaahah si, ne parlo fin troppo, ma tutto ciò è per convincere chi ancora non si è immerso nelle meraviglie di questa storia a non aspettare oltre *^*
      Quindi corri, vai, recupera, leggi!

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